Il caso «Posta del cuore» finisce in Parlamento

Il caso «Posta del cuore» finisce in Parlamento Sulla censura potrebbe intervenire la commissione di vigilanza. e Freccerò si chiude nel silenzio Il caso «Posta del cuore» finisce in Parlamento ROMA. La decisione dei vertici Rai di censurare l'imitazione di Daniela Fini proposta da Cinzia Leone nel programma della seconda rete «La posta del cuore» potrebbe avere strascichi parlamentari, e non solo. Nella ridda di commenti seguiti all'episodio censorio, spiccava ieri la voce del vice-presidente della commissione di vigilanza Rai, Mauro Paissan, secondo cui sarebbe opportuno chiedere al direttore generale dell'azienda di Viale Mazzini Pierluigi Celli, nella riunione dell'organismo già prevista per domani, una lunga serie di chiarimenti sulla vicenda. «Non penso - dice il parlamentale - che la satira sia al di sopra e al di fuori di ogni regola, ma in questo caso ci sono troppe cose incomprensibili». Paissan vorrebbe ad esempio sapere «da chi è partita l'iniziativa della censura; quale ruolo avrebbero svolto esponenti di An interni o estemi all'azienda; perche si è intervenuti dopo 4 puntate e non prima; qual è la vera motivazione della censura: diffamazione, violazione delia privacy, offesa al buon gusto o che cos'altro?». Non è detto che le sue domande avranno risposte visto che, saputo della richiesta, il presidente della Commissione parlamentare di vigilanza Francesco Storace si è affrettato a ribattere che «l'audizione di domani ha un ordine del giomo già fissato, la situazione di Rai International, e se Paissan vuole chiedere un cambiamento deve chiederlo direttamente e non attraverso le agenzie». D'altra parte secondo Storace «si è fatto fin troppo "can can" su questa vicenda... Hanno fatto tutto da soli. A Roma si dice "se la cantano e se la suonano". Se davvero ci fossero state pressioni, sarebbero arrivate immediatamente, subito dopo la prima puntata e invece, inventandosi tutto, hanno tirato fuori prima le pressioni, poi il beep e alla fine la censura. Tutto da soli, in un proble¬ ma che è tutto della Rai». E tocca al presidente Zaccaria chiarirne i termini: «E' una questione molto delicata, di equilibrio tra il diritto di satira e la tutela della persona, due valori molto importanti. Noi vogliamo riconoscerli tutti e due. La direzione generale e la direzione di rete, che hanno responsabilità anche formali e possono essere chiamate a rispondere, hanno preso una decisione. Il consiglio non si è occupato della questione, la sua linea è che la satira va tutelata perché è uno degli elementi fondamentali con cui si fa anche tv. Io condivido la preoccupazione del direttore generale». Dietro i distinguo e le dichiarazioni ufficiali sono in molti a intravedere un contrasto che riguarda i vertici Rai e ha ben poco che fare con le smorfie di Cinzia Leone. Per capirne gli sviluppi bisognerà aspettare i prossimi giorni e intanto interpretare i commenti, i silenzi degli interessati a cominciare da quello di Freccerò, direttore di Rai2, che ha scelto il nocomment. «Francamente ha osservato il consigliere Vittorio Emiliani - credo che si sarebbe potuto ris /ere tutto in sede di rete. E' un p-.blema di qualità del prodotto. E in questo caso, ha ragione Dario Fo, non era un granché. Dopo una prima puntata, una seconda e una terza, sincera- mente poteva finire lì». Emiliani ha fatto sapere che l'imitazione della Leone non lo ha divertito molto, «ma questo - ha aggiunto -, è un giudizio da telespettatore». Sulla valutazione estetica è d'accordo anche Beppe Giulietti, nuovo responsabile comunicazione di Botteghe Oscure: «Ho visto lo sketch e non mi è piaciuto». Se però è vero, aggiunge Giulietti, «che la coppia Fini o An siano intervenuti, chiedo alla Rai di sapere come è stata presa la decisione, considerato infatti che la Leone si è ribellata, il "black out" non sembra il frutto di un accordo tra direttore del programma e autore...». Taradash di Forza Italia, alludendo al taglio ideologico di certa ironia, si aspetta «altrettanto sulla moglie di D'Alema» e lamenta di non aver ancora visto niente «su quella di Prodi». Fulvia Caprera A fianco: Cinzia Leone mentre imita Daniela Fini A destra: la vera Fini

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