Kennedy jr: il Sexgote? Un paradiso

Kennedy jr: il Sexgote? Un paradiso A xMilano per promuovere la sua rivista «George», mensile che fa spettacolo con la politica Kennedy jr: il Sexgote? Un paradiso «Bisogna imparare dall'Italia, dove tutto è possibile» PERSONAGGIO LO SHOW DI UN RAMPOLLO MILANO I chiamo John Kennedy». Esordio sobrio, elegante, ma subito si levano gridolini, vocine complici e festose, sguardi d'estasi: il pubblico sotto gli affreschi del Tiepolo nello splendido Palazzo Clerici, sede dell'Istituto di studi di politica internazionale, è quasi tutto femminile, nonché quasi tutto in nero e quasi tutto giovane. Sono le voci della moda e di altri mondi industriali e finanziari, voci di denaro e di successo, e difatti il figlio di JFK e di Jacqueline, 38 anni, avvocato, sposato con Carolyn Bessette (previdente, il contratto nuziale: assegna a Carolyn un milione di dollari in caso di divorzio entro quest'altr'anno, il doppio se il matrimonio dura da tre a dieci anni), è qui per sedurre, per attirare altra pubblicità per la sua rivista «George», di cui è direttore e presidente. Testata-omaggio a George Washington, è un mensile patinato ed euforizzante che parla di politica in modo spettacolare, molto hollywoodiano. Una copertina è dedicata per esempio a sesso e politica ed esibisce una Demi Moore con un grand'abito che le si apre davanti come fosse la Madonna in un quadro di Piero della Francesca, e un'altra copertina, sul voyeurismo, mostra una Kate Moss nuda accosciata mentre un apparecchio tv la invade quasi tutta. John John Kennedy ripaga bene tanta ammirazione e tanti applausi del pubblico: sorride grazioso e parla in modo brillante e spiritoso. Giorni per lui mondanamente intensi anche a Milano, dopo il party dalle sorelle Fendi a Roma in cui ha incontrato Aleida, figlia di Che Guevara. Domenica sera, cena da Rodolfo e Emanuelle De Benedetti, dove brillava una sana polenta, e ieri sera altra cena da Miuccia Prada: sempre per incontrar gente che conta, per far conoscere meglio il suo «George», che vende più di 400 mila copie, ha lettori giovani e di buoni studi, più donne che uomini, e quasi tutti impegnati nella vita pubblica. Parla e parla gentile, John Kennedy jr. Mettendo insieme brani del suo discorsetto e battute scambiate con i giornalisti, si può orchestrare un botta e risposta. Lei ha sempre detto di non pensare alla carriera politica. E' ancora vero? «In realtà non ho mai rinunciato a questa scelta. Sono cresciuto in una famiglia per così dire pubblica: ho voluto prima seguire una strada mia. Me lo raccomandava mia madre. Come giornalista ho creato un'idea, questa rivista, e la faccio crescere. Un impegno qualificante. Sul futuro non posso dire molto: sono giovane». La sua famiglia, questa sua attività... «Mia madre ha lavorato per anni come giornalista e mio padre ne sapeva abbastanza, di politica: ho messo insieme le loro competenze. Per me la politica è importante. Aggiungo: è troppo importante perché rimanga nelle mani dei soli politici». Che cosa significa questo? «Che la politica non si esaurisce nelle elezioni, ma riguarda di continuo le idee, le tensioni, le persone, tutte le persone, e i loro momenti di gloria e di debolezza. Io racconto tutto questo. Lo scenario politico non è una scatola di cristallo separata dalla società, ma è dentro di essa, e respira, circola, influenza ed è influenzato. Il fatto è che negli ultimi cinque anni sono avvenuti due fatti: la politica s'è integrata con la cultura popolare, e i mass media, le nuove tecnologie, conoscono un boom senza precedenti. La conclusione è che i politici sono star come gli at¬ tori, i cantanti, i campioni dello sport. C'è un unico circuito da raccontare. "George" fa intrattenimento, diamo informazioni importanti in modo vivace, moderno. Portiamo la politica nella vita. Questa è l'idea». Ha avuto qualche difficoltà a realizzarla? «"Sei matto, la politica non interessa nessuno", mi dicevano gli specialisti nei seminari di comunicazione. Invece no. La pubblicità è aumentata del 55% negli ultimi tempi, e aumenta ancora... Nella mia famiglia la politica è onore, entusiasmo. Io trasmetto questo messaggio. E pubblichiamo libri, ci consolidiamo su Internet, faremo uno special tv per raggiungere ancora più pubblico». Come giudica il Sexgate? «Un paradiso, per la nostra rivista, e lo è stato per la stampa in tutto il mondo. Meglio di un qualsiasi film. Ma speriamo di vederne presto la fine e di pas- sare a faccende più serie. Il Sexgate ha mostrato che la corsa per la presidenza è già partita e che gli elettori non si fanno influenzare facilmente. L'America vorrà informazioni, molte informazioni, sui prossimi candidati. Gliele daremo. Lo scandalo di Monica è insomma già archiviato. E Clinton, che tutti davano per spacciato, merita rispetto». Che cosa scriverebbe sulla situazione politica ita liana? «Da voi le situazioni cambiano molto, e all'improvviso, ed è sorprendente come gli italiani vi si adattino con agilità. In America saremmo molto depressi. Voi no, e l'economia, e tutta la società, va avanti». Claudio Altarocca L'affare Lewinsky è già archiviato Clinton, che tutti davano per spacciato merita invece molto rispetto^ (è i Nella mia famiglia la politica è onore ed entusiasmo E'una scelta alla quale non intendo rinunciare Demi Moore protagonista di una copertina della rivista «George» John Kennedy ieri a Milano alla presentazione della sua rivista «George» Demi Moore protagonista di una copertina della rivista «George»

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