«Comunisti i killer di Pietroburgo»

«Comunisti i killer di Pietroburgo» Eltsin: seguirò personalmente le indagini. La vittima era stata uno dei suoi primi sostenitori (e feroce oppositrice del pc) «Comunisti i killer di Pietroburgo» «J'accuse» dei democratici per la deputata uccisa MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'assassinio di Galina Starovoitova, deputata della Duma e copresidente di «Russia Democratica», ha rovesciato un'ondata di choc sul mondo politico moscovita. Ed è subito battaglia senza esclusione di accuse, con l'intero schieramento radicaldemocratico che addita più o meno esplicitamente i comunisti come mandanti del delitto. Galina Starovoitova investigava su una società che secondo lei raccoglieva fondi per la futura campagna presidenziale dei comunisti sotto l'egida del presidente della Duma Ghennadi Seleznev. L'ha detto ieri la televisione Ort citando una persona vicina alla parlamentare. Seleznev, comunista, ha smentito tali asserzioni alla televisione. L'emozione è fortissima anche perché, quali che siano le interpretazioni, tutti si rendono conto del rischio che la situazione possa degenerare verso il terrorismo. In un Paese prostrato dalla crisi, dove odi e vendette si sono stratificati senza trovare vere mediazioni politiche, ci si interroga sulla prospettiva di due elezioni a breve termine, parlamentari e presidenziali, dove si deciderà di fatto un cambio di regime. Quindi altamente drammatiche. «La Russia corre il rischio di una presa del potere banditesca», ha detto ieri Vladimir Rizhkov, leader della frazione che fa capo a Cernomyrdin. «Non è questione di destri e sinistri, perché a luglio fu ucciso il generale Rokhlin, che era dell'opposizione e oggi è uccisa la leader dell'ala democratica». E Rizhkov non ha ricordato che proprio a San Pietroburgo nell'ultimo anno e mezzo sono stati ammazzati anche il vicesindaco Manevic e, recentemente, l'aiutante del presidente della Duma Selezniov, Dmitrij Filippov. Omicidio politico, come dicono i democratici, che additano i comunisti cui Starovoitova non ha dato tregua in questi anni, oppure omicidio legato alle prossime elezioni locali della città sulla Neva, ora ribattezzata da molti «capitale del crimine», oppure provocazione armata da strategia della tensione, non c'è dubbio che si tratta di un'azione terroristica minuziosamente programmata da professionisti. Le armi, modernissime e inconsuete, lasciate sul posto dai due attentatori (sembra che uno dei due fosse una donna), così come le modalità, dicono che non è opera di qualche fanatico, ma un'azione preparata in tutti i dettagli (una macchina attendeva fuori dal portone di casa della vittima i due assassini). Quasi tutti escludono moventi economici. Galina Starovoitova non si era mai occupata di business. Per giunta non si può certo dire che avesse un rilevante peso politico. Il suo momento d'oro era stato nel 1989 l'elezione (in Armenia) a deputato del Soviet Supremo dell'Urss nell'epoca della perestrqjka. La sua carriera sbocciò nella lotta contro Gorbaciov e nella creazione del Movimento Parlamentare Interregionale, che portò ripetutamente Boris Eltsin alle vittorie elettorali del '90-'91. Per questo il Presidente russo la collocò nel Consiglio presidenziale. Ma le sue ambizioni erano superiori allo spazio che Eltsin era disposto a concederle e i rapporti si raffreddarono. Ultimo vero sussulto politico fu, a quei tempi, la voce che Galina Vassilievna avrebbe potuto diventare addirittura il primo ministro della Difesa laico nella storia russa e sovietica. Non se ne fece nulla. Nel 1995 Galina Starovoitova era stata eletta nella Duma nelle liste di Russia Democratica, microscopico partitino amico-concorrente di quello dell'ex premier Egor Gaidar, «Scelta Democratica di Russia». Entrambi radical-democratici, che, tradotto in termini italiani, equivarrebbe a destra liberale. Né una né l'altro avevano ed hanno alcun peso nell'attuale camera bassa del Parlamento russo. E allora chi può avere avuto interesse a ucciderla? Una vendetta per il suo anticomunismo integrale? Sembra un po' poco per i professionisti che le hanno sparato addosso con una moderna versione del mitra Agran2000, in dotazione alle teste di cuoio americane, e con una Beretta Gardone senza rinculo. Forse, se sopravvive, potrà dire qualcosa sugli assalitori il suo segretario particolare, Ruslan Linkov, colpito alla testa e al collo da due proiettili e in bilico tra la vita e la morte. Galina Starovoitova sta diventando un casus belli che potrebbe portare lo scontro in Russia fuori dal terreno politico. Perfino un moderato come Viktor Sheinis, del partito «Jabloko» di Javlinskij, si è sentito costretto a dire parole durissime contro i comunisti, quasi invitandoli a difendersi prima che la situazione degeneri. «Io sono lungi dall'accusare gli avversari politici in Parlamento, ma è tempo che capiscano che trascinano dietro di loro dei fanatici che fondono in pallottole i loro sentimenti». Eltsin ha espresso sdegno e emozione e ha promesso di «tenere sotto controllo personale il corso delle indagini». Primakov ha promesso che esecutori e mandanti saranno trovati. Giuliette» Chiesa Indagava sulla raccolta di fondi per la campagna elettorale dei comunisti L'agguato opera di professionisti tra cui una donna Sopra, Galina Starovoitova con Eltsin nel '91 A sinistra agenti sul luogo dell'agguato

Luoghi citati: Armenia, Mosca, Pietroburgo, Russia, San Pietroburgo, Urss