Eurodeputati a stipendio unico di Francesco Manacorda

Eurodeputati a stipendio unico L'Ue vuole annullare le differenze retributive tra i rappresentanti dei vari Paesi Eurodeputati a stipendio unico Così i «ricchi» italiani guadagneranno di meno BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Presi di mira dall'opinione pubblica per le loro retribuzioni e le generose indennità di viaggio che si sono concessi negli ultimi anni, preoccupati per la «bagarre» scoppiata solo qualche mese fa sull'uso disinvolto delle indennità da destinare ai collaboratori, i deputati europei preparano una piccola rivoluzione: lo stipendio unico. Una mossa che annullerà le differenze tra parlamentari di differenti Paesi - e che avrà effetti soprattutto sulle tasche degli 87 eletti italiani, fino ad ora in testa alla «top 15» del reddito lordo - ma rischia in compenso di creare altre polemiche, visto che introduce una discriminazione tra vecchi e nuovi parlamentari. La Commissione giuridica del Parlamento europeo ha infatti approvato ieri a Strasburgo una proposta di risoluzione sullo statuto dei deputati che prevede tra l'altro di portare la retribuzione dei 626 membri del Parlamento, che saranno rieletti la prossima primavera e resteranno in carica fino al 2004, a una media ponderata delle retribuzioni attuali. Adesso toccherà al Parlamento in seduta plenaria e poi al vertice dei capi di Stato e di governo, che si terrà a Vienna il 12 e 13 dicembre, decidere se approvare o no la proposta, che è comunque provvisoria e varrà solo per la prossima legislatura. Se dai Quindici arriverà il via libera con la necessaria unanimità, a ciascun deputato spetteranno dalla prossima legislatura 5677 ecu, all'incirca 10 milioni di lire, che verranno tassati con un'aliquota unica europea del 22,5%, lasciando quindi in tasca ai parlamentari poco meno di 8 milioni. Una bella differenza rispetto alla «giungla» retributiva che imperversa oggi, dove gli stipendi lordi - pagati dallo Stato membro cui appartiene il deputato ed eguali allo stipendio dei parlamentari nazionali - variano dai 9635 ecu (oltre 18,5 milioni di lire) degli italiani ai «miseri» 2827 ecu dei loro colleghi spagnoli. Chi prova però a etichettare gli italiani come i Paperoni dell'Europarlamento si sentirà rispondere piccato che su quella cifra i nostri eurodeputati pagano un'imposta media del 43%, mentre i loro colleghi britannici, che ogni mese ricevono 5361 ecu, non pagano imposte. Sta di fatto, comunque, che oggi come oggi lo stipendio netto di un eurodeputato italiano è di circa 11 milioni di lire, superiore anche all'ammontare lordo di un britannico. Ma la decisione del Parlamento, che punta lodevolmente a rendere più trasparente lo statuto dei suoi eletti, e che con ogni probabilità è attesa con ansia da tutti i parlamentari - spagnoli come finlandesi - che sono sotto la media, è inficiata da una clausola che stabilisce la possibilità per chi siede già a Stra¬ sburgo e verrà rieletto nella prossima legislatura di scegliere tra il nuovo regime o mantenere quello nazionale. Una scelta che il relatore del provvedimento - il socialista tedesco Willy Rothley - ha spiegato come necessaria per superare complessi problemi pensionistici, ma che certo apre la strada ai peggiori sospetti sull'effettiva volontà di cambiare qualcosa. Nella prossima legislatura sarà quindi possibile vedere accanto parlamentari «ricchi» e «poveri» dello stesso Paese, a seconda della loro anzianità a Strasburgo. Il testo approvato ieri tocca anche un altro punto sul quale l'Europarlamento si è dimostrato sensibilissimo, quello del rimborso delle spese di viaggio. Le norme attuali prevedono che ogni deputato abbia diritto tra l'altro al rimborso delle spese di viaggio dal suo collegio ai luoghi dove si svolgono le sedute cioè Bruxelles e Strasburgo - sulla base di una tariffa chilometrica, che si applica senza la necessità di dover esibire nessuna prova. Secondo il progetto di nuovo statuto, invece, «il deputato ha diritto al rimborso delle spese che può dimostrare di aver sostenuto per i viaggi effettuati nell'esercizio delle sue funzioni». Con la necessità di produrre ricevute dettagliate sarà più difficile, insomma, fare la cresta sui costi di viaggio. Francesco Manacorda

Persone citate: Willy Rothley

Luoghi citati: Bruxelles, Stra, Strasburgo, Vienna