«Non è stata incoscienza» di F. A.
«Non è stata incoscienza» «Non è stata incoscienza» La madre: un evento sublime ma non penso a come lo crescerò CATANIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Non riducete tutto alla solita polemica, sforzatevi di capire che mettere al mondo un figlio è una cosa sublime e una donna è donna solo quando la sua vita può essere completata dalla presenza di un figlio». Ancora sofferente per i postumi del parto cesareo, la mamma di Danilo ha però la felicità dipinta sul volto e non si sente neanche sfiorata dalle polemiche. Ex impiegata delle Poste ora in pensione, originaria di Giarre, da 16 anni con il marito coetaneo ha inseguito il sogno di avere un bambino. Dopo essersi rivolta ad un centro per la fecondazione assistita di Catania, nello scorso inverno, ha avuto la conferma che era in attesa di un bambino, nonostante i suoi 60 anni. Com'è andata la sua gravidanza? «Non è stata una maternità sofferta. Sono stata guidata da bravi professori, da bravi dottori e sono qui, adesso sto bene e non mi sento di avere avuto molti traumi». Come pensa di fare la madre, alla sua età? «Ecco, il problema grosso. Mia madre mi ha avuta a 40 anni, l'ho persa quando io avevo solo 5 anni. Quindi questo mi spinge maggiormente a portare avanti questo bimbo, qualunque sia la durata della mia vita. Poi si vedrà, non lo so. Con mio marito siamo d'accordo». Quando ha deciso di avere un figlio? «Quando ho avuto le prime mestruazioni, quando sono diventata donna. Ma purtroppo non c'è stata possibilità. Poi per 16 anni abbiamo provato di tutto. Infine, abbiamo tentato questa che era l'ultima possibilità, anche perché i dottori hanno giustamente le loro responsabilità. E' stato quasi inatteso, non ci credevamo più. Quando è arrivato, abbiamo deciso di portare avanti la gravidanza». A chi, alla sua età, ha problemi di sterilità, che cosa si sente di consigliare? «Io dico di seguire il cuore, l'istinto, il fisico. Non sono cose che si possono spiegare con la sola mente. Ma non è un'incoscienza. E' stato fatto con grande coscienza. Una donna è donna fintanto che ha un figlio. Anche se come dite voi una donna di 60 anni non può dare le stesse prestazioni di una ventenne. Ma quante donne fanno un figlio a 20 anni e poi muoiono? Per me è un dramma grossissimo, ma mi posso permettere di istruirlo, di educarlo, perché sto bene. L'unica cosa che mi dà fastidio veramente è che non venga mai messo in evidenza che una donna nel parto può morire, a 60 o a 30 anni. E in quel caso il bambino rimane orfano lo stesso». [f. a.]
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