DON CHISCIOTTE ANTISPRECO

DON CHISCIOTTE ANTISPRECO DON CHISCIOTTE ANTISPRECO L'ITALIA DEGLI SPRECHI Raffaele Costa Mondadori pp. 276 L. 30.000 IU' che errori, sono orrori. Non errori di calcolo, sviste, imprecisioni. Ma simboli di una dilapidazione continua, di una dissipazione di risorse e di energie, un'Italia in perdita che non vuole rimettere a posto i suoi conti per non scoperchiare quella montagna di soldi buttati al vento. E per stilare un catalogo della spreconeria nazionale ci voleva un segugio che non si facesse scoraggiare dalla mole di insensatezze che affligge le casse del Paese ma anche chi vorrebbe che il patrimonio comune fosse gestito con un minimo di oculatezza. Chi conosce Raffaele Costa, sa che solo un gran pignolo, a volte quasi un inguaribile rompiscatole che decide di passare la vita a spulciare bilanci strani e budget discutibili, avrebbe potuto stilare un referto organico della dissipazione nazionale. E L'Italia degli sprechi, il volume di Costa pubblicato da Mondadori, rappresenta questo catalogo ragionato dll gdella sragione finanziaria che beneficia molti italiani ma colpisce tutti gli italiani costretti a pagare una follia di cui non si vede la fine. Un'enciclopedia degli sprechi nazionali («a carico del contribuente»), appunto. Basta prendere a caso una pagina del libro e si avrà la cifra fantastica delle spese sostenute dalla Rai per le Universiadi in Sicilia nel 1997. A caso, perché aprendo altre pagine senza nessun'altro criterio che non sia l'accidentalità più fortuita, ci si troverà innanzi alla quantità sterminata di soldi buttati via per ospedali incompiuti e perciò non in funzione, per il Mattatoio di Mogadiscio, per lo sviluppo di programmi software in Nicaragua, per i finanziamenti a pioggia all'((Associazione culturale romana dei danzatori scalzi», per le consulenze molto ben pagate al Comune di Roma, per jì numero straordinariamente elevato di dipendenti del Parlamento e via sprecando. 4 Un lavoro da certosino che permette di cominciare a identificare i mille rigagnoli in cui si disperde un patrimonio pubblico gestito senza alcuna accortezza e anzi col criterio del favoritismo per il più ampio spettro di gruppi, associazioni e singoli di cui in qualche modo si compra il «consenso». Resta casomai ogni tanto la percezione che nella sua sacrosanta battaglia per la riduzione di sprechi che spaziano come in un incubo dai «370 milioni per servizio di caffetteria, pari a 10 caffè al giorno per ciascun deputato o dipendente» stanziati dall'Assemblea regionale siciliana ai «73 milioni per un corso di arti marziali a giovani nomadi» deliberati dal Comune di Torino, in questa battaglia dunque di tanto in tanto Costa si faccia prendere la mano dalla comprensibile indignazione e parta a testa bassa contro stanziamenti che non sono in senso stretto «sprechi» ma che tali appaiono nella visione di chi scrive. I finanziamenti al «volontariato» sono solo sprechi? Costa pensa di sì. Ma non è detto che tutti gli italiani la pensino allo stesso modo. Gli stessi italiani che troveranno nelle pagine di questo libro sufficienti motivi di disperazione e sconforto. Una piccola curiosità conclusiva. Costa promette che i 412 milioni destinati dalla legge sui contributi alla stampa di partito al Duemila dello stesso Costa saranno investiti «in un progetto socialmente utile connesso all'attività editoriale». Non resta che prendere in parola l'ex ministro Costa ed esigere da lui una coerenza che non è merce di cui l'Italia abbondi. Uno spreco in meno, abbinato alla coerenza, sarebbe già un risultato per invertire la tendenza raccontata in un libro che assomiglia davvero a un museo degli orrori contabili, Pierluigi Battista Il ponte di \ ancora inesi è già costat< 140 miliardi L'infrastrutt fantasma è fra gli ese dell'Italia che spreca. Al vizio naz di dissipare sono dedica i libri dell'ex mini Raffaele Co e del giorna Gian Anton L'ITALIA DEGLI SPRECHI Raffaele Costa Mondadori pp. 276 L. 30.000

Persone citate: Gian Anton, Mondadori, Pierluigi Battista, Raffaele Costa