Scuola, mezzo milione nelle piazze
Scuola, mezzo milione nelle piazze La manifestazione di studenti medi e universitari. «Quello dei finanziamenti 11 Scuola, mezzo milione nelle piazze Cortei pacifici in 120 città, incidenti solo a Milano Mezzo milione di studenti. Tanti ce n'erano, tra liceali e universitari, nelle piazze italiane. E migliaia ce n'erano pure nelle strade di Germania, Svizzera, Norvegia e Lussemburgo. Ma se all'estero gli studenti hanno manifestato soltanto per «una migliore politica del diritto allo studio», da noi i cortei chiedevano sì una «scuola europea», ma gli slogan più coloriti erano tutti contro la parità tra gli istituti pubblici e privati. Non a caso, tra i ventimila ragazzi scesi per le vie di Roma, c'erano anche un gruppo di politici: i diessini Giorgio Mele, Gloria Buffo, Marco Fumagalli e Valdo Spini. «Abbiamo portato la nostra testimonianza all'iniziativa degli studenti a favore della qualità della scuola pubblica - spiega Mele -, Perché sarebbe opportuno un ripensamento del governo sulla scuola, perché il tema della riforma non può risolversi per alcune forze dell'esecutivo solo strizzando l'occhio alla scuola privata». Un partito di sinistra riformista - aggiunge Spini - «deve mantenere un rapporto con questo movimento, che sottolinea giustamente la situazione della scuola pubblica e la necessità di svilupparla e diffonderla in vista dell'ingresso in Europa. Ogni intervento in favore degli alunni della scuola privata va preso in considerazione solo dopo che si è approvata una legge che fissi con precisione gli standard qualitativi, l'apertura e il pluralismo culturale che devono contraddistin¬ guerla». Eppure gli studenti non ci stanno a dipingere la loro manifestazione, che ha coinvolto 120 città in tutto il Paese, come una protesta contro i soldi agli istituti non statali. Non c'era solo quello, spiegano. «Il finanziamento alle private è inaccettabile - taglia corto un comunicato congiunto di Unione degli Studenti, Studenti.net, Movimento studenti dell'azione cattolica e Confederazione degli studenti -. Il dibattito sulla scuola non può ridursi a un inutile quanto sbagliato dibattito su questi argomenti». I punti caldi sono altri: agevolazioni su libri, mense, trasporti, consumi culturali, sostegno all'edilizia scolastica, riforma degli organi collegiali e soprattutto della scuola superiore. Proprio su questi temi, una delegazione di universitari è stata ricevuta dal ministro Zecchino, che ha annunciato agli studenti la sua partecipazione a un'assemblea pubblica già convocata per il 3 dicembre a Pomezia. Ma lo scontro politico più evidente è quello sulla scuola privata. Anche tra gli stessi studenti: «Ne abbiamo piene le tasche di manifestazioni demagogiche, in cui si chiedono solo soldi per la scuola statale - attaccano i vertici di Alternativa studentesca, il movimento dei giovani di centrodestra -. E' incredibile la chiusura mentale di certi giovani della sinistra che, per farsi pubblicità, cercano di negare a tutti gli studenti i diritti sostanziali di libertà nella scuola: gli unici che guadagnerebbero qualcosa dalla parità sono le famiglie e, soprattutto, noi studenti». Duro anche il commento del senatore di An Riccardo Pedrizzi, che punta il dito sui pochi episodi di violanza che hanno macchiato la giornata. «La responsabilità dei gravi incidenti accaduti nel corso delle manifestazioni - dice ricade per intero sulle spalle di quella sinistra che per cinquant'anni ha insegnato ai giovani che la scuola non statale è brutta e cattiva in quanto dei preti e dei ricchi». L'episodio più grave a Milano, dove gli studenti in piazza erano 25 mila. Una sassaiola improvvisa ha scosso il corteo davanti alla sede del provveditorato. Una ventina di vetrate sono state distrutte, e una ragazza è rimasta leggermente ferita alla testa. Secondo gli organizzatori dell'Uds, la responsabilità degli incidenti ricadrebbe sul Rase, un movimento autonomo. Un portavoce degli autonomi si è dissociato dai fatti, definendoli però «un campanello d'allarme della rabbia fra gli studenti». Una ragazza è rimasta ferita anche nella manifestazione di Como, ma non in seguito ad incidenti: è caduta a terra quando alcuni manifestanti, pare per gioco, si sono messi a correre. Guido Tiberga Berlusconi: governo paralizzato e diviso i nostri voti sono stati determinanti Mastella: no, è un successo dell'Udr I NUMERI g DELLE MANIFESTAZIONI , VAI LE D'AOSTA PIEMONTE 35.QOO LOMBARDIA ao.ooo LIGURIA 15.000 Itili TRENTINO 15.QOO EMILIA ROMAGNA 15.000 VENETO 1 5.000 FRIULI VENEZIA GIULIA lO.OOO TOSCANA UMBRIA MARCHE ÌS.OOO 15.000 15.000 ABRUZZO 25.QOO LAZIO MOLISE PUGLIA 2S.QOO 10.000 AO.OOO CALABRIA CAMPANIA 20.000 70.000 BASILICATA 15.000 SICILIA «O.OOO SARDEGNA 20.000
Persone citate: Giorgio Mele, Gloria Buffo, Guido Tiberga, Marco Fumagalli, Mastella, Mele, Riccardo Pedrizzi, Valdo Spini
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