Signora Fini, siamo due vittime

Signora Fini, siamo due vittime Una lettera aperta di Cinzia Leone al bersaglio della sua satira Signora Fini, siamo due vittime CARA signora Fini, già da tempo pensavo di scriverle una lettera, ma pensavo di farlo in forma privata. Mi ritrovo, improvvisamente mio malgrado, nelle condizioni di scriverle pubblicamente. Non le scrivo né per difendermi né per giustificarmi. Le scrivo per amore di chiarezza prima di tutto verso me stessa. Che lei sia di destra, io di sinistra è cosa nota, ma non è questo l'argomento del dibattere. Non c'è un argomento. C'è un sistema. Un sistema economico che genera un sistema di informazione che a sua volta dovrebbe generare una sorta di etica. Questo sistema economico sceglie di non generare un'etica, sceglie di generare caos. Sia io, sia lei in questo momento siamo solo due molecole di questo caos, due particelle di un sistema rigorosamente folle. Avrà notato che ho scelto la linea del silenzio, del non commento, della sottrazione al sensazionalismo. Non ho ribattuto non mi sono indignata, né offesa evitando di entrare nell'obbligo del gioco delle parti. At- Sign tribuirle l'appartenza ad una ideologia scomoda in questi giorni di confusione e di polemica, sarebbe stato volgare molto più di quanto lo sia stata, se lo è stata, la mia parodia. Ribattere sui giornali e in ogni occasione che questa censura è stata un atteggiamento fascista, questo sì, sarebbe stato volgare, perché è volgare ciò che ci confonde fino al punto di renderci miseri, incontrollati, in balia delle nostre paure, incapaci di valutare. La mia parodia, e penso che questo lei lo abbia capito, non era un attacco personale nei suoi confronti, ma mi permetto di ricordarle che lei non è un cittadino privato. Lei è la moglie di un personaggio pubblico e come tale ha consumato fino ad oggi il suo ruolo: comunicando con i media, partecipando con ardore alle sorti della Lazio, rilasciando dichiarazioni (anche in televisione) di vario genere, senza le quali io non avrei mai potuto creare quel personaggio. Un personaggio essendo un prototipo, durante il suo cammino si evolve dall'ispirazione iniziale per animarsi di vita propria. Una vita coerente con i tratti che gli appartengono, ma comunque una vita. Non spetta a me giudicare la qualità di un mio perso¬ ime naggio, e se lei lo ha ritenuto volgare io non posso far altro che accettare. Rientra nei miei rischi di esposizione pubblica così come rientra nei suoi il fatto che lei possa essere oggetto di satira. Nell'assurdo movimento delle cose che pero è un movimento necessario alla vita, spesso si ferisce, si dileggia, si offende, si sfiorano piaghe. Se questo è avvenuto per causa mia, io chiedo scusa perché il fine ultimo della satira non è la sofferenza, ma la rielaborazione della realtà tesa a renderla più sopportabile. Da qui in poi tutto ci sfugge e ci sfuggirà di mano, tanto a me quanto a lei. Per dovere di civiltà ho ritenuto opportuno comportarmi così: non riempire le pagine dei giornali di pettegolezzi, epiteti, volgarità, cicalecci, ingiurie, Ho preferito cercare un confronto chiaro, pubblico e diretto, in modo tale che qualunque cosa avvenga da ora in poi, diventi storia di tutti e non più solo nostra. Cinzia Leone Tutto ci sfuggirà di mano tanto a me, quanto a lei Ma non dimentichi che lei è un personaggio pubblico

Persone citate: Cinzia Leone, Signora Fini

Luoghi citati: Lazio