Le «Luci» restaurate di Fellini di Gianni Rondolino

Le «Luci» restaurate di Fellini Stasera a Torino Le «Luci» restaurate di Fellini E"il TORINO " il 1950. Alberto Lattuada, reduce dal successo del Mulino del Po, vuole cimentar si in una nuova impresa. Come egli stesso dice: «Voglio produrre un film, voglio competere con i grandi produttori, fondo una cooperativa spontanea. Ecco la squadra: Carla Del Poggio, Giulietta Masina, Peppino De Filippo, organizzazione generale di mia sorella Bianca, musica di mio padre Febee». Il soggetto glielo fornisce Federico Fellini attingendo ai suoi appunti sulla «vita grama dei guitti dell'avanspettacolo». La sceneggiatura la scrivono Lattuada, Fellini e Ttulio Pinelli. E la regia? Lattuada suggerisce a Fellini di firmarla insieme e gli dice: «Dopo questa prova incomincerai la tua carriera e, siccome il mio sesto senso dice che sei un genio, procederai verso la gloria». Nasce così Luci del varietà, che sarà quasi un fiasco commerciale, ma di fatto darà a Fellini l'occasione di passare dietro la macchina da presa. A distanza di quasi cinquant'anni, grazie all'Associazione Museo Nazionale del Cinema che, in collaborazione con la Cineteca Italiana, ne presenta questa sera, alle 21, al Massimo, una nuova copia restaurata, introdotta da Gianni Comencini e Matteo Pavesi, con la partecipazione di Stefano Della Casa, è possibile vedere o rivedere un film per molti versi originale, al di là di certe sue manchevolezze o ingenuità. Il fatto è che, al consumato mestiere di Lattuada, che dà a Luci del varietà una sua veste corretta, si aggiunge quel carattere picaresco, vagamente ironico, perfino grottesco, e spesso fantasioso, che sarà proprio del Fellini maggiore. Uno spirito a volte goliardico, ma anche melanconico e memoriale, che rende la storia e i personaggi, o meglio questa umanità ai margini della società e tuttavia profondamente solidale, qualcosa di più di uno spettacolo, sia pure suggestivo. Ci sono già in nuce i personaggi felliniani che conosciamo. C'è già il suo sguardo divertito e commosso. I primi passi del Fellini regista cominciano a lasciare una loro traccia. Gianni Rondolino

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