Si alleano cobas e studenti di Maria Corbi

Si alleano cobas e studenti Si alleano cobas e studenti Cortei unici in 20 città contro gli istituti privati ROMA. «Scuole dei preti, scuole private, signori ricchi ve le pagate». La «lotta» tra pubblico e privato nell'educazione non scuote solo la maggioranza di governo. Insegnanti dei cobas e studenti chiamati ieri in piazza dalla rete autogestita dei collettivi studenteschi medi e universitari si sono uniti in venti città d'Italia contro il progetto di concedere agevolazioni alla scuola privata. Manifestazioni che hanno bloccato il centro di città come Roma, Genova, Bologna, Venezia, Palermo, Perugia, Catania. Un avvertimento che è insieme una promessa: «Lotteremo come in Francia». Sono convinti e pronti a tutto i ragazzi di questo nuovo movimento di lotta studentesca. A Roma i commenti che si sentono tra le file dei ragazzi hanno tutti lo stesso contenuto: «Se ci sono i soldi devono andare agli istituti pubblici dove mancano i computer, le palestre, le biblioteche». «Le scuole pubbliche sono edifici abbandonati. Perchè aiutare chi i soldi li ha, e tanti?», si chiede Marco che di anni ne ha solo sedici e che è deciso a una «lotta dura» per difendere «il diritto costituzionale ad una scuola pubblica efficiente». A Firenze gli studenti (diecimila secondo le stime degli organizzatori) hanno «invaso» la stazione di Santa Maria Novella provocando ritardi ai treni. Le Ferrovie sono state infatti costrette a fermare i convogli in arrivo e in partenza. Un'occupazione dei binari dalla quale la rete regionale studenti toscani si dissocia. «Noi - è detto nel comunicato - ad occupare la stazione di SMN a Firenze non c'eravamo». Più di cinquemila gli studenti che a Genova insieme ai docenti dei comitati di base hanno scandito slogan come «l'istruzione come diritto di tutti»; «no all'autonomia scolastica del ministro Berlinguer»; «no ai finanziamenti alla scuola privata». Qualche malumore per alcuni ragazzi di estrema destra che sono stati allontanati dalla Digos. Sempre in Liguria corteo a Imperia dove la protesta degli studenti si è concentrata sulla parificazione tra scuola privata e scuola pubblica. E domani si replica con manifestazioni annunciate in sessanta città italiane sotto la guida del «pool» di organizzazioni studentesche che stanno attuando la settimana di mobilitazione europea. Una protesta, spiega un comunicato degli «studenti. Net», per chiedere maggiori risorse da destinare al diritto allo studio e una legge di parità che non assegni finanziamenti pubblici alle scuole private, ma stabilisca un quadro di regole certe a cui riferirsi. Per una volta insegnanti e studenti non la pensano diversamente. Anche per i cobas la protesta si fonda sull'opposizione alla parità tra scuole pubbliche e private, e ai finanziamenti previsti per queste ultime. I comitati di base chiedono una Finanziaria con massicci investimenti nella scuola pubblica e nelle retribuzioni di tutti i suoi operatori, la gratuità dei libri di testo in tutta la scuola dell'obbligo, l'assunzione degli 82 mila precari, di 15 mila operatori tecnologici e il raddoppio degli insegnanti di sostegno. Tra le richieste, anche quella di uno stipendio equiparato alla media della Comunità europea per tutti i docenti e per il personale amministrativo tecnico ausiliario. Inoltre la corresponsione a tutti e in paga base dei 2800 miliardi del salario incentivante. Maria Corbi

Persone citate: Berlinguer