TRE SORELLE, GRANDE GIOCO di Monica Bonetto

TRE SORELLE, GRANDE GIOCO ALL'ALFIERI TRE SORELLE, GRANDE GIOCO // regista lituano Nekrosius rilegge Cechov per lo Stabile A martedì 24 a domenica 29 novembre (20,45, festivo 15,30) al Teatro Alfieri il pubblico torinese potrà finalmente assistere a uno degli spettacoli più lodati dalla critica di questi ultimi anni. Ci riferiamo all'insolito allestimento di «Tre sorelle» (nella foto, una scena) di Anton Cechov realizzato dal regista lituano Eimuntas Nekrosius, spettacolo che, presentato per la prima volta in Italia al Festival di Parma del 1995, vinse nel 1996 il Premio Ubu come migliore messainscena straniera. Non deve spaventare la versione in lingua originale del testo: gli spettatori saranno aiutati nella comprensione delle battute dai sottotitoli in italiano forniti dall'organizzazione del Teatro Stabile e comunque da più parti è stato sottolineato quanto sia fortemente evocativo il racconto visivo che Nekrosius affianca costantemente a quello verbale. Insomma, la storia si capisce e si segue con facilità anche se non la si conosce a fondo; anzi, se, come pare, vi saranno momenti di grande intensità interpretativa e di felice invenzione teatrale, forse questi ultimi saranno persino gustati meglio in mancanza di precisi riferimenti culturali cui aggrapparsi. E' una sorta di grande gioco, questo spettacolo, giocato con tutta la generosità e l'energia e la fantasia che è propria dei bambini e con la straordinaria lucidità di chi ha saputo accostare e rendere complementari profonde incursioni intimiste e strepitose esplosioni di vitalità clownesca. «Una delle interpretazioni più estreme, disperate, livide e passionali del testo di Cechov» ha scritto un critico l'indomani della prima italiana, riassumendo così il coro osannante di chi ha subito riconosciuto negli spettacoli del regista lituano (giunse per la prima volta a Parma nel 1989 con «Zio Vanja» e «Pirosmani Pirosmani») le tracce di un grande talento. Tra i grandi estimatori del regista si annovera anche il drammaturgo Arthur Miller che nel 1986, dopo aver assistito ad alcuni spettacoli a Vilnius (città in cui Nekrosius lavora stabilmente dal 1979) si dice abbia affermato «Quel Nekrosius deve essere un genio». Di certo è stato facile creare attorno al personaggio un'aura di mistero: chi lo ha avvicinato racconta di un quarantenne senza età, uomo difficile, poco propenso a rilasciar interviste e a relazionarsi col prossimo e tuttavia ipnotico, con «lo sguardo vitreo e restio alla comunicazione verbale sin quasi all'afasia, tanto che secondo la leggenda guiderebbe i suoi attori soltanto con gli occhi». Spesso, alla presenza di un regista così carismatico, si corre il rischio di considerare poco il lavoro degli attori, retrocessi a semplici esecutori di disegni artistici altrui. E in questo «Tre sorelle» sarebbe davvero un grave eirore: la Compagnia Life di Vilnius vanta attori di grandi capacità e doti non comuni, impegnati per quattro ore in una recitazione che richiede continua tensione, studiato controllo, profondità d'espressione e straordinaria abilità gestuale che sconfina spesso, senza soluzione di continuità, nella danza e in piccole sorprendenti acrobazie. Sono in molti: citiamo almeno il trio femminile protagonista, che è composto da Dalia Micheleviciute, Aldona Bendoriute e Ruta Papartyte. Monica Bonetto

Luoghi citati: Italia, Parma, Vilnius