Sono cinque milioni i lavoratori «in nero»
Sono cinque milioni i lavoratori «in nero» Secondo un rapporto del Cnel gli irregolari toccano il 44,5%. In aumento i «doppiolavoristi» Sono cinque milioni i lavoratori «in nero» E per il giovane disoccupato c'è un miraggio: fare l'impiegato ROMA. Sono cinque milioni i lavoratori in nero in Italia, per la maggior parte «doppiolavoristi» e immigrati. E' quanto emerge da un rapporto del Cnel sui contratti di riallineamento, che mirano appunto a far emergere il lavoro nero. Secondo il rapporto, il 23% del lavoro complessivo del 1997 è irregolare. Mentre calano i lavoratori irregolari (dal 51% al 44,5% tra il 1980 e il '97), non iscritti a libro paga o senza un luogo di lavoro identificabile, il secondo lavoro è cresciuto dal 30% al 35% del totale e il lavoro nero prestato dagli immigrati dal 6% al 14%. La patria del lavoro sommerso resta il Sud con un .tasso eh.irregolarità doppio (il 34%) rispetto a quello registrato al Nord (17%) dovuto comunque soprattutto al doppio lavoro. Sono occupati in nero soprattutto gli agricoli (90% tra i lavoratori dipendenti): se non si considera questo settore infatti il sommerso raggiunge il 25,8% del totale del lavoro al Sud e il 14,4% del¬ l'occupazione al Nord. Il lavoro sommerso è frequente nelle costruzioni (42% degli occupati) mentre è contenuto nel manifatturiero (7,8%) tranne aree come il tessile dove riguarda oltre il 40% dei lavoratori indipendenti. Il fenomeno è in espansione nei servizi privati dove sfiora il 20% e nei servizi alle persone dove raggiunge il 40% dei lavoratori indipendenti. Secondo il Cnel le attività in nero rappresentano il 20% dell'evasione fiscale complessiva. I più interessati a percorsi' di riallineamento salariale sono soprattutto i lavoratori del tessile abbigliamento e dell'agricoltura. Nel tessile i contratti, di emersione (prevedono «sconti» su salario e contributi per le aziende che scelgono di uscire dal nero) riguardano 14.000 lavoratori e 600 imprese. Nell'agricoltura hanno aderito agli accordi territoriali di riallineamento 25.838 imprese del Sud (pari al 15,2% di quelle registrate). Ma l'aspirazione professionale del giovane disoccupato tra i 18 e i 25 anni resta l'impiego fisso. Lo vorrebbe il 66%, mentre il 51% è anche disposto a cambiare città per trovare lavoro. Il 27% è pronto anche ad andare all'estero. I dati emergono dalla ricerca del ministero del Lavoro, elaborata dal professor Aris Accornero, presentato in una conferenza stampa anche dal ministro Antonio Bassolino. I giovani intervistati tra maggio e novembre sono stati oltre 70 mila* 50mila i eurrioula raccolti.JLe elaborazioni sono state effettuate su un campione di 2.836 unità (58% ragazze 42% ragazzi). Età rrìedia intorno ai 20 anni. IlJ85% residente-ai Nordr il 12% al Centro e il 53% al Sud. «La risposta sulla propria aspirazione professionale - ha spiegato Accornero - non è di per sè scandalosa in realtà conferma che in Italia manca l'orientamento al lavoro. Si indica genericamente l'impiegato perchè non si sa cosa fare». [r. e. s.]
Persone citate: Accornero, Antonio Bassolino, Aris Accornero
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