Anche l'Enel andrà in onda di Roberto Ippolito

Anche l'Enel andrà in onda Van Miert incontra Cardinale. E sulla concessione si profila un nuovo compromesso Anche l'Enel andrà in onda Il governo apre le porte della tv ROMA. Va in onda l'Enel. L'azienda può portare nelle case la televisione oltre all'energia elettrica. Per la prima volta è un ministro a indicare in pubblico questa prospettiva: Salvatore Cardinale, titolare delle comunicazioni, infatti candida esplicitamente la Wind a partecipare al grande affare della piattaforma digitale, l'insieme delle apparecchiature per le trasmissioni via satellite e via cavo. E la Wind è posseduta al 51% dall'Enel (con soci di minoranza la France Telecom e la Deutsche Telekom). Da marzo sarà il terzo gestore dei telefonini e da dicembre un operatore nella telefonia fissa: definendosi un operatore globale, finora la Wind non si è pronunciata ufficialmente sull'eventuale sbarco nel piccolo schermo. Per la precisione, a un convegno svoltosi nel quartier generale della Confindustria aE'Eur e promosso dall'Anie (l'associazione delle aziende elettrotecniche) e dall'Aspen Insistitute, Cardinale non ha parlato delle opportunità che si presentano alla Wind da sola: immagina il suo coinvolgimento all'interno di una nuova maxi alleanza per la piattaforma digitale. Afferma il ministro: «Io sono per una piattaforma unica del digitale, in cui ci sia la presenza della Rai - si parla anche di Canalplus e non ho niente da obiettare - ma alla quale bisogna ricondurre un marnerà sinergica anche Telecom e Wind». Dunque il ministro pensa a un patto fra la Rai, la Telecom (già presente nel digitale con la Stream) e la Wind al quale potrebbe essere associato la francese Canalplus che detiene il 90% di Telepiù. Un progetto del genere rappresenta l'ennesima svolta nelle lunghe e tormentate trattative per la piattaforma digitale: dopo l'iniziale sintonia, si erano divaricate le strade della Rai (avviatasi nel dialogo con Canalplus) e della Telecom (interessata all'accordo con Rupert Murdoch). Le strategie della Telecom dovranno essere precisate a partire da domani, giorno in cui è prevista la nomina ad amministratore delegato di Franco Bernabò proveniente dall'Eni. Ma Cardinale non sembra gradire l'arrivo di Murdoch: «Vorremo evitare - dice - che i grandi capitalisti esteri possano determinare nel nostro Paese una condizione di monopolio». Ecco perché, come ripetuto anche a Napoli al salone dell'informatica, il ministro afferma di di «vedere con favore la presenza della Rai» che «ha la possibilità di legarsi a Telecom e Wind» senza «escludere altre imprese». Altre imprese coinvolgibili nell'operazione, oltre Canalplus, sono ov¬ viamente le emittenti televisive Mediaset e Tmc. Tuttavia è noto che la Commissione europea ha bocciato il vecchio piano di una piattaforma digitale unica in Italia giudicandola lesiva della concorrenza. E ieri il commissario alla concorrenza Karel Van Miert ha ricordato un problema generale: «Non capisco perché così tante per¬ sone vogliono ricreare un monopolio nel mercato della tv digitale». Van Miert insiste: «Il mercato deve rimanere aperto». Il commissario, celebre per tante polemiche anti-Roma, per una volta è apparso comunque generoso per quanto l'Italia fa per l'apertura del mercato delle telecomunicazioni: «Le cose si muovono rapidamente» osserva, valutando positivamente anche l'evolversi delle tariffe di interconnessione (quelle che pagano i nuovi operatori per collegarsi alla rete Telecom e poter offrire il loro servizio). Tariffe che sono di competenza dell'au thority delle comunicazioni, il cui presidente Enzo Cheli è stato ricevuto ieri dal presidente del Consiglio D'Alema. Il convegno dell'Eur lui anche dato modo a Van Miert o Cardinale di incontrarsi a quattr'occhi per un colloquio definito «cordiale» dal ministro. Nelle prossime ore si deve chiudere la questione del canone di concessione versato allo Stato dalle società di telecomunicazioni e contestato dalla Commissione europea. Van Miert invita l'Italia ad adeguarsi alle regole europee, pur comprendendo che il deficit di bilancio impone soluzioni graduali. E Cheli si dichiara «perfettamente in linea con le autorità di Bruxelles». Cardinale fa sapere che è «già a buon punto» la soluzione che consentirà di superare il canone: al suo posto le aziende pagheranno un contributo che dovrebbe essere dimezzato (dal 3 all'1,5%) qualora il fatturato non superi i 200 miliardi. Deve poi essere chiarito quando il contributo scomparirà. Silvio Scaglia, amministratore delegato dell'Omnitel, fa notare che «non si tratta di mettere in discussione soltanto il canone di concessione», ma «è necessario omogeneizzare il carico fiscale tra telefonia fissa e mobile» oggi penalizzata. Per ora si avvicina la revisione delle tariffe della Telecom. Cheli l'ha preannunciata per la fine del mese, rivelando anche l'intenzione di indire presto la gara per il quarto gestore dei telefonini ed esprimendo l'opinione che Rete4 non debba trasmettere più via etere ma con il satellite solo dopo la diffusione delle antenne paraboliche. Roberto Ippolito

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