Il Sexgate viaggia con Clinton di Andrea Di Robilant

Il Sexgate viaggia con Clinton Il Sexgate viaggia con Clinton A Tokyo domande maliziose sullo scandalo TOKYO D^L,NOSTRO INVIATO «Signor Presidente, è un vero piacere conoscerla. Sono una massaia, ho due figli. E una domanda a proposito della signorina Monica Lewinsky». Nel giorno di Ken Starr forse Bill Clinton sperava di farla franca lontano diecimila miglia da Washington e con il Pacifico di mezzo. E invece, zacchete! Nel seguitissimo talk show di Tetsuya Chikushi la massaia di Osaka è andata subito al sodo. «Ma come ha fatto a chiedere scusa alla signora Clinton e a Chelsea, signor Presidente? Glielo chiedo perché io non riuscirei mai a perdonare mio marito se mi facesse una cosa del genere. E loro? L'hanno perdonata?». E il Presidente, stringendo la mascella e per nulla divertito: «Beh, sì, ho chiesto scusa. Li maniera molto diretta. Senza giri di parola. E credo che mi abbiano perdonato, sì. Ma dovrebbe chiederlo a loro» (risate del pubblico, qualche applauso, inchini a profusione della massaia di Osaka). Questo tipo di talk-show popolare - alla radio o, come ieri, alla televisione - è ormai diven- tato un appuntamento fisso di Clinton nei suoi viaggi all'estero. Ma lo espone a quel tipo di domande che il pubblico riservava una volta ai protagonisti delle telenovele. «Cambiamo subito argomento», esclama il signor Chikushi mentre Clinton lo guarda un po' smarrito mi po' irritato. «Grazie mille alla signora di Osaka. E •adesso passiamo subito alla questione più importante: il rapporto tra Stati Uniti e Giappone». Non è un mistero per nessuno e tantomeno per i giapponesi che Clinton è venuto a Tokyo soprattutto per premere sul Giappone perché acceleri l'uscita da una pericolosa recessione che dura ormai da cinque anni. Biforma del sistema bancario, forte stimolo fiscale per l'econo¬ mia, maggiore liberalizzazione degli scambi: gli ingredienti della ricetta «americana» sono noti da tempo e il nuovo governo giapponese si è già mosso in quella direzione - proprio nei giorni scorsi ha annunciato un pacchetto di incentivi pari a 198 miliardi di dollari. Ma Washington teme che tutto proceda troppo a rilento e si lamenta del fatto che anche il 1998 chiuderà con un tasso di crescita negativo. Nei colloqui privati che avrà oggi con il premier Keizo Obuchi il Presidente premerà con forza. Ma in pubblico Clinton non vuole alimentare l'impressione di un'eccessiva prepotenza americana. Anche perché l'obiettivo è proprio quello di convincere l'opinione pubblica a premere a sua volta sul governo. Il messaggio che ha lanciato ai giapponesi durante il suo talkshow è stato chiaro: «Vi esorto ad appoggiare il governo mentre affronta aggressivamente le istituzioni finanziarie, stimola aggressivamente un maggior consumo di beni, stimola aggressivamente il mercato del lavoro». Ma ne ha levigato l'asprezza con parole di comprensione e di empatia. «A noi dispiace vedervi costretti ad affrontare sfide così difficili, ma non siate troppo pessimisti. Queste cose vanno a cicli. Dieci anni fa molta gente pensava che i giorni migliori per l'America fossero passati. E invece adesso le cose ci vanno di nuovo piuttosto bene. Per cui non lasciatevi scoraggiare da queste difficoltà. Ma siate deter¬ minati. E' il consiglio di un amico». Consapevole del fatto che il suo viaggio in Cina all'inizio dell'estate aveva provocato insofferenza e inquietudine in Giappone, Clinton ha voluto chiarire che «non sono passato volutamente sopra le teste dei giapponesi nello stabilire un legame più stretto con la Cina». Ed ha insistito che l'alleanza militare con il Giappone rimane la base della sicurezza in Asia (ma sul piano ufficiale i colloqui sulla sicurezza sono stati complicati dal fatto che il ministro della Difesa Fu-' kushiro Nukaga ha annunciato le sue dimissioni per uno scandalo di bustarelle che si sta allargando a macchia d'olio nel suo ministero). Al di là dei rapporti bilaterali tra Stati Uniti e Giappone - così frettolosamente invocati dal signor Chikushi per evitare che il suo talk show prendesse una piega pericolosa - sono stati come sempre gli aspetti più personali della vita di Clinton a suscitare la curiosità maggiore. I suoi piatti preferiti (gli piace il sushi ma preferisce l'enchilada di pollo), i suoi sport preferiti, i suoi passatempi, se si occupava di Chelsea quando era piccola e quante volte alla settimana mangia a casa con Hillary. «Ed è un bene - ha concluso il Presidente ridendo - che la legge vieta di candidarsi alla presidenza una terza volta perché se potessi mi candiderei. Il lavoro mi piace». Andrea di Robilant Clinton negli studi della tv in cui gli sono state rivolte anche domande sul Sexgate. Nella foto piccola, il premier giapponese Keizo Obuchi