Nascosto nella tana del lupo affamato

Nascosto nella tana del lupo affamato L'ex impero sovietico è terra di conquista (e business) per la Turchia, mossa da spirito di rivincita Nascosto nella tana del lupo affamato CMOSCA HI ha sugggerito a Ocalan di fare tappa a Mosca? Solo lui potrà raccontarcelo, ma gli suggeriremmo, a nostra volta, di non fidarsi troppo, in futuro, di quel consigliere. Perché è stato come andare in bocca al lupo. E se dalla bocca deiUWR^i^^lft|g scaPP _ gli ci e voluta una buona dose fortuna. Per la semplice ragione che i turchi, a Mosca e nell'4SS[ffBB^PEJa8flP0. sonogJjrHcasa uri tutti i sensi. Metti pure in conto la buona fede degli ospitanti. Chi poteva avere interesse ad aiutare il leader carismatico dei curdi? Candidato sospetto numero uno tra le varie frazioni e fazioni comuniste, specie le più nazional-patriottiche, tutte con il dente avvelenato verso il grande vicino turco, che ha già sgambettato con successo la Russia in Cecenia, che distribuisce sorrisi - e non solo quelli - alle repubbliche «turche» del Tatarstan, del Bashkortostan, alle repubbliche autonome e musulmane del Caucaso del Nord. Solo che, di sicuro tra gli zelanti amici russi di Ocalan si annovera anche Vladimir Volfovic Zhirinovskij, il cui patronimico, vedi caso, significa «figlio di lupo». Il quale Volfovic si sa essere, tuttavia, grande amico di Saddam Hussein e, quindi, grande nemico di Ankara, per le stesse ragioni di cui sopra, che angustiano i comunisti. E' ben vero che il Kurdistan occuperebbe, se esistesse, anche una bella fetta di Iraq, e che ictd il Rais ha massacrato i curdi con non minore dedizione dei turchi, ma come si suol dire andiamo con ordine: Zhirinovskij sa distinguere i nemici dagli amici anche in base a quello che erogano. E il Turco non gli ha dato proprio niente. Quanto all'ipotetico Kurdistan si farà sempre in tempo a scartarlo dal novero delle possibilità non appena il Turco sarà stato sconfitto. Il fatto è che il Turco è non solo molto dinamico, ma anche molto espansivo. Specie negli ultimi tempi, in cui la Russia è diventata molle come un pane di burro. Si vede perfino sui di nuovo sguarniti scaffali dei negozi russi, dove le merci turche rivaleggiano con quelle cinesi. S'intende nel prezzo, assai modico. E si vedeva sulle impalcature edilizie dei grandi restauri della capitale, da cui occhieggiavano, prima della crisi, le facce mediterranee degli operai turchi. Se a Khabarovsk, sull'Araur, a Nord della Manciuria, prevalgono i «musi gialli» (espressione cara a Vladimir Volfovic), nella parte europea l'invasione pacifica dei turchi è stata fin troppo notata. E turchi significa anche capitali turchi, giornalisti turchi, agenti segreti turchi. Che hanno, tra l'altro, rispetto agli scandinavi - tanto per fare un esempio - il vantaggio di assomigliare maledettamente alle popolazioni appunto caucasiche, turche, che abbondano nella Russia meridionale. Così non hanno neppure il biso¬ gno di farsi il maquillage per passeggiare nelle vie del centro. Insomma sono lontani i tempi in cui gli spioni più numerosi erano quelli di Langley o dell'M5 londinese. Naturalmente si presume che ci siano ancora, ma si ha ragione di sospettare che abbiano diminuito gli organici, di pari passo con l'esodo dei «Pizza Hut», che aborrono il vacuum dei profitti calanti e, essendo molto flessibili, tolgono le tende non appena cambia il tempo. I turchi invece le tende le stanno appena mettendo in questa terra di conquista lasciata libera dalla prima ondata di rapina. Arrivano secondi o terzi, ma in compenso pieni di spirito di rivincita e di energia imprenditoriale. Il territorio è ricco. Laggiù, attorno al Caspio, si sta già giocando la grande partita del petrolio: per decidere dove dovrà passare per arrivare sui mercati dell'occidente. Il turco la sta vincendo, anche perché Washington sta dalla sua parte e ha deciso che gli oleodotti .dfìbbpnp passare per territòri- sicùrly>~>cioè alla larga dalla Russia. Vale dunque la pena di spenderci qualcosa. MettSfflTBaHlS1?®! petrolio sopra l'altro e alla fine, vuoi vedere?, l'impero ottomano potrebbe risalire baldanzoso le pianure e le valli che le Caterine e gli Alessandri, zar di tutte le Russie, lo avevano costretto a discendere. Anche perché, forse, a quei tempi le Russie erano tante e adesso non ce n'è rimasta che una e con le pezze ai piedi. Si dice che Ocalan fosse ospitato in una dacia non lontano da Mosca, forse con la silenziosa benedizione dei servizi segreti russi. Ma è qui il punto. Quali servizi? La notizia della sua ubicazione valeva assegni da sei cifre, in dollari. Nelle aste di Sotheby's chi alza la manina al momento giusto si porta via il quadro. Pagandolo s'intende. A Mosca vale la stessa regola, più o meno. La caccia a Ocalan era in pieno svolgimento quando il capo curdo ha deciso di alzare i tacchi. In questo caso - ma è stato un caso - tra le mani che compravano e vendevano la sua testa, si è alzata quella giusta. Per lui. Giuliette Chiesa E' un'invasione capillare fatta di capitali imprenditori, operai, 007, e riguarda anche il Grande Gioco del petrolio SCA alan sca? elo, stra , in ere. e in occa _ se gionelogJjrHona teva e il rdi? mero zio naon il AUSTRIA POLONIA UCRANIA «EH Ma^v sCasp a*» L'IMPERO OTTOMANO TRA IL XIV E IL XVII SECOLO L'IMPERO OTTOMANO TRA IL XIV E IL XVII SECOLO mi I H Paesi interessati alla immigrazione turca sono: '—Finlandia, Svezia, Polonia, Danimarca, Ex Jugoslavia, Austria, Germania e Italia ~~j Zone della Russia dove i turchi risiedono da secoli, Kaborno-Beikazia, Daghestan, Cecenia, Baschiria, Tatarstan