Le pagelle del mangiar bene di Edoardo Ballone

Le pagelle del mangiar bene I promossi e i bocciati della Guida de L'Espresso curata da Raspelli Le pagelle del mangiar bene E' sempre Vissani il «re d'Italia» MILANO DAL NOSTRO INVIATO Sì, Vissani, lo chef umbro di Baschi, quello che piace tanto al «generane» romano e a bocche buone di politici come D'Alema e Veltroni, continua a essere, più forte che mai, al primo posto della ghiotta classifica compilata nella Guida dell'Espresso, diventata ormai un libro-cult per raffinati gourmand italiani o comunque per chi apprezza il cosiddetto bel mangiare. Vissani conserva i suoi tre cappelli e resta fisso al punteggio niente male dei 18.5/20. Come dire il quasi irraggiungibile «nove più» nella scuola di tanti anni fa, L'annuncio della ormai tradizionale classifica-giudizio della guida gastronomica de L'Espresso ò stata bisbigliata domenica sera ai tavoli del Globe di Milano. Ma vincenti e declassati sono rimasti top-secret per il gran pubblico lino a ieri pomeriggio, quando Raspelli ha reso noto il tutto dall'ultimo panoramico piano dell'Hilton di Roma. Dunque Vissani primattore. E subito dopo, anche con tre cappelli e con 18/20 (un punto in più rispetto allo scorso anno), l'Enoteca Pinchiorri di Firenze. Glorioso secondo posto appena prima di Aimo e Nadia, locale milanese e da anni sulle ali della gloria e dell'Antica Osteria del Ponte di Cassinetta di Lugagnano. Lievi ma spiacevoli passettini all'indietro per gli importanti proprietari del Desco di Verona e del Sorriso di Soriso, che mantengono il più che appagante giudizio dei tre cappelli, ma scendono come punteggio da 17,5 a 17. E nel giro del 17 ci sono pure Gualtiero Marchesi di Erbusco, Miramonti l'Altro di Concesio e Pescatore di Canneto sull'Oglio. Nel gotha caro alle raffinate papille ritorna Guido di Costigliele d'Asti (2 cappelli e 16/20): lo scorso anno restò senza voto per l'improvvisa scomparsa di Guido Alciati. Spariscono invece dal grande palcoscenico due ristoranti di tutto riguardo che sino alla Guida 1998 avevano due cappelli e 16/20: la Carmagnole di Carmagnola e il Griso di Malgrate. E con loro lasciano il gruppo dei piìi blasonati altri 25 ristoranti. Chi sale e chi scende fra profumi di piatti prelibati e pietanze che, magari per una volta riuscite male, hanno siglato l'insuccesso del locale. Una Guida di tutto rispetto poggia sui numeri concreti che, in quella di Raspelli, significano 800 pagine di contenuto, 2907 ristoranti recensiti (due in più dello scorso anno), e fra questi 531 nuovi e 529 eliminati rispetto al 1998. I ristoranti con due o più cappelli, simbolo di successo, passano dai 141 dell'ultima edizione ai 146 di quest'anno. E i canguri chs vengono affiancati talvolta ai cappelli sono 84 (chi è stato «insignito» del canguro vuol dire che è in netto e continuo progresso). Tutta la Penisola è stata setacciata dai 93 ispettori di Raspelli: ristoranti di grido, trattorie e osterie buone e meno buone, posti di ristoro degli aeroporti, altri su navi private e pubbliche che fanno la spola tra il continente e le isole, qualche agriturismo e persino il ristorante di un ippodromo. Con distacco e pignoleria. Una soita di crociata per la difesa di piatti e di vini convincenti. E se ci fosse un drappo di battaglia, la frase scritta sulla tela sarebbe, come piace dire a Raspelh, «tutta la verità con severità». E c'è di più. I responsabili della Guida di quest'anno hanno pensato anche alla comunicazione ipertecnologica: ok la Guida di carta, ma perché non pensare pure a un intrigante ed rom? E il ed rom c'è. Costa 36 mila, come la Guida, e ci porta virtualmente in posticini segreti, in altri celebrati, facendoci conoscere ricette e vini che non ci deluderanno. Decisamente Raspelli ci fa peccare di gola, anche proiettandosi nel futuro. Edoardo Ballone Gianfranco Vissani, lo chef umbro di Baschi, si riconferma leader della Guida de L'Espresso