Per l'ictus trapianto di neuroni di Ezio Giacobini

Per l'ictus trapianto di neuroni ESPERIMENTO Per l'ictus trapianto di neuroni il L 23 dello scorso giugno una I paziente di 62 anni paralizI zata alla parto destra del corpo e con gravi disturbi della parola in seguito a un ictus è stata scelta da un gruppo di neurochirurghi dell'Università di Pittsburgh in Pennsylvania per il primo trapianto intracerebrale di cellule nervose allo scopo di riparare i danni dell'infarto cerebrale. Occorreranno 12 interventi por determinare l'applicabilità e il margine di sicurezza di un così audace procedimento. Secondo il neochirurgo che dirigo il progetto si tratterebbe di «una transizione nella terapia post-infartuale diretta non più solo a limitare i danni provocati al tessuto cerebrale ma bensì a restaurare la funzione mediante sostituzione con cellule nervose sane». E' ovviamente di una tecnica del tutto sperimentale che richiederà molti controlli prima di poter essere utilizzata in terapia. Basandosi su operazioni analoghe in persone colpite dal morbo di Parkinson utilizzando cellule nervose fetali si possono prevedere due esiti. Il primo, meno probabile, sarebbe un successo completo, con un ritorno della motilità e della parola. Come alternativa meno ottimistica ma forse più realistica si potrebbe ottenere un ricupero funzionale parziale. Un punto delicato di questi interventi è l'approvvigionamento di cellule nervose umane da usare comi! materiale di sostituzione. L'alternativa usata nel Parkinson di utilizzare ciUlulc letali umane ottenute da feti abortiti si è rivelata poco pratica (occorrono diversi feti in buone condizioni per ogni operazione). Nel nostro caso si è ricorsi a cellule di un tumore umano (il teratocarcinoma) coltivate in vitro ondi; ottenerne in numero sufficiente. Sono stati iniettati direttamente nel corvello 2 milioni di neuroni in prossimità della lesione cerebrale in tre punti diversi per un totale di 6 milioni di cellule. Per aumentare la probabilità di sopravvivenza dolio collide il paziente ora trattalo con inimunosoppressivi corno la ciclosporina (il cervello accetta cellule estranee con facilità maggioro di altri organi). Una seconda possibilità sarebbe l'utilizzazione di cellule nervose prelevate da embrioni animali corno xenotrapianti (non della stessa specie) Tali cellule possono ora esser coltivate in vitro in un numero praticamente illimitato. In futuro si prevedo di far croscerò cellule umano embrionali o di clonare cellule animali «umanizzate». Si spora che le cellule trapiantate nel cervello ricevente non solo siano in grado di sopravvivere ma soprattutto di stabilire connessioni nervoso collo cellule del cervello ospite. Negli esperimenti su ratti si è visto che le cellule tumorali del teratocarcinoma trattate con acido retinoico si comportano dopo il trapianto come vere cellule nervose progenitrici: sopravvivono per oltre un anno senza formare tumori e sono in grado di ristabilire la funzione nell'animale in cui venne simulato sperimentalmente un infarto cerebrale. Pur essendo un procedimento in fase sperimentale, ecco dunque un'alternativa interessante che aprirebbe una via completamente nuova alla riabilitazione del paziente postinfartuato ottenuta oggi principalmente mediante fisioterapia. Ezio Giacobini

Persone citate: Parkinson

Luoghi citati: Pennsylvania