Bambini, la svolta parte dagli asili nido

Bambini, la svolta parte dagli asili nido Aperta a Firenze la Conferenza sull'infanzia, il ministro: si destinano troppi soldi agli anziani, pochi ai giovani Bambini, la svolta parte dagli asili nido La Turco: hanno orari insufficienti e costi troppo alti FIRENZE DAL NOSTRO INVIATO «Qui il protagonista è un bambino normale». Livia Turco, ministro alla Solidarietà sociale, ha quasi a un moto di fastidio, quando dai microfoni delle radio e delle televisioni che la attorniano, le chiedono un parere sull'infanzia abusata, violata, calpestata. E forse la signora Turco, da «cittadina e madre» - come ha detto dalla tribuna - pensa a suo figlio Enrico, sei anni, un bimbo come tanti che è andato all'asilo, ma che quando entra con i genitori in un ristorante italiano non trova i menù speciali così usuali all'estero, che negli aeroporti non incontra nursery, che non ha più cortili dove andare a giocare. E' questo il messaggio che il governo vuole lanciare da Firenze, in questa prima Conferenza nazionale sull'infanzia apertasi ieri (si concluderà domani) nella Fortezza da Basso, di fronte a una platea di 4 mila persone, praticamente tutti quelli che in modo professionale si occupano di bambini: operatori sociali, psicologi, insegnanti, amministratori locali, magistrati minorili. Oggi il presidente del Consiglio Massimo D'Alema sarà qui a farsi intervistare «dai ragazzi e dalle ragazze», per certificare con la propria presenza che questa volta si vuole fare sul serio. Ci sono nuove leggi, ci sono più fondi nella Finanziaria - circa 2 mila miliardi -, ma soprattutto c'è una attenzione maggiore ai problemi che le famiglie ogni giorno si trova- no ad affrontare con i figli. Lo spiega Alfredo Carlo Moro con una sintesi efficace: «Sembra che un bambino non picchiato o violentato sia automaticamente felice, quasi che i suoi problemi siano soltanto quelli, e non di essere aiutato a crescere». L'ex magistrato, fratello dello statista ucciso dalle Br, a Firenze dirige il Centro nazionale di documentazione sull'infanzia istituito dalla Presidenza del Consiglio, che ha sede nell'Istituto degli Innocenti dove nel 1419 nacque il primo luogo di accoglienza per i bambini abbandonati. Ha raccolto una mole impressionante di dati sui dieci milioni e mezzo di italiani «under 18». Emerge un Paese che fa sempre meno bambini, pronto ad andare a cer- carli all'estero - soprattutto dai Paesi dell'Est, come la Romania -, dove i minori stranieri sono ormai 150 mila, dove mancano gli asili-nido, specie al Sud, nel quale è meglio nascere nelle regioni del Nord, perché in Meridione la fatica del vivere si farà sentire di più. «La violenza sui bambini di cui tanto si parla - dice Alfredo Carlo Moro - è diventato un modo di deresponsabilizzare i genitori, i quali ritengono di essere ottimi padri e madri soltanto perché non spengono le sigarette sulle mani dei figli». Invece, qual è il problema? «E' la trascuratezza, la mancanza di autonomia di questi ragazzi, costretti a vivere in recinti di riserva indiana nel timore dell'orco che potrebbero trovare in strada. Un bam¬ bino iper-protetto, al quale si dice sempre sì, purché non esca dai luoghi sicuri: la scuola, la casa con il televisore acceso, il corso di chitarra». Rincara la dose Silvia Vegetti Finzi, psicologa e psico-terapeuta: sono sequestrati in famiglia, senza compagni di gioco, con la paura del pedofilo che potrebbe portarseli via come il pifferaio di Hamelin. Ecco perché il ministro Livia Turco ha voluto mettere l'accento, nella sua relazione introduttiva e parlando con i giornalisti, su tante «piccole cose, magari banali, che possono migliorare la loro vita», secondo lo slogan che campeggia sul logo del congresso: «In testa ai miei pensieri». Una parata buonista, come ha insinuato la rappresentante italiana del Bice, il Bureau International Catholique de l'Enfance? Più che altro, l'occasione per fare il punto sulle politiche per l'infanzia, quelle che ogni giorno gli assessori locali applicano spendendo i soldi messi a disposizione, per esempio, dalla legge 285 varata dal governo Prodi un anno fa. Questi i punti chiave della proposta avanzata dal ministro alla Solidarietà sociale. Al primo posto la riforma del «welfare», che destina troppo agli anziani e troppo poco alle nuove generazioni: alla famiglia va solo il 3,4 per cento della spesa sociale, contro un gigantesco 69,9% destinato alle pensioni. E ciò nonostante ci siano più bambini al di sotto della soglia di povertà (il 16%) che anziani (sono il 15%). Dunque, «siglato il patto per il lavoro, si apra un tavolo per la riforma del welfare con al centro le politiche a sostegno della famiglia». Livia Turco ha anche una sua prima proposta, la modifica della legge sugli asili-nido per i bimbi fino a tre anni: «Li frequenta soltanto il 6 per cento, sono concentrati nel Centro Nord e spesso hanno lunghe liste di attesa, tariffe troppo care, orari insufficienti». Con la riforma, passeranno dal ministero della Sanità e dell'assistenza a quello dell'Istruzione, trasformandosi da un servizio su domanda a sistema educativo per tutti. Non manca un appello alle imprese private perché pensino ai più piccoli: cartellonistica Aci sulle strade che parli all'infanzia; vigili urbani amici dei bambini; negozi, ristoranti e alberghi con tariffe e sconti per loro; musei e biblioteche a misura dei piccini. Attorno alla enorme sala dei congressisti ci sono pure stand e banchetti di Comuni, associazioni, volontari. Tra questi, campeggia il «manifesto per la liberazione dei bambini» inventato dall'Arci Ragazzi: non bimbi prigionieri dei genitori e delle istituzioni, ma che rivendicano il diritto alla «snormalità», cioè alla cattiveria, come possibilità di essere curiosi, dinamici, ostinati e magari disobbedienti. «Normali» o «snormali», chiedono di essere ascoltati. Gigi Padovani Alfredo Carlo Moro «I ragazzi sono costretti a vivere in recinti iperprotetti A loro si dice sempre sì, purché non escano dai luoghi sicuri: scuola, casa, corsi» MINORI IN STATO Dl ADOTTABILITA' ANN! 1994-1997 - TRA PARENTESI 1 VALORI IN PERCENTUALE CON GENITORI: CONOSCIUTI 740 036 [71,2] 172,0} SCONOSCIUTI [28,8] [28,0] TOTALE ISSI i14* 2il 2 VIOLENZE SESSUALI SUI MINORI E PERSONE DENUNCIATE - ANNO 1997 SUI MINORI DI 1:4I-ANNI DIGUI PERSONE DEN UNCI ATE 475 SUI MJNORI Dl 14-17 A'NNI 1112 Dl GUI PERSONE DENUNCIATE 1107 TOTALE VIOLENZE SESSUALI SUI MINORI I ; 1582 DI CUI PERSONE DENUNCIATE I 1582 POPOLAZIONE RESIDENTE PER CLASSE Dl ETÀ' INFERIORE A 18 ANNI ETÀ', [^0-4 | i 10- ì 4 IT5-17- 1991 21,80% 23,**% 1**4 %997 « 18,6% 24,3% !8,4%._26,2% 29,30% 25,00% 28,2% 26,9% 27,9% 27,5%

Luoghi citati: Firenze, Fortezza, Romania