Un nuovo piano Delors per il lavoro di Stefano Lepri

Un nuovo piano Delors per il lavoro Italia e Germania a confronto sul patto di stabilità. «Nel '99 nessuna manovra correttiva» Un nuovo piano Delors per il lavoro Ciampi e Lafontaine vogliono rafforzare l'«Euro 11» ROMA. Nessun litigio con le banche centrali, ma un dialogo serrato su come rilanciare l'economia europea e aumentare i posti di lavoro, con il più corretto cocktail di politica monetaria, politica economica e politica dei redditi. Il ministro delle Finanze tedesco Oskar Lafontaine completa quella che nel suo Paese sembrerà una marcia indietro trovandosi d'accordo con Carlo Azeglio Ciampi e Vincenzo Visco. Una novità importante è che la Germania dà via libera a un nuovo «piano Delors», di investimenti in infrastrutture europee, proposto in Italia sia da Massimo D'Alema sia dal governatore Antonio Fazio. Lafontaine e i suoi due colleghi italiani intendono rafforzare l'«Euro-ll», il comitato dei ministri economici dell'area Euro, come luogo per elaborare scelte politiche comuni e dialogare da pari a pari con la Banca centrale europea. E' una proposta francese che il precedente governo tedesco aveva respin¬ to. «Occorre arrivare in Europa a un equilibrio simile a quello americano - pare abbia detto Lafontaine - con Clinton che porta il bilancio dello Stato in attivo e Greenspàn che fa una politica monetaria espansiva; occorre invece evitare unpolicy.mix tipo quello di 15 anni fa tra Reagan e Volcker, bilancio in forte deficit e alti tassi di interesse». Alan Greenspàn, presidente della Federai Reserve americana, resta il modello per i governi di sinistra dell'Europa, benché si tratti di un uomo di cultura conservatrice. E' il suo esempio, 75 centesimi tagliati sul costo del denaro da settembre a oggi «sebbene l'economia americana cresca più delle nostre e abbia meno disoccupazione», che il superministro tedesco indica ai banchieri centrali europei: «C'è ancora spazio» per ridurre i tassi. Ciampi è lusingato, perché la triplice mistura di risanamento dei bilanci, stabilità monetaria e moderazione salariale la racco- mandava «fin dal 1981», quando guidava la Banca d'Italia. Se poi Germania e Italia abbiano proprio una identica idea del mix, si vedrà. Ciampi, nella conferenza stampa congiunta, ha smentito «nella maniera più completa» una manovra-bis di bilancio per il '99 (qualora la crescita sia inferiore al previsto, molti osservatori economici predicono un deficit superiore al desiderato 2%). Certo non sarà questo governo tedesco a rimproverarci un lieve sfondamento: Lafontaine ammette che i piani precedenti alla attuale crisi vanno «attualizzati», perché lo scenario è mutato. Nessuno dei due governi intende ridiscutere i parametri di Maastricht, né il «patto di stabilità» per l'Euro. «Rispettarli integralmente» recita il comunicato finale, e parrà una retromarcia a chi all'estero si era convinto che l'Italia volesse ridiscutere tutto. Però Lafontaine spiega che «gli investimenti fatti a carico del bilancio comunitario per la costruzione di reti infrastrutturali transeuropee», «finanziati in Eurobonds (obbligazioni) con raccolta di risparmio privato», sono esenti dai vincoli del patto di stabilità. Si potranno fare, questi investimenti per lo sviluppo e per l'occupazione simili al vecchio «piano Delors», consigliati anche dal governatore della Banca d'Italia. Il finanziamento in Eurobonds, riproposto giorni fa da D'Alema, fu un'idea del presidente della Commissione europea Jacques Santer. Più vaga la risposta su una questione che sta a cuore all'Italia: rinviare l'obiettivo del pareggio di bilancio al 2002. Ciampi ha fiducia in un sì: lo dimostra l'accenno a rispettare «le decisioni di Maastricht e di Amsterdam», dove il 2002 non compare. Visco ha sollevato il tema dell'armonizzazione fiscale europea, soprattutto per le imprese e il risparmio. Lafontaine si impegna per un accordo entro il turno di presidenza tedesca dell'Unione (giugno '98); però le obiezioni britanniche sono forti' e occorre capire come superarle. I tedeschi temono una concorrenza al ribasso sul costo del lavoro nell'area Euro; Lafontaine sorvola sulla sua idea (aborrita dalla nostra Confindustria) di una politica salariale europea e si limita a proporre accordi regionali che rispecchino, senza forzature, la diversa produttività. Ciampi pensa che una soluzione si possa trovare con un «patto sociale» europeo sul modello italiano, e la formula compare nel comunicato: «Concertazione». Stefano Lepri Basta litigi con la Banca centrale ma un corretto mix per la crescita ***** * ★ *****