Vessato dai compagni «Via, sporco ebreo»

Vessato dai compagni «Via, sporco ebreo» Genova, ma è polemica sul caso di un liceale Vessato dai compagni «Via, sporco ebreo» GENOVA. Giudeo, sporco ebreo, viva i forni: battute pesantissime, dileggi, graffiti perversi e incoscienti sul banco del liceo. Per oltre un anno uno studente genovese che appartiene alla comunità israelitica del capoluogo ligure (circa 400 iscritti, una elegante sinagoga a due passi dal provveditorato agli studi, alcuni circoli pohtico-culturall molto attivi, esponenti di primo piano nel mondo dell'economia, della cultura e delle professioni) è stato sottoposto a una persecuzione da parte di alcuni compagni di scuola, non si sa se motivati politicamente oppure soltanto malvagi e ignoranti. Sulla vicenda, che è diventata di pubblico dominio solo ieri perché il padre del ragazzo si è sfogato pubblicamente, cercheranno di fare luce il preside del liceo, il provveditore agli studi e, forse, la magistratura. Ma la vicenda è venuta alla luce in maniera singolare, un po' contraddittoria. Spiega Piero Dello Strologo, capo della comunità ebraica di Genova e uno dei fondatori e animatori, con il figlio Ariel, del circolo «Primo Levi» che ha ospitato a Genova recentemente Leah Rabin e Shimon Peres. «La scorsa primavera uno dei nostri giovani ci ha presentato un articolo da pubblicare sul bollettino che circola all'interno della comunità. Era un testo poco comprensibile: allude¬ va, oscuramente, a "gocce che cadevano dal rubinetto sino a far traboccare il catino" e parlava genericamente di violenza e di intolleranza. Decidemmo di pubblicarlo e il ragazzo accettò di firmaelo con il suo nome e cognome». Per il numero successivo rispose al giovane un professore, della sua scuola, anch'egli ebreo, il quale lo esortava a non temere per la sua diversità, ma a farne, anche di fronte alle difficoltà quotidiane, una bandiera, una testimonianza. Il padre del ragazzo, letta la risposta sul bollettino ancora da spedire, pretese il blocco della pubblicazione. Dello Strologo si oppose, anche perché dalla vicenda non emergevano chiari i fatti: sembra che il ragazzo, timido e timoroso forse di altre rappresaglie, non si fosse confidato neppure con il padre. «Ne è venuta fuori una storia antipatica - dice Dello Strologo perché il padre del ragazzo ci ha fatto scrivere prima da un penalista. Poi c'è stata una seconda lettera alla consulta dei rabbini italiani». Una querela per aver pubblicato il nome del minore sul bollettino, di cui il capo della comunità però non ha avuto mai notizia, sarebbe stata archiviata dalla magistratura genovese. Il padre del ragazzo ha però il cuore pieno d'amarezza: dice di non essere stato compreso e aiutato. [p. L]

Persone citate: Leah Rabin, Piero Dello Strologo, Primo Levi, Shimon Peres

Luoghi citati: Genova