DUEMILA? INTANTO, PENSIAMO AL '99 di Filippo Ceccarelli

DUEMILA? INTANTO, PENSIAMO AL '99 DUEMILA? INTANTO, PENSIAMO AL '99 Incontro martedì 24 all'Unione Industriale con Violante, Callieri, Sorgi e Viano Martedì 24 novembre per i «MartedìSera» dell'Unione Industriale, in via Fanti 17, alle ore 21, presentazione del libro di Luciano Violante «L'Italia dopo il 1999». Intervengono Carlo Callieri, Marcello Sorgi e Carlo Augusto Viano. I una cosa si può o forse addirittura si deve in ogni caso essere grati a Luciano Violante: di aver omesso, nel titolo del suo saggio sull'instabilità politica («L'Italia dopo il 1999», Mondadori, 219 pagine, 26 mila lire), qualsiasi richiamo al più corrivo, pigro e insieme nevrotico, comunque furbo e soprattutto allagante richiamo al Duemila, anzi al DUEMILA! La paroletta - che è poi una rispettabile cifra - tende inesorabilmente ad affacciarsi da ogni copertina di libro politico o scritto da politici, da ogni titolazione di convegno, da ogni intervista dedicata all'oggi o al domani, da ogni variopinto scenario congressuale e da ogni slogan e spot più o meno elettorale. Si salvi chi può: già ora. Tale smania è cominciata, come si dice, per tempo. In pratica da quando - erano i primi Anni Ottanta - per riscattare pregiudiziali sonnolenze i più furbi creativi democristiani scoprirono l'espediente millenaristico. E alle spalle della più narcotica tribunetta convegnistica, in un incontro di sindaci, assessori e presidenti, si potè leggere: «Quale autonomia per quale Duemila». Era il via per una serie interminabile di convegni in cui, di volta in volta, si valutavano quali istituzioni, quali partiti, quali diritti, perfino quali trasporti dovessero esservi in vista di «quale Duemila». Entità, quindi, già da allora sovra-evocata. Ma sarà sempre peggio. Il fatto che a rigore di logica e di cronologia non si tratti di un abuso, la circostanza che il Duemila sia effettivamente a portata di mano rende infatti l'evocazione più martellante e minacciosa, se possibile. Così, all'astuzia strumentale, al trucchetto pubblicitario, all'indolenza con cui qualunque cosa finisce per essere collocata «alle soglie del Terzo Millennio» - «Millennio» si chiama anche ìa rivista di Tatarella - si aggiunge un bi-millenarismo ancora più subdolo. Una specie di avventismo consolatorio che nella gestione un po' maliziosa e febbrile dei tempi d'attesa, rimanda al fatidico Duemila, appunto, come all'inizio di una svolta comunque radicale. Che essa segni la fine del mondo o al contrario l'instaurazione di un nuovo ordine superiore è del tutto secondario. Primario - in tutti i sensi - è l'abbandono di un impegno «qui e ora». Un bisogno di prevedere e di rimandare tanto maggiore quanto più crescono insicurezza e inadeguatezza. Un laboratorio di ipotesi, ansie, impressioni e suggestioni destinato a consumatori di catastrofismi ed utenti di età dell'oro. Quando invece il 1999 non è neanche iniziato, e magari chissà che sorprese. Filippo Ceccarelli

Persone citate: Callieri, Carlo Augusto Viano, Carlo Callieri, Luciano Violante, Marcello Sorgi, Mondadori, Sorgi, Tatarella, Viano

Luoghi citati: Italia