La pista si tocca con le mani

La pista si tocca con le mani La pista si tocca con le mani Curve più veloci e più spettacolari TRA MODA E TECNICA TRA gli industriali degli sport invernali si respira, o si ostenta, aria di fiducia: nella passata la scorsa stagione si è fermata la crisi degli Anni 90. Pesantissima: «Dal '92, anno dopo anno, il mercato degli sci è stato dimezzato, da 500 mila paia di sci venduti ogni anno si è scesi a 300 mila», precisa Vittorio Tallia, direttore generale della Rossignol sci. Semmai è la crisi asiatica che, a qualche marchio, sta portando brutte sorprese. Per quali ragioni si è fermata la parabola discendente di uno sport la cui pratica è diventata sempre più costosa? Grazie alla novità tecnica del «carver». Quello sci sciancrato, con punte e code più larghe, ha risvegliato l'interesse degli appassionati, li ha spinti verso il rinnovamento dell'attrezzatura, facendo intuire che era possibile provare nuove emozioni di velocità, curve diverse e in fantasia. Anche quest'anno il trend dovrebbe continuare, crisi e tasse permettendo. Le ditte preseguono, anzi estendono, le proposte di modelli con sciancrature sempre più accentuate, con sci meno lunghi. Il vecchio sci, dalla larghezza uniforme, è ormai da porre in cantina. Il vecchio slogan «la fantasia al potere» si trasferisce in pista. E nascono già accessori particolari come lo «Snow Duke», una sorta di conchiglia di plastica da impugnare per favorire lo scivolamento sulla neve dell'appoggio del braccio nelle curve più spettacolari (nel «carver» estremo non si usano più i bastoncini). Nella scorsa stagione scoppiò la polemica tra sciatori tradizionali e gli amanti dello «snowboard». Ma nasce da quella tavola, e dall'atmosfera allegra e fantasiosa di quel mondo, tutto il rinnovamento del mondo dello sci. Lo stesso «carver» è un figlio del «surf» da neve, o almeno una risposta. La sciancratura, dal lato tecnico, e la ricerca di acrobazie e fantasia, dal lato filosofico, derivano proprio dallo «snowboard» (a proposito, da quest'anno, in Trentino, il maestro di questa specialità non è più fuorilegge). Le giovani generazioni, specie quelle lontane dal fascino della montagna d'inverno, sono state attratte sulle piste da quel mondo colorato e anticonformista. E l'industria dello sci ha trovato un'alternativa. «E' proprio lo sci tradizionale che è in grave recessione - osserva Alessandro Tacchini, direttore marketing dell'azienda del padre Sergio -. Negli anni scorsi si è toccato il fondo, ora ci sono segnali di speranza. Anche se la perdita di una figura trainante come Tomba potrà causare qualche contraccolpo. "Carver" e "sno- Un appassionato di «snowboard». A sinistra, «carving» estremo, con le conchiglie per scivolare con le mani sulla neve (modello Snow Duke-Htm) wboard" stanno ridando linfa al mercato. Noi siamo convinti che occorre anche proporre modelli d'abbigliamento che possano essere usati anche in città e nel tempo libero». Intanto le industrie continuano a ricercare tessuti che rispondano all'esigenza di resistenza e comfort. In sostanza l'appassionato di sci cerca capi leggeri, tecnici ma confortevoli, che garantiscano il massimo di impermeabilità e ottima traspirazione. Esi¬ genza ancora più sentita dagli «snowboarder», per i quali cadere e rotolarsi nella neve (sia che si pratichi la l'orma «hard» in pista o «soft» in fresca) fa parte del gioco. Stessa tendenza anche per gli scaiponi, attrezzo ormai tornato ai ganci di chiusura. La battaglia tra i modelli è giocata sul comfort di calzata e sulla tenuta del calore. Il prezzo di un ottimo scarpone si aggira sul mezzo milione. La stagione non offre grandi novità tecniche: non ci sono sci con l'ammortizzatore, come la Salomon propose tre anni fa. Semmai si nota una tendenza grafica da Pop Art per gli sci e un rigore di tinte unite per le tavole. Ci sono invece alcune curiosità, come gli occhialoni ideati dalla Smith, con una batteria per ventilare l'interno e impedire l'appannamento (studiati per gli «snowboarder»), oppure lo zaino con la tasca speciale per trasportare la tavola. La pratica dello sci comporta comunque costi ancora alti: chi vuole acquistare l'attrezzatura completa deve preventivare una spesa media che oscilla tra un milione e mezzo-due milioni. «Carver» o «snowboard» che sia. Alessandro Rosa Negli stili estremi scompaiono i bastoncini e lo «snowboard» miete nuovi successi

Persone citate: Alessandro Rosa, Alessandro Tacchini, Carver, Snow Duke, Tecnica, Tomba, Vittorio Tallia

Luoghi citati: Trentino