ITALIA, DUE MILIONI DI MILIARDI BUTTATI di Francesco La Licata

ITALIA, DUE MILIONI DI MILIARDI BUTTATI ITALIA, DUE MILIONI DI MILIARDI BUTTATI LO SPRECO ITALIA: COME BUTTARE VIA DUE MILIONI DI MILIARDI Antonio Stella Baldini & Castoldi pp. 367. L. 28.000 A routine, si sa, fa sì che tutto alla fine possa sembrare normale. Anche un fenomeno macroscopico e inquietante, come il nostro debito pubblico. Per cui si leggono ogni giorno, distrattamente, brandelli di notizie sugli sprechi delle singole amministrazioni e - come si dice - si tira innanzi. Merito incontestabile, dunque, di Gian Antonio Stella, inviato del Corriere della Sera, è innanzitutto quello di averci raccontato, in unica soluzione che è un pugno nello stomaco, una realtà, forse sgradevole, ma estremamente vera e documentata. La cronaca della continua dissipazione del denaro pubblico: una storia che se non fosse tragicamente dolorosa potrebbe sembrare persino comica. Lo Spreco - sottotitolo: «Italia: come buttare via due milioni di miliardi» - è una inchiesta «all'antica», cioè «lavorata», senza la fretta assassina di stupire magari con poche notizie. Due anni di ricerche difficili, soprattutto tra i «numeri» in¬ comprensibili di bilanci e conti fatti per non essere divulgati al pubblico. Una ricerca tra storie italiane incredibili: Nord e Sud uniti nello spreco, anche se l'autore tradisce la condivisibile convinzione che da Napoli in giù il ballo dei miliardi è stato più convulso, a dispetto delle «vacche tisiche» della Val d'Aosta, infettate dai contadini per percepire le sovvenzioni. Sud più sprecone, non fosse altro che per la più o meno esplicita tattica di molti governi, disposti a garantire la proverbiale «stabilità» attingendo alla mitica Cassa per il Mezzogiorno. E così leggiamo che il Ponte sullo Stretto di Messina, ancora inesistente, è già costato 140 miliardi tra «studi, cocktail e brossure». Apprendiamo che da sempre i cosiddetti emendamenti di spesa, introdotti quasi clandestinamente da tutte le forze politiche presenti in Parlamento e sensibili alle sollecitazioni delle lobbies, hanno puntualmente vanificato ogni sforzo di rigore contabile dello Stato. Scopriamo, attraverso dati che non annoiano perché raccontati con perfida sapienza, il pozzo nero delle dighe, costosissime quanto spesso inutili. Come accade in Sicilia, dove i due milioni di quintali di agrumi, irrigati con l'acqua delle dighe miliardarie, non sono venduti ma «assorbiti dall'Alma». Poi la voragine delle pensioni: il cinquanta per cento del debito pubblico affonda lì le sue radici. Stella non fa il moralista. Riferisce cos'è accaduto, tanto per raccontarne una, alla signora Francesca Zarcone, bidella milanese: è andata a riposo, dopo «ben» 11 mesi di servizio attivo, a 32 anni. Come? Grazie all'inventiva di Mariano Rumor che nel 1969 - era presidente del Consiglio - aveva abbassato l'età pensionabile degli statali. La signora Zarcone, dunque, ha già incassato dallo Stato 284.368.935 lire, per undici mesi di servizio. ^Per non parlare delle «incom¬ piute» marchigiane, calabresi e siciliane: strade, autostrade, insediamenti industriali. Tutte opere lautamente pagate e ripagate con il consolidato sistema dell'aggiornamento prezzi. Il teatro comunale di Giarre, mai visto seppure iniziato nel 1956. Strano record, quello del paesino tra Messina e Catania. Oltre al teatro, non hanno mai visto la luce: il restauro del cine-teatro Rex, l'Ospedale Nuovo, l'Albergo Diurno, il campo sportivo, il Parco Regionale e altri diciannove progetti. E la spesa per la salvaguardia di otto cani, i famosi cirnechi dell'Etna? Una cooperativa giovanile percepiva 12 milioni al mese dalla Regione Siciliana. Stella fa un rapido calcolo e conclude che «c'erano quasi due sorveglianti per ogni cane». La Regione Sicilia deve avere un debole per gli animali. Perché ha poi acquistato due enormi orche marine allo scopo «di fare di Sciacca la Marienbad del Mediterraneo)). Come se non fosse bastato, osserva Gian Antonio Stella, «un mare stupendo, un'estate di otto mesi, una cucina piena di leccornie». Le orche, comunque, acquistate per 400 milioni di allora (1973) non hanno mai visto Sciacca. Troppi intoppi, e così| furono tenute «in pensione» in un acquario islandese per la modica somma di 18 milioni al mese. Il libro va avanti per 19 capitoli: storie incredibili che Stella racconta semplicemente, mettendoci curiosità, ironia indignata e bella scrittura. Francesco La Licata LO SPRECO ITALIA: COME BUTTARE VIA DUE MILIONI DI MILIARDI Antonio Stella Baldini & Castoldi pp. 367. L. 28.000