Seicento miliardi di dollari per curare il virus del 2000

Seicento miliardi di dollari per curare il virus del 2000 Fine di secolo a grande rischio per i computer Seicento miliardi di dollari per curare il virus del 2000 ROMA. Costerà da 300 a 600 miliardi di dollari (la cifra più alta equivale a un milione di miliardi di lire) vaccinarsi contro il virus del millennio che colpirà tutti i computer del mondo la notte del primo gennaio 2000. E' un danno pari all'uno-due per cento del Pil mondiale quello che i Paesi di tutto il mondo dovranno sopportare per mettere in grado gli eleboratori di leggere correttamente la data del 2000; eppure, assicura l'Ocse, l'economia mondiale non andrà in recessione come molti temono. «Nessuno sa con esattezza che cosa succederà - scrivono gli economisti nell'Outlook '98 -. C'è chi prevede bancarotte a catena, crack finanziari, interi sistemi sanitari bloccati. Alcuni danno come possibile al 70 per cento una recessione mondiale innescata dal grande caos informatico». Ma per quanto manchino dati precisi, l'Ocse non è così pessimista e sulla base di precedenti casi di grande caos (lo sciopero dei minatori inglesi nel 1974 o la crisi bancaria dell'Irlanda nel 1970) esclude che il resettaggio del datario possa innescare la recessione. Anche l'Europa si è mossa per prevenire il problema. L'olandese Cees Maas, che ha diretto qualche tempo fa uno studio per l'Ue, spiega che «nel settore bancario si sta lavorando duramente per evitare gli inconvenienti e credo che alla fine l'unico rischio, se qualcosa non funzionasse alla perfezione, sarebbe qualche ora del 1° gennaio 2000 senza poter usare il Bancomat. Ma in altri settori economici, per esempio nel settore energetico e nella telefonia, molte compagnie europee hanno preso atto in ritardo della questione. A livello di amministrazioni pubbliche locali la consapevolezza è ancora meno diffusa». [r. e. s.]

Persone citate: Maas

Luoghi citati: Europa, Irlanda, Roma