IL BIMBO RITROVATO

IL BIMBO RITROVATO CONGRESSO IL BIMBO RITROVATO Cultura dell'handicap e le idee di Montessori EM inutile " scuola riformare la e i metodi, se a questa scuola e a questi metodi sfuggono appunto coloro che per la difesa sociale più ne sarebbero bisognosi! La riforma che s'impone è quella della scuola e della pedagogia che ci conduca a proteggere nel loro sviluppo tutti i fanciulli». Un pro-memoria per il ministro Berlinguer, alla vigilia delle grandi riforme? Anche. Firmato: Maria Montessori. Era l'autunno del 1398. E, a Torino, una giovane dottoressa, la prima donna italiana a laurearsi in Medicina, prendeva la parola al «congresso pedagogico nazionale» per annunciare come ricorda Augusto Scoccherà, montessoriano appassionato - «un'idea alquanto strana e irritante per quei tempi, che dovette far rabbrividire una platea di educatori abituati, a suon di regolamenti scolastici, a liberarsi di alunni fastidiosi, pericolosi». Ma il sasso nello stagno era gettato: per la prima volta, pedagogisti e insegnanti ascoltarono da un medico la richiesta di aprire le porte della scuola a tutti gli alunni, indipendentemente dalle loro condizioni (anche intellettive). Al «Bambino ritrovato», alla celebre «dottoressa» e alla «nuova cultura dell'handicap», l'Opera nazionale Montessori dedica ora il congresso che si tiene (venerdì e sabato, dalle 9) nell'aula magna dell'Università (via Po 18), presenti relatori di calibro internazionale come Mauro Laeng, Remo Fornaca e Giovanni Bollea. Il punto sull'educazione degli handicappati (curato, a Torino, dalla psicologa Cecilia Papi), a cent'anni da quell'appuntamento al Valentino. «Il congresso coincideva con le celebrazioni del cinquantenario dello Statuto albertino, con l'Esposizione generale italiana e con l'ostensione della Sindone», precisa Remo Fornaca, storico della Pedagogia. E inquadra l'iniziativa nel suo contesto storico-culturale: «Fatti come l'affare Dreyfus in Francia, le sconfitte coloniali italiane, la repressione militare del maggio a Milano e in diverse città italiane, l'uccisione dell'imperatrice Sissi d'Austria proprio nei giorni del congresso, avevano dato la stura (basta leggere i quotidiani) a un severo processo alla scuola, al sistema scolastico, agli insegnanti...». Ma, dalle cronache del congresso (che «La Stampa» documentò con minuziosità), «emerge a tutto tondo che, rispetto alla retorica dei rappresentanti mi- nisteriali, gli insegnanti dimostrarono concretezza, dignità e non senso di inferiorità maturato nel lavoro quotidiano». Tematiche di stretta attualità, dunque. E, ancora una volta, è Maria Montessori a indicare la strada. «A tutt'oggi, alla "dottoressa" non viene riconosciuto un ruolo pari alla sua importanza - osserva amaro Vito Piazza, che ha appena scritto per la Erickson il libro Maria Montessori e la via italiana all'handicap -. Eppure, resta un pilastro sicuro non solo per i contemporanei, ma anche per i posteri». Che il congresso di Torino riesca a renderle l'omaggio che merita, ben al di là della «Signora Millelire» delle banconote stampate dalla Banca d'Italia? Mario Tortello Marìu Montessori Nel 1S9S a Torino prese parte ol primo congresso pedagogico nazionale

Luoghi citati: Austria, Francia, Milano, Torino