Israele, i coloni restano soli di Aldo Baquis

Israele, i coloni restano soli Avviata la prima fase prevista dagli accordi di pace. E martedì s'inaugura l'aeroporto internazionale a Gaza Israele, i coloni restano soli Paura e rabbia nel giorno del ritiro TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Per la seconda volta da quando è primo ministro (dopo il ritiro parziale da Hebron, nel gennaio 1997) il leader del Likud Benyamin Netanyahu ha consegnato ieri all'Autorità nazionale palestinese una modesta porzione della Cisgiordania, provocando sbigottimento fra i coloni ebrei e soddisfazione contenuta fra i palestinesi. I primi l'hanno accusato di aver tradito l'ideologia del revisionismo sionista e di averli abbandonati al loro destino nelle enclavi circondate dalla polizia palestinese. I secondi si sono sentiti due volte ingannati dagli israeliani: prima quando hanno scoperto che le carte del ritiro dalla zona di Jenin (Cisgiordania settentrionale) erano state ritoccate la notte precedente da una commissione ministeriale, per venire incontro alle richieste dei coloni. Dopo, quando hanno visto che di 250 detenuti palestinesi rilasciati ieri, solo 100 erano politici mentre i rimanenti erano delinquenti comuni. «Non possiamo certo esultare» ha detto Hisham Abdel Razek, il delegato che ha negoziato la scarcerazione dei militanti politici. In definitiva però tutte le difficoltà sono state superate: le carte del ritiro sono state firmate dal generale israeliano Moshe Bughy Yaalon e dal suo omologo palestinese Haj Ismail Jaber, gli agenti palestinesi hanno fatto ma plateale ingresso - fucili in mano - a Kabatya (a Sud di Jenin) e Israele ha autorizzato l'apertura dell'aeroporto internazionale «Yasser Arafat» di Gaza: il volo inaugurale sarà egiziano e avrà luogo martedì. Da ieri - con le zone autonome più che raddoppiate e con mi aeroporto che mtensificherà le relazioni col mondo esterno - i palestinesi hanno maggiori ragioni di credere che lo Stato palestinese sia a portata di mano. «Presto innalzeremo le nostre bandiere sulle mura di Gerusalemme, sulle sue moschee e sulle sue chiese» ha previsto Arafat in un discorso alla popolazione di Hebron. In base agli accordi di Wye Plantation, nelle prossime settimane Israele dovrà compiere due altri ridispiegamenti, al termine dei quali l'Autorità palestinese avrà il controllo esclusivo sul 18 per cento della Cisgiordania e il controllo parziale su mi altro 22 per cento. Tutto ciò getta nella prostrazione i 160 mila coloni ebrei che si attendevano che la firma degli accordi provocasse la caduta del governo Netanyahu ed elezioni anticipate. Il preannunciato terremoto politico non si è però realizzato perché il partito nazional-religioso (due mi¬ nistri, nove deputati) ha preferito restare nel governo «per lottare dall'interno». Ieri a dimostrare contro il ridispiegamento erano solo alcune decine di coloni di Kedumim, in Samaria. Alcuni gruppi di destra invece hanno adottato posizioni radicali. Il movimento nazionalista Habbad è in rotta di collisione con il suo primo ministro, Un rabbuio Habbad, Shabtay Bloch, 48 anni, è stato arrostato dai servizi segreti israeliani a Safed (Galilea) giovedì, prima della visita di Netanyahu. Telefonate anonime avevano avvertito la polizia che Bloch, con un complice, si accingeva ad aggredirlo. Aldo Baquis Il leader palestinese a Hebron «Presto innalzeremo le nostre bandiere sulle mura di Gerusalemme» Poliziotti e civili palestinesi in festa dopo il ritiro israeliano

Persone citate: Arafat, Benyamin Netanyahu, Bloch, Hisham Abdel Razek, Moshe Bughy Yaalon, Netanyahu, Yasser Arafat