«Telecom non può essere un taxi»

«Telecom non può essere un taxi» «Telecom non può essere un taxi» Cardinale: dobbiamo difendere Rai eMediaset IL MINISTRO DELLE TLC FROMA ERMI tutti! Che la Telecom Italia, il re delle tv Rupert Murdoch e la tv francese Tfl blocchino la preannunciata alleanza è il sogno proibito del ministro delle Comunicazioni Salvatore Cardinale. In questa intervista il ministro lancia un ultimo, estremo appello alla Telecom e alla Rai per costituire insieme la piattaforma digitale, la struttura per le trasmissioni tv a pagamento via satellite e via cavo. Ma, signor ministro, per lei il problema allora è non far arrivare Murdoch in Italia? «Occorre evitare che l'alleanza Murdoch-Telecom diventi un passaggio obbligato e condizioni l'intero mercato italiano di quella che chiamiamo la tv del futuro». Lei dice quindi che non deve passare lo straniero? «Allo condizioni che si intravedono corto non è opportuno l'arrivo di Murdoch che potrebbe utilizzare la Telecom come un taxi, decidendo però solo lui tutto, dalla guida alla direzione di marcia. Murdoch rischia di diventare il monopolista italiano della tv digitale». Scusi, nel mercato globale, con le frontiere aperte, non è lecito a chiunque fare tv in Italia? «Ovviamente, però questo mercato ò sottoposto alle regole della domanda e dell'offerta. La mia opinione è che non ci sia spazio per due piattaforme digitali nel nostro Paese». Dimentica che per l'Unione Europea una sola piattaforma lede la concorrenza? «L'interesse che noi abbiamo è che la prima a partire in Italia sia una piattaforma digitale che abbia una dimensione europea, con una presenza fortemente maggioritaria degli operatori nazionali. Questo può avvenire se la Telecom stipula un accordo con la Rai». In cosa consiste il condizionamento del mercato che per lei eserciterebbe Murdoch? «Gli investimenti concepiti da Murdoch per i soli diritti della trasmissione delle partite di calcio con la tv digitale sono pari a 4500 miliardi in tre anni. Mi chiedo se è possibile avere un ritorno adeguato per un investimento di questa portata». Cosa vuol dire? «Mi chiedo dove si trovano oggi tanti clienti pronti a sborsare in totale una cifra di questa dimensione per vedere le partite in televisione rendendo redditizio l'investimento. Chi arriva primo esclude gli altri dal mercato». Ha paura che Murdoch a suon di miliardi non lasci spazio ad altri? «Murdoch potrebbe diventare l'unico operatore capace di entrare in tutte le case con il decoder per la ricezione della tv digitale. E oltre al calcio con il decoder potrebbero arrivare i film e anche l'informazione a danno del pluralismo. Ecco la mia fonte di preoccupazione». In sintesi, non vuol vedere proprio Murdoch in Italia? «Murdoch può entrare, ma garantendo il pluralismo che è garantito da una forte presenza degli operatori nazionali. Non mi riferisco solo alla Rai, penso anche alla Mediaset. La concorrenza può svilupparsi sui prodotti all'interno della stessa piattaforma digitale. Pongo un problema di democrazia. Un fornitore di servizi si può aggiudicare in esclusiva i diritti del calcio, la parte commercialmente più ghiotta dell'offerta digitale. Murdoch che fa? Ci propone solo i suoi film? Quale informazione assicu¬ ra?». Si rende conto che un ministro non deve interferire nei patti fra aziende, ma occuparsi delle regole del mercato? «Me ne rendo conto. Io faccio una riflessione a voce alta. Dobbiamo assicurare il pluralismo dell'informazione: e quando è impegnata un'azienda con capitale pubblico questa esigenza deve essere considerata prima ancora dell'interesse economico. Io non posso ostacolare un'alleanza fra aziende, ma posso denunciare le conseguenze che temo. Il ministro delle Comunicazio¬ ni ha questo dovere e lo deve esercitare». Quale può essere la via d'uscita? Lei stesso esclude due piattaforme. «Mi pare evidente che non suino possibili due piattaforme». E allora? «Non ci deve essere un'occupazione di spazi in modo da impedire la competizione pluralistica, lo non ho aziende del cuore, immagino la Rai e la Telecom come punto di partenza per saldare insieme gli interessi di mercato con quelli del Paese in una logica europea: perciò giudico utile l'intesa fra loro». Ad un convegno ha ipotizzato di associare anche Wind, la società di telecomunicazioni controllata dall'Enel. Possono essere coinvolti altri editori, come la Rcs? «Devo dire che chiunque può partecipare all'alleanza: io non proteggo nessuno». Roberto Ippolito «Il rischio che corriamo è il monopolio Dobbiamo varare una piattaforma europea con una presenza a maggioranza nazionale» LA PAY-TV IN EUROPA (ABBONATI X 1000; STIME A FINE 98) 21.000 ! ] SATELLITE FRANCIA SPAGNA GRAN BRETAGNA ITALIA GERMANIA Silvio Berlusconi e, nella foto in alto, il ministro delle Tel Salvatore Cardinale

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