La «Rinascita» di Cossutta di Antonella Rampino

La «Rinascita» di Cossutta MARKETING E POLITICA Domenica all'assemblea ci saranno Vauro, Monicelli, gli Statuto La «Rinascita» di Cossutta Ritorna il settimanale dei comunisti E ROMA dopo aver rispolverato la bandiera del vecchio Pei, quella cara a Palmiro Togliatti e rimaneggiata da Renato Guttuso, avendola fatta propria con accorti aggiustamenti grafici, adesso Cossutta e compagni s'apprestano a ben altro rilancio. Stanno pensando addirittura a riprendere le pubblicazioni di un settimanale politico, di Rinascita che era l'emblema deH'intelligencija comunista, la testata da anni in naftalina su cui ai tempi dibatteva l'establishment, del Pei. Anche qui un piccolo ritocco, un articolo che potrebbe fare la differenza: La rinascita. Un primo foglio, anzi un foglione, verrà distribuito da uno «strillone» d'eccezione, Lucio Manisco, che a suo tempo è stato fustigatore dell'americanway-of-life dai teleschermi del Tg3 e oggi c europarlamentare cossuttiano, già domenica mattina. Una sorta di giornale-ciclostile d'antan, che verrà dato ai 330 promotori di quello che sarà - e formalmente non è ancora - il partito dei comunisti italiani, al centro congressi Cavour di Roma. Ma, quando e se dovesse veramente tornare nelle edicole come settimanale, certamente farà riferimento ad Adalberto Minucci, collega di Cossutta ai tempi della segreteria di Berlinguer. Un comunista non nuovista che siederà nel comitato di presidenza, l'organo collegiale allargato a 7-9 persone, cui spetterà di guidare il Pdci. E di cui, oltre al presidente Cossutta, faranno certamente parte Oliviero Diliberto, Nerio Nesi, Marco Rizzo, i capigruppo di Camera e Senato Tullio Grimaldi e Luigi Marino. Queste ultime settimane, nella costruzione del nuovo partito, sono state frenetiche. Oltre al lavoro ordinario, i deputati sono andati in road show per l'Italia. Da una riunione con Caroli e Nesi che ha portato nelle file cossuttiane 100 quadri sin¬ dacali, a una cena di pour-parler di Marco Rizzo con il regista Francesco Nuti (no, la Ferilli non c'era), nulla è stato trascurato. Ma alla fine di ogni riunione, con l'ufficio dei gruppi parlamentari che è sovraffollato, e a parte Cossutta e Grimaldi nessuno è più proprietario della propria scrivania, si tornava su un punto: avere un organo d'informazione. Un quotidiano costerebbe non meno di un paio di miliardi all'anno: troppi, perché il Pdci non ha, essendo frutto di una scissione da Rifondazione, finanziamenti pubblici. E anzi con Rifondazione è aperta «una difficile trattativa», non ancora arrivata allo scontro, regione per regione, nelle federazioni, nei consigli, nei cosiddetti enti locali. Niente quotidiano, dunque: ma un settimanale politico sì. E si sta appunto lavorando al progetto di Rinascita. Per il resto, domenica i 330 che già avevano acclamato il presidente al momento della scissione, il 7 ottobre scorso, dovranno discutere quello che Cossutta presenterà come «Un programma comune per la sinistra», lanciato dunque come un invito a tutte le forze dell'area, diesse compresi. E poi dovran¬ no eleggere gli organismi dirigenti. Secondo lo schema tradizionale dei partiti comunisti, ci sarà una direzione allargata, 70-80 persone, inclusi tutti i parlamentari, la delegazione di governo, e - novità - i responsabili sul territorio, nelle regioni e nelle città più importanti. Ci sarà poi un comitato di coordinamento, ristretto a 20 persone, con incarichi di lavoro. Il partito è stato «costruito» in queste settimane dal gruppo che dentro Rifondazione ricopriva la funzione «stampa e informazione»: nel nuovo organismo, il responsabile Marco Rizzo diventerà il coordinatore nazionale, e il suo vice Gianfranco Pagliarulo sarà responsabile dell'organizzazione. Il tutto, in vista della kermesse all'Orologio, il teatro off-off di Roma, il 24 pomeriggio. Ci saranno intellettuali come Luciano Canfora, registi come Mario Monicelli, vignettisti come Vauro (che sarà anche negli organismi dirigenti del partito). Ma ci saranno soprattutto gli Statuto, quelli che quando Cossutta ha mollato Bertinotti si sono attaccati al telefonino, e hanno scritto un messaggio: «Armando sei un grande comunista. Noi saremo sempre con te». Antonella Rampino Armando Cossutta

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