Stop agli esperimenti sugli animali di Fabio Galvano

Stop agli esperimenti sugli animali Paul McCartney: «Mia moglie Linda sarebbe felice, è una grande notizia per la civiltà» Stop agli esperimenti sugli animali Rinuncia volontaria dell'industria cosmetica britannica LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La battaglia durava da vent'anni, alimentata da organizzazioni umanistiche e gruppi animalisti. Ma ieri, mentre si concludeva con l'annuncio da parte del governo che con effetto immediato gli animali non saranno più usati in laboratorio per esperimenti sui cosmetici, un'altra cominciava. Più difficile, dai connotati decisamente meno difendibili: quella per eliminare gli esperimenti molto più numerosi - sugli animali che ogni giorno muoiono nei laboratori per tutti i tipi di ricerca scientifica. «Ma qui si trattava di cose senza peso», ha osservato la fondatrice del Body Shop, Anita Roddick, che a lungo si è battuta per questa decisione: «La cura dell'epidermide e dei capelli non è una questione di vita e di morte, che giustifichi tali esperimenti». Dire basta all'uccisione di topi e cani per collaudare rossetti e rimmel era un impegno del governo, che raccoglie plausi unanimi. L'annuncio è stato dato ieri dal sottosegretario agli Interni, George Howarth, che ha spiegato il meccanismo di questo passo - per gli animalisti - storico. Poiché non esisteva un supporto legislativo al divieto e non c'e¬ ra modo d'introdurre un progetto di legge nei suoi calendari legislativi già superintasati, il governo ha ottenuto una rinuncia volontaria da tutti i laboratori che fino a ieri sperimentavano cosmetici sugli animali avvalendosi delle licenze fornite dal ministero. Né ci saranno nuovi permessi. Un anno fa erano già stati proibiti gli esperimenti di prodotti finiti: una crema antirughe, per esempio. Questa volta il divieto riguarda anche gli ingredienti di quella crema. Ma quali ingredienti servono alla cosmesi e quali invece alla produzione di medicinali (per la quale gli esperimenti con animali continuano a essere consentiti)? «Inevitabilmente ci sono zone grigie», dice un portavoce di Beauty Without Cruelty (bellezza senza crudeltà): «Inevitabilmente molti esperimenti continueranno, all'estero». Perché Londra è sola nella sua crociata. Le attese norme europee sono ancora fra le quinte della Commissione di Bruxelles. «Una bellissima notizia per gli animali ma anche per la civiltà», ha detto ieri Paul McCartney, la cui moglie Linda era coinvolta nella battaglia: «Era ora che il governo ascoltasse quello che milioni di persone chiedevano da anni. A nome della mia famiglia - ha aggiunto - e so di poter parlare anche a nome di Linda, siamo l'elici di questa decisione e spero che altri Paesi seguano l'esempio». L'amore degli inglesi per gli animali - salvo poi costringere cani e gatti a inumane e anacronistiche quarantene di sei mesi è ben noto. Ma un deputato conservatore, Roger Gale, parla con un gioco di parole di «una misura cosmetica». Pochissimi, dice, erano gli esperimenti su animali per i prodotti di bellezza. «Una goccia nel mare». Le statistiche gli danno ragione: 1266 animali, nel 1997, su un totale di oltre due milioni e mezzo, sono stati sacrificati nei laboratori: 945 mila per la ricerca farmaceutica, 829 mila per gli studi biologici, 201 mila per la messa a punto di apparecchi di sicurezza, 436 mila per esperimenti genetici e addirittura 160 mila sono stati usati per collaudare farmaci veterinari. E' un'ecatombe, che colpisce oltre due milioni fra topi e ratti, ma anche 26 mila fra cani, gatti e cavalli. «Dobbiamo essere realistici», ammette la dottoressa Penny Hawkins, della Società protettrice degli animali (la Rspca): «Vorremmo trovare alternative, ma per il momento non ci sono proprio». La battaglia, per molti, continuerà. Fabio Galvano

Persone citate: Anita Roddick, George Howarth, Paul Mccartney, Penny Hawkins, Roger Gale

Luoghi citati: Bruxelles, Londra