Le grandi stazioni verso i privali di Bruno Gianotti

Le grandi stazioni verso i privali Demattè e Cimoli vogliono sfruttare le potenzialità commerciali di 13 impianti Le grandi stazioni verso i privali LeFs: «Cerchiamo un partner esperto» ROMA. Le Fs si muovono sul privato: cercano un partner (è la prima volta), italiano o straniero, capace di riconvertire il business perverso delle grandi stazioni, che sono 13, costano 200 miliardi l'anno e ne rendono appena 23 in affitti, locazioni e contratti vari. Un patrimonio di 650 mila metri quadrati, attraversalo da un milione e mezzo di persone l'anno, mai sfruttato adeguatamente, nonostante i grandi progetti varati da Lorenzo Necci fin dal 1992. I suoi successori, il presidente Claudio Demattè e l'amministratore delegato Giancarlo Cimoli, cominciano la ricerca per vie tradizionali, con un classico avviso sui giornali. L'annuncio esce oggi su diversi quotidiani e invita chiunque abbia esperienza in materia e sia interessato al business, a fare una proposta tramite un intermediario, l'advisor Kpmg. Le Fs richiedono «possesso di idonee esperienze consolidate in Italia e/o all'estero nella gestione di centri commerciali e direzionali e in programmi di investimento complessi; presenza di valide motivazioni strategiche e di mercato all'acquisizione della partecipazione». In cambio sono disposte ad offrire, oltre ai futuri guadagni, una parte cospicua, dal 30 al 49% di Grandi Stazioni Spa, la società che fa capo alla controllata Metropolis (gestore del patrimonio immobiliare), e punta a riqualificare le 13 più importanti stazioni italiane: Roma Termini, dove i lavori sono stati avviati da tempo, Milano Centrale, Torino Porta Nuova, Venezia S. Lucia e Mestre, Genova Brignole e Principe, Verona, Bologna, Firenze S. Maria Novella, Napoli Centrale, Bari, Palermo. II modello è l'aeroporto, ma con più optional. Visto che le grandi stazioni sono sopravvissute nel cuore delle città, potranno ospitare non soltanto i centri commerciali e le boutiques, ma anche un'area «business» e un'area tempo libero, con.sale iuuitiiunziQnali, cinema, ristoranti e alberghi. Il tutto, ovviamente, gestito separatamente dalla parte ferroviaria. L'accordo con il partner dovrebbe essere concluso in fretta, entro la prossima estate. I tempi per la realizzazione effettiva saranno probabilmente lunghi, perché si tratterà in molti casi di far partire ristrutturazioni e modifiche in edifici spesso di valore storico e architettonico. L'obiettivo economico, in media con i valori europei, è il 9% del fatturato. La rosa dei potenziali interessati al business è vastissima. E proprio ieri Autogrill ha manifestato il suo interesse per i punti di ristoro delle stazioni francesi e la partecipazione alla gara per la cessione della parte ristorazione di Frantour, da parte della Sncf, le ferrovie francesi. Oltre al gruppo italiano che fa capo alla famiglia Benetton, sono in lizza la francese Elior, d'Eurest France filiale della britannica compass e anche un altro gruppo italiano. Bruno Gianotti Giancarlo Cimoli amministratore delegato Fs

Persone citate: Benetton, Cimoli, Claudio Demattè, Demattè, Giancarlo Cimoli, Grandi Stazioni Spa, Lorenzo Necci, Maria Novella