Lo sci si reinventa con la fantasia di Gabriele Beccaria
Lo sci si reinventa con la fantasia Nuove proposte sulle Alpi per ridare slancio a uno sport che conta 2 milioni di appassionati ed esce da un periodo di crisi Lo sci si reinventa con la fantasia Piste acrobatiche e notturne, aspettando la neve TORINO. Si dice che chi scia abbia la fobia delle code. Quelle asfissianti in auto e quelle snervanti in pista. A Cervinia cercano di curarla e hanno inaugurato due superseggiovie: quadriposto ad agganciamento automatico, capaci di smaltire 2400 persone l'ora. E dato che l'altra fobia è quella degli «snowboard», le tavole che ai piedi degli inesperti diventano micidiali proiettili, a Plain Maison è stato aperto lo «snow park», area riservata ai surfisti della neve, con tanto di punti per le acrobazie. Sono le novità per la stagione '98/'99, che a Cervinia è già cominciata, come al Passo del Tonale e in Val Senales. Poi, tra un paio di settimane, il via generalizzato su tutte le Alpi, con il tradizionale weekend dell'Immacolata, sperando nella neve e in impianti e piste rivisti per far riprendere uno sport che non è più di massa come una volta - alla fine degli Anni 70 e all'inizio degli 80 - e che vive di luci e ombre. A fare ombra sono i prezzi, prima di tutto. Un giornaliero costa in media 50 mila lire e, sommando benzina, panino e bibita, la gita di una famiglia media arriva a non meno di 300 mila (escludendo l'attrezzatura che vale non meno di un milione e mezzo a testa). «E così le settimane ai Tropici a tariffe stracciate sono diventate sempre più popolari», dice Roberto Della Torre del quindicinale «Sciare». In più ci sono i capricci della meteorologia, che in un decennio hanno deluso gli appassionati (con precipitazioni inferiori alla media del trentennio precedente), senza che le meraviglie dei cannoni sparafiocchi riuscissero a soddisfarli davvero. E, infine, si aggiunge la concorrenza delle stazioni francesi, prime nell'idea rivoluzionaria delle tessere per pagare il tempo effettivo in quota anziché il forfait-impianti. Per questo in Val d'Aosta si prega che tengano i 40 centimetri caduti negli ultimi giorni oltre i duemila metri e dappertutto, nelle 340 località dal Piemonte al Trentino, ci si sforza di pungolare il popolo dei due milioni di sciatori che mantiene 600 mila lavoratori stagionali. A Sestriere, nel comprensorio piemontese della Via Lattea in lizza per le Olimpiadi del 2006, si vuole stupire con una scuola olimpionica, diretta da Alberto Casse, con sconti agli skipass e l'organizzazione di gare per gli studenti, mentre anche a San Sicario debutta una seggiovia a quattro posti. Madesimo, in Valtellina, lancia la pista illuminata, corteggiando la moda delle discese notturne, e quella solo per «snowboard», con tanto di strutture destinate ai salti (le chiamano in gergo «half pipe»), oltre al grande anello di sci nordico (il buon vecchio fondo). Il comprensorio Superski delle Dolomiti - che raccoglie centinaia di chilometri di discese in 12 valli - ci prova con lo skipass gratuito per i bambini fino a otto anni, la prenotazione degli alberghi via Internet e nuovi impianti, come in Val Badìa e Val Gardena. Una delle luci in questo mercato stagnante è proprio lo «snowboard», che - spiega Luca Casali dell'Associazione sport invernali di Aosta - «è in piena ascesa e attira giovani e giovanissimi che non hanno mai sciato e perfino sciatori che avevano mollato». Altri si sono fatti prendere dal «carving», stile spettacolare con sci appòsitamente profilati (ora anche senza bastoncini), e altri ancora - sono un'elite - dal «freeriding», incursioni in vetta provvisti dell'«Arva», l'apparecchio per un ritrovamento immediato nel caso si rimanga travolti da una valanga. E per il futuro si pensa ai «palazzetti del freddo» alla giapponese, ambienti artificiali in cui esibirsi tutto l'anno, 24 ore su 24. Gabriele Beccaria
Persone citate: Alberto Casse, Luca Casali, Plain Maison, Roberto Della Torre
Luoghi citati: Aosta, Madesimo, Piemonte, Senales, Sestriere, Torino, Trentino, Val D'aosta
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