Chiusano invita al dialogo «E' nell'interesse generale»

Chiusano invita al dialogo «E' nell'interesse generale» Chiusano invita al dialogo «E' nell'interesse generale» «protesta simbolica» AVVOCATO Chiusane il suo commento a caldo alle dichiarazioni del Presidente della Repubblica si distingueva per pacatezza nel coro dei dirigenti dell'Unione Camere penali, che ieri hanno alzato ancora il tiro contro Scalfaro: si può davvero arrivare a chiederne le dimissioni e invitare i colleglli a denunciarlo? «Mi lasci dire prima che cosa penso di quelle dichiarazioni. Con tutto il rispetto per la figura, è stato sbalorditivo paragonarci ai terroristi e francamente inaccettabile. Quei terroristi che uccisero sia Fulvio Croce, colpito come presidente dell'ordine forense torinese, sia fior di magistrati come Bachelet, Alessadrini. Un giudizio così infelice non può che essere stato dettato da un atteggiamento emotivo: in definitiva, non è pensabile che le parole corrispondano al reale pensiero del Presidente». Sembra di capire che non aderirà all'invito rivolto ie- ri in prima persona ai presidenti delle camere penali regionali (lei presiede quella del Piemonte) di marciare sul Quirinale con le querele e i tesserini professionali stracciati. «Un conto è difendere il nostro diritto ad astenerci dalle udienze che, ricordo ancora una volta, due .diverse sentenze della Consulta hanno ritenuto garantito dall'articolo 18 della Costituzione. Altro è andar oltre un'energica protesta, giusta e da esprimere subito. Ho già convocato il direttivo della Camera penale del Piemonte e nella giornata di oggi • approveremo un documento in tal senso. Le denunce? Credo che rappresentino la volontà di rendere plasticamente la nostra indignazione. Anche l'indicazione di restituire i tesserini all'Ordine mi sembra debba avere un carattere simbolico». Insomma, lei getta acqua sul fuoco in un momento in cui tanti, a cominciare dai politici, corrono ad alimentarlo. Come non ricordare che 67 parlamentari di Forza Italia si sono spinti a chiedere l'impeachment di Scalfaro. «La mia personale opinione è che l'Unione delle Camere penali e le singole camere - per quanto riguarda la mia è sicuramente così - si muovano autonomamente, perseguendo esclusivamente la tutela dei diritti dell'avvocatura. Ben vengano le prese di posizione politica che convergono sulle nostre scelte, ma non deve accadere il contrario. Guardi, mi interessa altro». Il Csm e le correnti della magistratura hanno tutti difeso Scalfaro, ma c'è chi ha pure colto l'occasione per rilanciare il dialogo sui problemi aperti. «Questo mi interessa molto. Il dialogo va rilanciato nell'interesse generale. L'altro ieri, ero ad Alessandria, a un convegno sui pentiti, cui hanno preso parte magistrati come Caselli e Lattanzi, oggi direttore degli affari penali del ministero. Il dibattito è stato molto utile, perché di prospettiva: si è parlato del diritto al silenzio degli imputati in procedimenti connessi che in aula, oggi, possono avvalersi della facoltà di non rispondere a differenza dei testimoni». Anche per lei è il vero nodo da sciogliere per poter modificare l'ultima versione del 513? «E' una questione delicata, che non si può tagliare con l'accetta, ma la sentenza della Corte Costituzionale l'ha sollevata e ora non è più eludibile». [al. ga.] «E' stato sbalorditivo paragonarci ai terroristi. Astenerci dalle udienze è diritto riconosciuto dalla Consulta» L'avvocato Vittorio Chiusano, presidente della Camera penale del Piemonte

Persone citate: Bachelet, Caselli, Chiusano, Fulvio Croce, Lattanzi, Scalfaro, Vittorio Chiusano

Luoghi citati: Alessandria, Piemonte