«Tocca a Giugni fare l'arbitro» di Roberto Ippolito

«Tocca a Giugni fare l'arbitro» «Tocca a Giugni fare l'arbitro» D'Antoni:punire chi sciopera non serve, si deve conciliare PROMA ROMETTE di essere più buono. «Sono un angioletto», ridacchia Sergio D'Antoni. Il segretario della Cisl è tornato ieri al lavoro, dopo «il grande spavento più per chi mi era vicino che per me», il malore di sabato 7 novembre: «Non mi sono accorto di nulla racconta - e quando me ne sono accorto era troppo tardi... stavo bene. In fondo è stata una lezione di vita per capire che è meglio un po' più di calma». La calma è un impegno, ma D'Antoni si fa prendere dalla passione. Attacca il segretario della Cgil Sergio Cofferati in materia di scioperi. Punzecchia il governo di D'Alema invitandolo a «darsi una mossa» e rinfacciandogli un «eccesso di genericismo», cioè poca concretezza nel confronto per l'elaborazione del patto sociale per stimolare gli investimenti. Perché ce l'ha con Cofferati che chiede sanzioni contro gli scioperi selvaggi? «La proposta di Cofferati è tanto chiara da non essere compresa. Mi sembra confusa e demagogica: cosa si pensa di fare? Di deportare chi sciopera?». La Cgil ipotizza sanzioni severe quando... «Ma le sanzioni esistono già. La proposta, perciò, è astratta, fantasmagorica, propagandistica. Il problema non è questo». E qual è allora? «L'unica cosa che si deve fare è quello che non si fece, quando si varò la legge sugli scioperi nei pubblici servizi che è una buona legge». Cioè? «Bisogna aggiungere ciò che manca e all'epoca non volle una gran parte della sinistra e la Cgil commettendo un errore: serve una procedura di conciliazione obbligatoria che produca alla fine l'arbitrato, ovvero la pronuncia di un arbitro». Con questa idea vi presentate oggi al «tavolo delle regole», il confronto con il ministro dei trasporti Treu sugli scioperi? «La Cisl manifesta questa idea ormai da anni. Punire chi sciopera non ha senso. Non si tratta di sanzionare il conflitto, ma di evitarlo. E per evitarlo bisogna prevenirlo. Per prevenirlo bisogna conciliarlo». E chi dovrebbe svolgere la funzione di arbitro? «C'è già una commissione di garanzia, attualmente presieduta da Gino Giugni: può fare da arbitro». Quali competenze avrebbe la commissione? «La conciliazione e l'arbitrato dovrebbero essere obbligatori per le vertenze che riguardano l'interpretazione del contratto collettivo di lavoro che costituiscono oltre il 50% del totale. Penso a un arbitrato che entra nel merito, nell'interpretazione dei contrari». Cosa sarebbe accaduto per lo sciopero in corso dei capistazione? «L'arbitrato sancirebbe se la protesta è priva di senso o no. Fra l'altro con la procedura immaginata dalla Cisl si eviterebbe il fenomeno degli scioperi proclamati con la speranza di non farli e che utilizzano l'effetto annuncio come strumento di pressione». E cosa accadrebbe per le vertenze non relative all'interpretazione del contratto? «Il conflitto resterebbe per i rinnovi contrattuali, gli esuberi, i licenziamenti». Cofferati ipotizza poi lo sciopero virtuale che non si effettua ma provoca una trattenuta. Che ne pensa? «Lo sciopero virtuale non è percorribile. Si può giustificare solo in circostanze eccezionali». In sintesi la Cisl vuole cambiare la legge sugli scioperi? «Vuole integrarla. E la questione ha un legame con il disegno di legge all'esame del Parlamento sulla rappresentanza sindacale. Noi proponiamo una soglia di sbarramento di almeno il 4-5% per impedire la frammentazione dei sindacatini». Roberto Ippolito