«L'Europa apra le porte a 1 milione di stranieri»

«L'Europa apra le porte a 1 milione di stranieri» Il leader dei Verdi Cohn-Bendit: è una quota annuale di clandestini che si può sopportare «L'Europa apra le porte a 1 milione di stranieri» FRANCOFORTE. Gli amici lo definiscono «brillante ma incontrollabile» e Daniel Cohn-Bendit non si è smentito. «Regolarizziamo tutti i clandestini», ha proposto al congresso dei Verdi, indicando noi primo ministro francese I.ionel Jospin il candidato idealo per questo colpo di teatro: «Voglio che vinca le prossime presidenziali. Ma la grandezza di un futuro presidente della Repubblica è di regolarizzare tutti i sans-papiers». E a Parigi è sceso il gelo contro l'ex leader sessantottino, oggi consigliere del ministro degli Esteri tedesco Joschka Fischer e capolista dei Verdi francesi alle prossime europee: «Cedere alle pressioni - ha ribattuto il governo sarebbe un incoraggiamento formidabile all'immigrazione clandestina». Ancora più duro il primo segretario del ps, Frangois Hollande: «A un certo punto bisogna dire basta. Bisogna dire: fin qui c'è una regola, al di là non c'è più regola». Daniel Cohn-Bendit, sta proponendo una sanatoria generalizzata e senza regole? «No. lo dico che in Francia ci sono almeno 140 mila persone che vivono una situazione incredibile. Sono stati in clandestinità, poi hanno fatto domanda di regolarizzazione, ma a causa delle vecchie leggi del precedente governo di destra, quelle del ministro Pasqua, molti sono stati esclusi. E allora che cosa facciamo di questi 50 mila? Li buttiamo via? Li carichiamo sugli aerei? Ma un aereo a settimana vuol dire 1200 persone al mese, 14 mila in un anno. Ci vorrebbero all'incirca 4 anni. E intanto ne resterebbero migliaia e migliaia in una "clandestinità legale" che non farebbe che attirare altri immigrati, convinti che comunque in Francia si può vivere e lavorare anche da sans-papiers. Allora è più giusto dire: "Ok, benvenuti a tutti i vecchi, e poi facciamo una legge por il fu¬ turo"». Come dovrà essere? «Comune a tutta l'Europa. Solo così avremo la possibilità di regolare i flussi migratori e di ridurre la clandestinità». In pratica, qual è la sua idea? «Stabilire un tetto. Mi sembra realistico quello di 1 milione di entrate a livello europeo». In un continente con milioni di disoccupati come si potrà trovare lavoro a 1 milione di immigrati ogni anno? «Ci sono tanti lavori disponibili, anche con la disoccupazione, in Francia, in Italia e altrove. Faccio un esempio: nel calcio italiano ci sono moltissimi professionisti stranieri, eppure i tifosi li vogliono e li adorano, perché sono necessari per vincere. La stessa contraddizione vale per il mercato del lavoro: non sempre i più bravi si trovano a casa nostra, ma sono necessari per ottenere i risultati migliori». La sanatoria in Italia, però, produce effetti opposti a quelli che lei descrive: gli extracomunitari si precipitano dalla Francia e da altri Paesi. «Proprio per questo ripeto che ci vogliono regole europee, comuni. Altrimenti ci saranno sempre clandestini che passeranno da un Paese all'altro in cerca di regolarizzazione. Un anno fa, per esempio, tanti lasciarono l'Italia per venire in Francia». Allora, come spiega il «no» del governo Jospin alla sua proposta? «Credo che stia facendo un errore, ma non penso che quel rifiuto sia l'ultima parola». Non teme che la sua proposta rinfocoli le paure di molti europei e, quindi, intolleranza e razzismo? «Dipende come la si spiega all'opinione pubblica. Bisogna cominciare con lo spiegare che oggi c'è una legalizzazione di fatto della clandestinità e che non è una bella situazione. E si deve aggiungere che il processo di integrazione richiederà anni e pazienza, come quello delle ristrutturazioni industriali. Razzisti lo siamo tutti, però è compito dei politici alzare il livello di civiltà delle nostre società e gestire l'immigrazione in modo da garantire la pace sociale di un'Europa fondata sul principio di ospitalità. Dare ospitalità non vuol dire che possano venire tutti, ma significa essere capaci di aprire e chiudere una porta. Se la porta è solo e sempre chiusa, la gente entrerà dalla finestra». Gabriele Beccaria «Bisogna regolarizzare gli immigrati che sono già nel Continente e poi fare leggi comuni» Ma il governo Jospin si oppone: così si rischia di incoraggiare gli arrivi in massa Daniel Cohn-Bendit L'ex leader del '68 è oggi consigliere del ministro degli Esteri tedesco Joschka Fischer e capolista dei Verdi francesi alle prossime elezioni europee