LO SPIRITO DI CINEMA GIOVANI di Gianni Rondolino
LO SPIRITO DI CINEMA GIOVANI LO SPIRITO DI CINEMA GIOVANI N; ON è più il Festival Internazionale Cinema Giovani, ma il Torino Film Festival, sedicesima edizione, prima di una nuova stagione che dovrebbe iniziare, ce lo auguriamo, nel migliore dei modi possibili. Ma è pur sempre il festival dei giovani: del cinema che fanno i giovani, che i giovani amano e che, nella maggior parte dei casi, parla dei giovani, della loro vita, dei loro problemi, difficoltà, delusioni, sogni, speranze. Perché il Festival di Torino, così come è nato e si è sviluppato nel corso dei suoi primi tre lustri e si è rafforzato negli ultimi anni - ottenendo i più lusinghieri riconoscimenti in Italia e all'estero -, è rimasto fedele alla sua formula originaria, pur con le modificazioni, le varianti, gli aggiustamenti e gli ampliamenti che si sono ritenuti necessari. Una formula, la sua, che è risultata vincente, non foss'altro perché il Festival è nato in una città particolarmente sensibile alla cultura cinematografica e vi si è radicato coinvolgendola direttamente. Tanto che oggi, anzi da ormai molti anni, il programma del Festival, i suoi nove giorni di proiezioni, incóntri, dibattiti, sono attesi come un appuntamento a cui non si può mancare, un punto di riferimento obbliga- LO SPIR to per tutti coloro - anche i frequentatori abituali degli altri festival - che si occupano di cose cinematografiche e vogliono tenersi al corrente di quanto di più vivo e interessante, nuovo e stimolante, si sta facendo in tutto il mondo. Non solo, ma una delle caratteristiche del Festival di Torino è, ed è stata fin dalle origini, il mettere a confronto il cinema di oggi e quello di ieri, i classici e i contemporanei, i registi affermati e quelli esordienti, le produzioni indipendenti e i film a bassissimo costo, le opere realizzate nei diversi formati della pellicola e quelle in video. Così da formare un programma multiforme, complesso e articolato, anzi una serie di programmi che si presentano nella loro autonomia artistica e culturale, ma anche nel loro reciproco intersecarsi e integrarsi. Così da consentire agli spettatori di seguire questa o quella sezione integralmente, ovvero mescolare le varie esperienze cinematografiche, o ancora, e meglio, organizzarsi un proprio festival secondo i propri gusti e interessi: certi che le molteplici offerte del Festival difficilmente potranno deludere, soprattutto perché rispondo¬ GIOVANI no a un progetto complessivo rigoroso e conseguente, che ha alle spalle quindici anni di sperimentazione. Questo progetto, che è poi quello di indagare la variegata realtà della produzione cinematografica contemporanea nelle sue varie forme e manifestazioni, senza cadere nelle mode più o meno passeggere, ma cercando semmai di anticiparle, scoprendo in anticipo scuole nazionali e cinematografie emarginate, autori sconosciuti ed esordienti promettenti, non soltanto è stato vincente rispetto ad altre situazioni consimili, ma ha posto le basi per un allargamento di prospettive conoscitive, critiche e anche storiografiche (basti pensare alle retrospettive e ai ritratti degli autori contemporanei) che pongono il Festival di Torino, per riconoscimento unanime, fra le più importanti manifestazioni annuali di cultura cinematografica. Siamo certi che anche la sedicesima edizione del Torino Film Festival, col contributo determinate degli enti pubblici e privati che da anni lo sostengono, a cui si è aggiunta la sponsorizzazione della Nestlè, manterrà le promesse. Gianni Rondolino Presidente del Torino Film Festival
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