TRADIRONO LA SCIENZA PER LE LEGGI RAZZIALI

TRADIRONO LA SCIENZA PER LE LEGGI RAZZIALI TRADIRONO LA SCIENZA PER LE LEGGI RAZZIALI Germania e Italia Anni 30: antisemitismo a confronto ULL'HITLERISMO e la persecuzione degli ebrei la letteratura critica e memoralistica è davvero enorme, ma non sarà mai abbastanza. E, in effetti, La Germania nazista e gli ebrei di Saul Friedlànder (un esponente della seconda generazione dell'ebraismo mitteleuropeo disperso per il mondo dall'avvento nazista), tradotto in italiano a distanza di un solo anno dall'edizione originale, mostra come il terreno d'indagine sia - ahinoi - fertile. Si tratta del primo volume di una più ampia indagine che mira a ripercorrere l'intero cammino del nazismo, dall'ascesa al potere fino all'epilogo estremo. Se l'autore focalizza il suo interesse in primo luogo sugli svolgimenti della politica di Hitler e dei suoi gerarchi, egli non trascura di indagare la società tedesca e le sue reazioni dinanzi alla persecuzione degli ebrei e, nel comtempo, di guardare a questi ultimi, le vittime. In questa molteplicità di sguardi consiste la novità del lavoro, che, in questo primo volume, giunge sino al 1939, mo- strandoci la macchina persecu toria antiebraica, in tutta la sua estensione, temporale e quantitativa, ben prima del divisamento hitleriano della «soluzione finale». L'autore, pur evitando di ritornare alle vecchie interpretazioni soggettivìstiche, che scaricavano le atrocità compiute dalla Germania nazista sul suo capo carismatico, insiste sulle responsabilità individuali di Adolf Hitler, denunciando esplicitamente quelle interpretazioni storiografiche che tendono, per eccesso di reazione alla prima, ad annegare il molo del Fùhrer in una indagine dei conflitti interni al Partito nazionalsocialista o in una anonima macchina calcolatrice dei rapporti costi/benefici. Attendiamo con fiducia il seguito di quest'opera. Segnaliamo poi, con particolare calore, Scienza e razza nell' Italia fascista, opera di Israel e Nastasi, due studiosi italiani di storia della matematica, una disciplina che ci fornisce di per sé un'indicazione sulla formazione degli autori e sull'oggetto specifico della loro indagine, volta ad analizzare la natura del razzismo fascista e a metterne in luce i caratteri propri, assai più «spiritualistici» rispetto a quelli «biologistici» del razzismo nazista, di cui l'italiano non fu una piatta imitazione. Buona parte del lavoro è dedicata alle leggi del 1938, all'analisi del loro effetto sulla cultura italiana, quella scientifica in primo luogo. In proposito, il libro, documentato e rigoroso, è animato da un (sacrosanto) sentimento di ira, che traspare ad ogni pagina, talora anche, se si vuole, in modo un po' plateale e scomposto: ma come rimanere tranquilli davanti a questa ignobile storia? Una storia in cui una delle più ricche comunità scientifiche sul piano internazionale fu devastata, in modo largamente irreversibile, da un insieme di atti culturali, politici, giuridici, amministrativi. In questo insieme di pratiche intellettuali e istituzionali, si inseriscono i comportamenti dei singoli: gli uomini politici (per esempio Giuseppe Bottai, un ministro dell'Educazione che nella sua applicazione delle leggi per «la tutela della razza» pose uno zelo incredibile) e gli scienziati, o sedicenti tali, da Francesco Severi a Guido Landra, da Nicola Pende a Sabato Visco; tutti pronti, per ambizione, opportunismo, viltà predatoria a farsi banditori della nuova crociata antiebraica. Davanti a tutti costoro, alle loro complicità attive e alle loro «indecenti» - l'espressione è usata reiteratamente, con altre similari, altrettanto forti, dagli autori - ne esce quasi grandiosa, pur nelle sue pesanti contraddizioni, la figura di Giovanni Gentile (Nastasi insieme ad Angelo Guerraggio ha curato per Bollati Boringhieri, nel 1993, una interessantissima raccolta di lettere di matematici italiani a Giovanni Gentile, che costituisce un utile complemento a questo volume). L'ira degli autori - e crediamo, dei lettori che questo libro merita numerosi e attenti - giunge sino alle pagine amarissime delle Conclusioni in cui si assiste, dopo il 1945, all'indisturbato riemergere dei persecutori, dei loro complici, dei loro beneficiati. Efficace la citazione finale, tratta da una lettera del fisico Enrico Persico del luglio '46: «L'epurazione... si è risolta in una burletta, e fascistoni e firmatari del manifesto della razza rientrano trionfalmente nelle Università». Un'epigrafe ineccepibile per una storia che ci parla, in una parola, dell'eterna viltà dei «chierici» e della loro indistruttibile capacità camaleontica. Angelo d'Orsi // razzismo dei fascisti assunse caratteri più <spirkualisti», coinvolse e devastò il meglio della nostra università LA GERMANIA NAZISTA E GLI EBREI (1933-1939) Saul Friedlànder Gaizanli pp 443. L 49 000 SCIENZA E RAZZA NELL'ITALIA FASCISTA Giorgio Israel Pietro Nastasi // Aiutino pp. 408. L 38.000 Su "Antisemitismo in Europa negli Anni Trenta legislazioni a confronto» è in corso, oggi e domani, un convegno a Milano. Museo di Stona contemporanea (vi.i Andrea 6)' Contro gli ebrei: due saggi sull'ombra lunga dell'antisemitismo in Germania e in Italia

Luoghi citati: Europa, Germania, Italia, Milano