Pressioni sull'Eurobanca di Francesco Manacorda
Pressioni sull'Eurobanca Pressioni sull'Eurobanca La nuova sinistra chiede più dialogo Parigi e Bonn decise a coordinare le politiche economiche e salariali Il patto di stabilità? «Non si tocca» BRUXELLES DAL NOSTRO INVIATO Ci saranno naturalmente il francese Dominique StraussKahn e il tedesco Oskar Lafontaine, mentre per l'Italia parteciperà Vincenzo Visco. E' una prima assoluta, quella in programma domenica sera a Bruxelles: un incontro tra quei ministri delle Finanze e dell'Economia dei Quindici aderenti all'internazionale socialista che si svolgerà alla vigilia sia del coordinamento Euro-11 (che riunisce i Paesi aderenti all'Euro), sia del tradizionale Consiglio Ecofin in programma per lunedì prossimo. Il nuovo appuntamento sembra avere il difficile compito di dare una linea omogenea alle esigenze - spesso meno simili tra di loro di quel che sembrino - che vengono dalle nuove capitali della socialdemocrazia europea e che si scontrano con l'opposizione della Banca centrale europea e della Commissione di Bruxelles. A 40 giorni dalla partenza della moneta unica il dibattito è infatti rovente su questioni non secondarie come l'indipendenza della Bce, la possibilità di interpretare in modo meno restrittivo il Patto di stabilità, che prevede sanzioni per chi non rispetta i criteri di Maastricht, l'opportunità di fissare degli obiettivi di cambio tra l'Euro e le altre valute europee. Di questi argomenti parla il testo che i ministri socialisti useranno probabilmente come base di lavoro. Si tratta di un documento intitolato «La nuova via europea: Riforma eco¬ nomica nel quadro dell'Uem», che è stato «scoperto» dal settimanale britannico «The Observer», anche se era già disponibile sul sito Internet dei socialisti europei dopo essere stato adottato dai ministri socialisti dell'Ecofin il 12 ottobre scorso e che non contiene in realtà posizioni rivoluzionarie, pur chiedendo un'azione politica «che riporti la crescita e l'impiego in Europa». Sulla questione della Bce, il documento chiede che la Banca, «seguendo l'obiettivo della stabilità dei prezzi, prenda in considerazione la crescita e l'occupazione» e che questa politica porti a «credibilità, certezza e prevedibilità», nelle mosse della Bce. Si chiede an¬ che «un dialogo tra le istituzioni responsabili per la politica economica, compresa la Bce, e i partner sociali europei». Per quanto riguarda il Patto di stabilità si parla di «importanza vitale della disciplina di bilancio per In stabilità macroeconomica e il successo dell'Unione economica e monetaria», ma si nota anche che molti Stati europei dovranno essere «più severi sui loro attuali deficit di bilancio, ma al tempo stesso sensibili agli sviluppi sociali». Un assaggio del menù che i ministri socialdemocratici potranno servire nella loro riunione è venuto ieri anche dal consiglio economico-finanziario tra Francia e Germania a cui hanno partecipato i ministri interessati e i governatori delle due Banche centrali. A Bonn, Strauss-Kahn e Lafontaine parlano di un «ravvicinamento» delle loro economie, della necessità di coordinare sempre di più le loro politiche monetarie, fiscali e salariali, per ottenere un «policy mix a sostegno della crescita», come dice il ministro tedesco, ma non hanno fatto ieri proposte concrete. Continua poi il pressing sulla Bce: «La politica monetaria deve sostenere le politiche di crescita», spiega Lafontaine, specificando che si riferisce proprio alla Bce e non alla Bundesbank. Segnali assai concilianti nei confronti della Commissione, invece, arrivano sul Patto di stabilità. Per Strauss-Kahn una nuova interpretazione del Patto, che è stata chiesta da Massimo D'Alema e Carlo Azeglio Ciampi, non è un problema che si pone: «Non capisco assolutamente questo dibattito - dice - perché non è un problema che ci troviamo ad affrontare, visto che tutti noi siamo al di sotto del limite previsto per il deficit il prossimo anno». E anche il collega Lafontaine sceglie la stessa linea: «Non abbiamo intenzione di mettere in discussione i criteri del Patto di stabilità». Francesco Manacorda Il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio
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