Sciopero macchinisti, un flop

Sciopero macchinisti, un flop Guerra di cifre tra Ferrovie, Comu e Ucs. Nuova ondata di agitazioni aeroportuali e marittime Sciopero macchinisti, un flop Ma // raos ne/ trasporti non è finito ROMA. Ha fatto «flop» ieri il temuto sciopero dei macchinisti del Comu e dei capistazione dell'Ucs, proprio in coincidenza con l'avvio del «tavolo delle regole» istituito dal ministro dei trasporti Treu per definire entro Natale strumenti efficaci contro il facile ricorso ad agitazioni «selvagge» nei servizi pubblici essenziali, a cominciare da treni ed aerei. Per le Fs, le adesioni hanno toccato il minimo storico con il 28% dei macchinisti e il 12% dei capistazione (invece 80% secondo Comu e Ucs), ma ugualmente disagi notevoli sono stati causati dall'effetto-annuncio e dall'incertezza dei collegamenti, oltre che dalla cancellazione di un certo numero di convogli e da consistenti ritardi. «Si è arrivati - accusa Claudiani della Fit Cisl all'incredibile: al minimo storico di partecipazione si è accompagnato il massimo della disorganizzazione aziendale. Mentre i ferrovieri dimostrano di non seguire le spinte corporative dei "comitati", il vero sciopero lo ha fatto l'azienda. Infatti, sono stati effettuati soltanto la metà dei treni a lunga percorrenza ed appena il 30% di quelli regionali e locali, soffocando per giunta il trasporto merci». Altre difficoltà, comunque, si preannunciano per i prossimi giorni: venerdì, salvo colpi di scena, si fermano i dipendenti aeroportuali aderenti a Cgil, Cisl, Uil e Ugl; lunedì 23 novembre, dalle 10 alle 14 incrocia le braccia il personale della Sacbo che gestisce l'aeroporto di Orio al Serio (Bergamo); dalla mezzanotte di martedì 24 per 48 ore sospendono il lavoro i marittimi della Fisast-Cisas; dalle mezzanotte di domenica 29 per 48 ore ulteriore protesta indetta dalla Fisast-Cisas. Al centro dell'attenzione, però, anche l'avvio positivo del «tavolo delle regole» per i servizi pubblici essenziali. Il ministro Treu e 45 sigle sindacali confederali ed autonome hanno concordato di definire rapidamente, al massimo per Natale, un patto che fissi, da un lato, nuove regole per la contrattazione e, dall'altro, quelle sul conflitto. Un patto che, in prospettiva, dovrà servire anche per scrivere un accordo sul governo di questo settore così strategico per il Paese. Treu ha indicato quattro punti fondamentali da affrontare: 1 ) concertazione sistematica attraverso il Consiglio nazionale dei trasporti; 2) questione della rappresentanza sindacale, da risolvere di pari passo, per combattere l'eccessiva frammentazione in «sindacatini» che assai spesso scatenano scioperi selvaggi a difesa di ingiustificati interessi corporativi; 3) prevenzione dei conflitti (possibilità di ricorrere anche all'arbitrato) e maggiore efficacia delle sanzioni; 4) riforma della struttura della contrattazione (al momento sono presenti nel settore dei trasporti ben 58 tipi di contratto di lavoro). «E' un groviglio - sottolinea il segretario confederale della Cgil, Cerfeda - che produce conflitto». Per Forlani, segretario confederale della Cisl, «è molto utile aver rimesso la discussione sulla carreggiata del lavoro fatto dal ministro Burlando». La Uil - in un documento inviato al Presidente del consiglio D'Alema, ai ministri interessati e ai presidenti delle organizzazioni imprenditoriali - formalizza le sue proposte per integrare la legge esistente sull'esercizio del diritto di sciopero: arbitrato obbligartorio sulle vertenze, con sentenza esecutiva; referendum confermativo obbligatorio sugli scioperi per i contratti esteso a tutta l'unità produttiva interessata, anche se promosso da un segmento produttivo della stessa azienda; sanzioni certe per inadempienti. Intervengono nel dibattito sulle regole pure il ministro del lavoro Bassolino e il ministro della funzione pubblica Piazza. Bassolino fa presente che qualunque trattativa sarebbe monca senza la presenza dei cittadini e suggerisce di invitare le organizzazioni dei consumatori e degli utenti a sedere allo stesso tavolo con il governo e le parti sociali. Piazza, che si incontra oggi con Bassolino e Bassanini, mette in guardia dal pericolo che, di fronte ad emergenze, «si smonti il diritto di sciopero, grande conquista socialista che noi socialisti vogliamo tutelare, richiamando l'attenzione di tutta la sinistra». Cgil, Cisl e Uil ribattono subito che non è sotto tiro il diritto di sciopero, ma le regole per metterlo in atto: «Bisogna smetterla di considerare i trasporti una sorta di zona «extraterritoriale» nella quale non valgono le regole previste per gli altri settori». Il leader della Cgil Cofferati conferma la richiesta di sanzioni più efficaci, mentre il segretario confederale della Uil Musi rassicura: «Pensiamo solo a norme che evitino la possibilità di prendere in ostaggio i cittadini». Per la Cisl, Forlani osserva: «Ci vogliono misure di raffreddamento del conflitto, come conciliazione e arbitrato». Gian Carlo Fossi Parte il tavolo delle regole Entro Natale si vuol definire un protocollo sulle agitazioni ÈÉJ!ȧia*§3 ^^^^^^^^^^ Ancora disagi sui treni SINDACALE DEI TRASPORTI 5 FERROVIE DIPENDENTI 117.000 Iscritti ai sindacati confederali 71.000 di cui: iscritti alla CGIL: 31.000 iscritti alla CISL: 28.000 iscrìtti alla UIL: 12.000 iscritti alla FISAF CISAL: 10.000 macchinisti del COMU: 0700 lavoratori aderenti allo SMA: 3700 lavoratori aderenti a!1 UGL: 1650 lavoratori aderenti all'UCS: 1300 lavoratori aderenti alla FISAST: 820 TRASPORTO AEREO PILOTI ALITALIA 2000 quasi tutti iscritti ad ANPAC ed APPL ASSISTENTI DI VOLO r° HOSTESS E STEWARD O PERSONALE DI TERRA CONTROLLORI DI VOLO 3000 iscritti alla CISL: iscritti alla CGIL: iscritti alla UIL: iscritti all'ANPAV: iscritti al SULTA: iscritti alla CGIL: iscrìtti alla CISL: iscritti alla UIL: AEROPORTUALI Iscritti ai sindacati confederali di cui: iscritti alla CGIL: iscritti alla CISL: iscritti alla UIL: Iscritti ai sindacati confederali 980 di cui: Iscritti alla CISL: 700 iscritti alla UIL: 250 iscritti alla CGIL: 30 iscritti alla LICTA: 450 500 100 50 800 100 2000 1400 700 10.140 3640 3500 3000 DIPENDENTI 80.000 Iscritti ai sindacati confederali 45.000

Luoghi citati: Bergamo, Orio Al Serio, Roma