«Sette regole per difendersi dalla tv»
«Sette regole per difendersi dalla tv» «Sette regole per difendersi dalla tv» Ma il manuale per le famiglie divide gli esperti FIRENZE DAL NOSTRO INVIATO Attenti, genitori, i bambini devono maneggiare la tv con prudenza. E' l'appello che viene da uno dei seminari nei quali si sono divisi i lavori della Conferenza sull'infanzia in corso a Firenze, quello dedicato a «mass media e nuove generazioni»: sette regole d'oro per le famiglie, stilato dal presidente del Comitato per l'attuazione del Codice tv-bambini, lo psicologo del Cnr Francesco Tonucci. E' il gruppo di lavoro istituito dal governo Prodi nel febbraio '97 e del quale fanno parte anche Rai, Mediaset e Cecchi Gori Communication, oltre ad esperti di varie discipline, con la quale le emittenti si sono date il codice di autoregolamentazione con fasce di protezione in base all'orario di messa in onda dei programmi. Ma la proposta di Tonucci, che qui a Firenze è stata presentata a titolo personale (suscitando anche qualche polemica nel seminario, sollevate soprattutto dalla sociologa Marina D'Amato, dell'Università La Sapienza) è un «manuale d'uso» valido per tutti. «Troppo tempo davanti alla tv fa male», dice il primo punto: stanca la vista, porta all'obesità e alla pigrizia fisica e mentale. Punto due: fa perdere tante altre attività, come giocare con gli amici o leggere un libro. Terzo: i bambini non devono vedere la tv prima di andare a scuola. E' una abitudine piuttosto diffusa, ma secondo Tonucci porta a «maggiore stanchezza e distrazione». Punto quattro: non lasciare i figli davanti al video tino a che non vanno a letto e fino alla fascia «protetta» delle 22,30, pure fissata dalla legge Mammì. Infatti il bambino «ha bisogno di avere un periodo di distacco fra la televisione e l'addormentamento, con una storia, una lettura, due chiacchiere». Cinque: non si deve tenere acceso l'apparecchio mentre si mangia, quando la famiglia dovrebbe avere invece un momento di incontro. Il punto 6 è forse il più im¬ portante: divieto di tenere la tv nella loro camera, in modo che si scelgano da soli i programmi. Infine, il punto 7: non usare la tivù come una baby-sitter, bensì condividerla con loro, «per spiegare scene, situazioni o parole difficili». Norme di comune buon senso, che tendono a responsabilizzare di più i genitori. Ma al seminario, al quale era presente anche Tiziana Ferrario del Tg dei ragazzi (dovrebbe riprendere a gennaio, pare), alcuni hanno storto il naso: era necessario un nuovo codice sulla tv? Paola De Benedetti, oggi consulente Rai e «mamma» di tante trasmissioni per i più piccini: «Cosa vuol dire che troppa tv fa male? Bisogna distinguere: è molto diverso se ha due o dieci anni». Aggiunge Marina D'Amato: il punto è un altro, si deve tornare a ;una tv con programmi specifici per ogni fascia d'età. Come ai tempi di Rin-Tin-Tin e Lassie: ma questo forse non tiene conto delle dure leggi dell'Auditel. [g. pa.] PER UN BUON USO DELIA TV Troppo tempo davanti alla televisione fa male Fa male perché toglie spazio ai giochi e alle letture Evitare che i bambini guardino la televisione prima di andare a scuola Evitare che i bambini guardino la televisione fino a tardi e fino a che non vanno a letto Evitare di tenere la televisione dovesi mangia Non mettere la televisione nella camera dei bambini Tutte le volte che è possibile guardare la televisione con i bambini
Persone citate: Cecchi Gori Communication, Francesco Tonucci, Mammì, Marina D'amato, Paola De Benedetti, Tiziana Ferrario, Tonucci
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