E'morto Cormichael profeta nero di Franco Pantarelli

E'morto Cormichael profeta nero Sposò la Makeba E'morto Cormichael profeta nero NEW YORK NOSTRO SERVIZIO E' morto Stokely Carmichael, che negli Anni '60 fu una delle figure chiave del «risveglio nero» in America. Soffriva da tempo di cancro alla prostata e la morte lo ha colto in Guinea, dove si era trasferito molto tempo fa, prendendo il nome di Kwane Ture in omaggio a due dei maggiori artefici della deconolonizzazione africana, Kwane Nkrumah e Sekou Ture. Fra i fondatori dello Sncc («Student nonviolent coordinating commitee»), Carmichael fu il teorico del «black power», il movimento rivolto non solo alla rivendicazione dei diritti civili, che proprio in quegli anni andava montando con le grandi «marce» organizzare da Martin Luther King, ma anche e soprattutto alla battaglia culturale per il recupero dell'«orgoglio nero», schiacciato dalla schiavitù prima e dalla segregazione poi. Il suo slogan «black is beautiful» diventò una specie di grido di battaglia. Si definiva un socialista ma il suo istinto lo spingeva verso le posizioni terzomondiste che all'epoca attraversavano la sinistra mondiale e che non piacevano molto ai «cultori della fede» di Mosca, molto più interessati alla coesistenza pacifica fra le due superpotenze. Era noto per la sua prosa immaginifica e fece epoca un suo intervento a Cuba, a una riunione in cui erano rappresentati un po' tutti i movimenti di gueriglia che in quegli anni percorrevano l'America latina, in cui paragonò gli Stati Uniti a «una grande piovra». Cuba, disse, le aveva tagliato un tentacolo, il Vietnam gliene stava tagliando un altro, «se altri popoli in altri Paesi faranno altrettanto, noi le pugnaleremo l'occhio». A un certo punto sposò Miriam Makeba, la cantante sudafricana che dovette lasciare il suo Paese e traferirsi negli Stati Uniti, dove divenne un simbolo sia della causa nera che della diffusione della musica africana nel mondo. Poi però lei fu dichiarata «indesiderabile» dalle autorità americane e la coppia si traferì in Guinea. A quell'epoca, del resto, era abbastanza diffuso fra i militanti neri americani il desiderio di andare in Africa a «cercare le radici». Molti di loro tornarono delusi e confusi, ma lui è rimasto fino al momento della sua morte, battendosi contro l'embargo americano nei confronti di Cuba e della Libia e predicando l'unità di tutti gli africani. Kwame Ture, ha detto Jesso Jackson che lo aveva incontrato proprio la settimana scorsa durante ua discreta «missione» compiuta in Africa per conto di Bill Clinton, è stato un uomo che «ha suonato la campana della liberà in questo secolo». Nel colloquio avuto con lui, ormai debilitato dal male, Jackson dice di aver constatato che Kwame Ture «non aveva mai fatto pace con l'oppressione. Il suo ultimo grido è stato per la liberazione del Terzo Mondo». Franco Pantarelli

Persone citate: Bill Clinton, Carmichael, Jesso Jackson, Kwame Ture, Makeba, Martin Luther King, Miriam Makeba, Sekou Ture, Stokely Carmichael