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PAURA E GIOIA DI VIVERE ALLARME CRIMINALITÀ ' PAURA E GIOIA DI VIVERE LO) 1STAT, come ogni anno, ci consegna la fotografia del Paese. Scopriamo così che cresce nei cittadini il senso di insicurezza: la gente ha paura di muoversi anche all'interno del proprio «mondo», del proprio ambiente. A terrorizzare il cittadino medio sembra sia l'impatto con la cosiddetta «microcriminalità», cioè quelle forme di violenza metropolitana - ormai sempre più frequenti nelle società opulente - tanto estese da risultare praticamente incontrollabili. C'è chi ha dichiarato, senza mezzi termini, di «sentirsi poco o niente sicuro a girare di sera nel proprio quartiere». Vista così, una simile reazione provoca turbamento anche perché non sembra immediatamente risolvibile il problema della violenza spicciola, dal momento che sono risultati vani i tentativi precedenti di porvi rimedio. Gli sterminati quartieri delle periferie difficilmente potranno godere del controllo territoriale delle forze dell'ordine. Eppure dietro la notizia inquietante si può provare a trovare una spiegazione più semplice. La richiesta di sicurezza è spia di una voglia di relazioni, di ricerca di gioia di vivere che porta i cittadini ad uscire dal chiuso del proprio, angusto microcosmo. Si esce, la sera. Si va al cinema, a ballare, si incontrano amici. Giovani e meno giovani, al Nord come al Sud. Si cerca di spezzare il cerchio della paura che ha attanagliato le nostre città in tempi non lontanissimi, come quelli segnati dagli Anni di piombo o quelli, più recenti, dello stragismo mafioso. Paradossalmente, la richiesta di sicurezza può significare la scelta - consolatoria di non lasciarsi paralizzare dalla paura. Significa che il cittadino italiano non vuol finire blindato in casa, o come gli abitanti di San Paolo del Brasile costretti a muoversi, anche solo per andare a fare la spesa, dentro un percorso protetto da poliziotti e vigilantes privati. E non vuol neppure rinunciare ad una vita normale. Francesco La Licata