In Macedonia 250 soldati italiani

In Macedonia 250 soldati italiani Vertice dell'Ileo In Macedonia 250 soldati italiani ROMA. Dopo Bosnia e Albania, i militari italiani saranno impiegati anche in Macedonia. Un contingente di nostri soldati parteciperà infatti alla missione militare dell'Alleanza Atlantica in Macedonia per proteggere i 2000 osservatori dell'Organizazione per la Sicurezza e Cooperazione in Europa (Osce) impegnati nel Kosovo per verificare la corretta applicazione degli accordi Holbrooke-Milosevic che hanno evitato i raid Nato contro i serbi. L'annuncio è stato dato dal ministro della Difesa, Carlo Scognamiglio, a termine dei due giorni di lavori del vertice dell'Unione dell'Europa Occidentale, a Roma. «Gli Stati Maggiori stanno già pianificando la nostra missione» ha aggiunto Scognamiglio, senza fare riferimento ai costi previsti. L'Italia invierà fra 200 e 250 uomini con relativi mezzi militari. Del contingente farà parte anche un reparto di elicotteristi e il loro ruolo sarà centrale, perché il compito della «Forza di Estrazione» sarà - secondo la denominazione stessa - di sgomberare rapidamente gli osservatori dell'Osce nel caso in cui si trovassero in grave pericolo nel Kosovo. La «Forza di Estrazione» conterà in tutto fra 1500 e 2000 uomini che saranno forniti anche da Francia (cui spetterà la direzione delle operazioni), Germania, Gran Bretagna e Olanda. La missione in Macedonia, che l'Alleanza stava preparando da tempo, assume un'importanza particolare per gli sviluppi della difesa europea. «Per la prima volta - ha spiegato in ministro degli Esteri, Lamberto Dini avremo un contingente della Nato composto solo da soldati di Paesi europei». E' la prima volta che viene messo in pratica il principio stabilito dal Consiglio Atlantico di Berlino (1996) sulla possibilità per gli alleati europei di intervenire in situazioni di crisi adoperando le strutture Nato senza la presenza degli americani. Un principio cui si richiamano apertamente le sei pagine della «Dichiarazione di Roma» sulla difesa europea approvata dai ministri degli Esteri e della Difesa dell'Ueo. Il testo propone anche - come annunciato - un più stretto coordinamento fra Ueo e Unione Europea, il potenziamento delle strutture dell'Ueo e un raccordo a livello di industrie degli armamenti. «E' un punto di partenza - ha detto Dini - per consentire agli europei di arrivare al vertice per i 50 anni della Nato, in primavera a Washington, con delle ipotesi concrete e comuni sull'assetto della difesa sul Continente». Pur persistendo numerose differenze fra i partner dell'Ueo sul futuro della difesa europea, la «Dichiarazione di Roma» ha raccolto i frutti di un'atmosfera nuova sui temi della sicurezza comune dovuta alla disponibilità della Gran Bretagna di Tony Blair. E l'Italia, presidente di turno dell'Ueo, ritiene imminenti nuovi impegni sullo scacchiere più critico, i Balcani. «Non possiamo limitarci a operazioni di polizia militare, pur meritorie» ha sottolineato Dini. [m. ino.] Il ministro Dini Il ministro Dini

Persone citate: Carlo Scognamiglio, Dini, Holbrooke, Lamberto Dini, Milosevic, Scognamiglio, Tony Blair