Il centro diviso dal simbolo

Il centro diviso dal simbolo Europee, fa discutere la proposta dei ds di affiancare il logo dell'alleanza a quello dei partiti. Secco no di Boselli Il centro diviso dal simbolo L'Udr a dimani ePpi: niente Ulivo ROMA. La questione del simbolo con cui presentarsi alle elezioni europee continua a rimescolare il centro-sinistra. Bocciata la lista unica dell'Ulivo proposta da Prodi, adesso in discussione c'è la cosidetta «bicicletta», l'idea di abbinare una sorta di seconda «ruota» ulivista al simbolo del proprio partito. Un'ipotesi che, peraltro, non è affatto detto che possa funzionare da un punto di vista tecnico giuridico. Tanto che l'ufficio elettorale del ministero dell'Interno sta valutando la questione. Eppure l'idea lanciata dai ds per conciliare le opposte esigenze dei suoi alleati, continua a tenere banco. Ieri il portavoce dei Verdi Luigi Manconi ne ha parlato per mezz'ora con Prodi su un divanetto di Montecitorio. Spiegandogli che la soluzione potrebbe anche essere quella di un semplice «richiamo», una parola o un segno grafico che richiami l'alleanza, come è accaduto alle elezioni di Udine. Il Professore ha ascoltato senza dir nulla. Amareggiato per aver veriicato nei giorni scorsi quanto sia basso il «tasso di ulivismo» nel Ppi, è in partenza per un nuovo tour all'estero - questa volta si tratta di lezioni universitarie - che lo impegnerà fino a fine mese. Una buona occasione per stare alla finestra ad aspettare che la situazione decanti. Del resto, nella stessa alleanza di centro-sinistra ci sono quelli che il doppio simbolo, in qualunque versione sia, non lo vogliono affatto. I socialisti dello Sdi di Enrico Boselli per esempio giudi¬ cano la cosa del tutto «improbabile» e già annunciano che loro si presenteranno alle elezioni da soli. E l'Udr, che del centro-sinistra a rigore non fa parte e anzi ha proclamato morto l'Ulivo appena caduto il governo Prodi, chiede senza mezzi termini a Ppi e Rinnovamento Italiano, con cui vorrebbe apparentarsi alle europee, di rinunciare al cappello ulivista in ogni forma. Pena l'uscita dal gruppo dello stesso Udr. «Un ritorno dell'Ulivo sarebbe un errore, senza Riibndazione e senza Udr l'Ulivo sarà minoritario rispetto al Polo», minaccia il segretario Clemente Mastella, che l'altro ieri ha liquidato Prodi come un «caso umano, una crisi esistenziale». Per l'Udr l'unico richiamo possibile è, ovviamente, quello del Partito popolare euro¬ peo. Stretto fra l'incudine dell'ex premier e il piccone di Francesco Cossiga, il Ppi prende tempo, visibilmente imbarazzato. «Io intanto ho il simbolo del partito popolare e vado con quello», si trincera Franco Marini. Che al momento non può che esprimere un desiderio: «Vorrei che le forze che sono dentro il partito popolare europeo, e Prodi e Cossiga sono a pieno diritto lì, l'ossero capaci di fare una lista comune con noi... Non so se ci riuscirò». Tra tante strategie divaricate D'Alema cerca di mettere un po' pace. Si dice «dispiaciuto» dello scontro fra Prodi e Cossiga e si augura che i motivi di incomprensione e dissapore possano essere superati perché «il Paese ha bisogno dell'uno e dell'altro». Ma a Achille Occhetto l'auspicio di una riconciliazione fra i due contendenti non basta. E invita l'Ulivo a replicare a Mastella che è parte della maggioranza «e non si può permettere in modo assoluto di dare un giudizio di quel genere nei confronti di Prodi». lm. g. b.] L'ex presidente del Consiglio Romano Prodi

Luoghi citati: Ppi, Roma, Udine