«C'è mia vita, non staccheremo la spina»

«C'è mia vita, non staccheremo la spina» Genova: tenteranno di far crescere il piccolo nel grembo della mamma almeno altre 6 settimane «C'è mia vita, non staccheremo la spina» Donna in coma, i medici decisi a salvare il bimbo GENOVA. I medici hanno già deciso: tutelare la vita a tutti i costi, anche quella di un feto di 22 settimane. Quando Paola 0, 24 anni, sarà clinicamente morta, nessuno, nel reparto di rianimazione del San Martino, staccherà la spina. Le macchine continueranno a far respirare quel corpo senza attività cerebrale per tentare l'impossibile: far crescere il bambino nel grembo della madre almeno altre 6 settimane, ilnché non sarà possibile farlo nascere. La giovane donna è stata colpita da un'emorragia cerebrale domenica scorsa, senza che nulla facesse prevedere la tragedia. Era in casa, a Masone, con il marito e il figlio di un anno e mezzo quando ha cominciato ad avvertire forti dolori alla testa e poi la nausea. Ha perso i sensi poco prima dell'arrivo del medico. Trasportata in elicottero fino all'ospedale, Paola è apparsa subito in condizioni disperate. I suoi familiari sono perfettamente consapevoli della situazione. Non si illudono sulle possibilità di riavere Paola, né vogliono interferire con la decisione dei medici. «Il dovere m'impone di fare tutto ciò che è possibile per mantenere la vitalità della donna e di suo figlio» ha confermato il primario della rianimazione di San Martino, il professor Franco Bobbio Pallavicini. Oggi è previsto il consueto quotidiano aggiornamento clinico tra il primario e il medico legale, Andrea Gianelli Castiglione, che fa parte della commissione cui, secondo la legge 578, spetta la dichiarazione di morte del paziente sei ore dopo la cessazione dell'attività elettrica del cervello. A decidere con lui un neurologo e un rianimatore. «Il problema si porrà ufficialmente solo in quel momento, ma a noi spetta salvare la vita, e il feto è vivo» dice il medico legale. Con il rianimatore ha già sentito il parere del ginecologo e del neonatologo. Il bambino si muove nella placenta, il cuore batte regolarmente. E' possibile capire se ha riportato danni? «Nessuno è in grado di dirlo - risponde il professor Castiglione -. Si possono accertare solo handicap genetici, anche in caso di gravidanze regolari non è individuabile in anticipo un danno sulla funzionalità cerebrale». In coma profondo, Paola viene mantenuta in vita grazie a un ventilatore estemo che le permette di respirare, con farmaci che regolarizzano battito, circolazione e metabolismo, e per mezzo di materassini riscaldati che non fanno scendere la temperatura corporea. Quando l'attività elettrica cesserà, verrà mantenuta il più a lungo possibile l'attività circolatoria. Al di là del problema etico e morale su una decisione che per legge non coinvolge i familiari della donna e soprattutto il padre del bambino, i precedenti nella letteratura scientifica non sono confortanti. Nell'89, Maria Grazia, una casalinga vercellese di 32 anni, incinta da 23 settimane, mamma di un bimbo di 6 anni, ricoverata a Pavia in coma profondo, fu fatta partorire alla ventisettesima settimana di gestazione. Il bimbo pesava un chilo e 250 grammi, ma aveva subito un'e¬ morragia cerebrale nel ventre materno, si ammalò di broncopolmonite, poi sopraggiunsero problemi intestinali. La madre morì il 14 luglio, due mesi dopo il ricovero, il piccino, Andrea, il 18. Nel 1992, a Torino, una donna di 25 anni, in coma irreversibile alla quindicesima settimana di gestazione, fu mantenuta in vita per 49 giorni, ma sia lei che il bambino che portava in grembo morirono. Ce l'aveva fatta, invece, nell'84, il bimbo nato con parto spontaneo al¬ l'ottavo mese di gravidanza da una donna in coma da 45 giorni all'ospedale di Trani. E nel '97, negli Stati Uniti, Lisa Nottingham, cerebralmente morta per emorragia cerebrale al quarto mese di gravidanza, era riuscita a mantenere le attività vitali per tre mesi, permettendo alla sua bimba di nascere al settimo mese, prima di morire per arresto cardiaco 20 minuti dopo aver partorito. Alessandra Pieracci Il primario della Rianimazione: «Ho il dovere di fare tutto ciò che è possibile per salvare sia la mamma sia il feto» La giovane viene mantenuta in vita grazie a un ventilatore e a farmaci I precedenti non sono confortanti ma 2 volte i bimbi sono sopravvissuti

Persone citate: Alessandra Pieracci, Andrea Gianelli Castiglione, Castiglione, Franco Bobbio Pallavicini, Lisa Nottingham, Maria Grazia

Luoghi citati: Genova, Masone, Pavia, Stati Uniti, Torino