Il Papa: accogliere è un dovere di Marco Tosatti

Il Papa: accogliere è un dovere Il Papa: accogliere è un dovere ELustiger: immorale creare un nuovo Muro CITTA' DEL VATICANO. Accoglienza: è la parola d'ordine che Giovanni Paolo II ha lanciato ieri durante l'Angelus in Piazza San Pietro, ricordando che in Italia si festeggiava la giornata nazionale delle migrazioni. Il «tema» dato dalla Chiesa a questa ricorrenza, e lo spunto su cui meditare era: «Le migrazioni da Babele a Pentecoste. Unità nello Spirito». «Babele - ha spiegato Papa Wojtyla - è il simbolo dell'orgoglio, che vuole imporre con la prepotenza il disegno prometeico di costruire un unico popolo sulla base di una sola cultura, prescindendo da Dio». La difesa della differenza, quando si parla di cultura e di nazione, è da sempre un punto chiave del Pontificato wojtyliano, nel ricordo della tentata omogeneizzazione sovietica, e nel timore di quella della società consumistica. La «Pentecoste», invece, «è l'evento con cui si ritorna al progetto divino, che dà voce e legittimità al pluralismo etnico-cul- turale, riconoscendo alle singole persone e ai diversi gruppi etnici il diritto di annunciare nelle proprie lingue le grandi opere di Dio. Possa l'odierna ricorrenza ha concluso - aiutare i credenti ad assumere un atteggiamento sempre più cordiale ed aperto nei confronti dei migranti». L'immigrazione sta crescendo come problema per la Chiesa cattolica, su un fronte duplice: quello dell'aiuto a persone bisognose, da un lato, e dall'altro quello della necessità di equilibrare lo slancio evangelico con la saggezza necessaria a evitare reazioni di intolleranza. «Ho l'impressione che si tenda a nascondere la verità - ha detto ieri in un'intervista al quotidiano dei vescovi «Avvenire» il cardinale Jean Marie Lustiger, arcivescovo di Parigi -. Al momento l'immigrazione in Europa è relativamente limitata e i governi si sforzano di contenerla in qualche modo. Che gli extracomuni- tari siano il meno possibile, e pesino il meno possibile sulla collettività: questa è la ricetta politica adottata, ma tutte le previsioni dicono che tra 20 o 30 anni l'Europa ricca e sottopopolata non potrà evitare l'arrivo in massa delle popolazioni del Sud e dell'Est. L'unico modo per contrastarla sarà una nuova cortina di ferro, filo spinato e mitragliatrici. Davvero è questo che voghamo? Abbiamo creato un modo di vita attraente, di cui andiamo orgogliosi, e poi ci meravigliamo se chi è rimasto fuori desidera farne parte?». Il cardinale parigino rivendica alla Chiesa la possibilità di «dire qualche cosa» per difendere il patrimonio di tradizione cristiana dell'Europa e, nello stesso tempo, proporlo agli altri. Per una coincidenza che non può essere casuale, al termine della recente assemblea straordinaria dei vescovi italiani, svoltasi a Collevalenza, il Presidente della Cei, il cardinale Camillo Rumi accennava alla possibilità di offrire ai nuovi immigrati una «proposta» cristiana, senza fare proselitismo. E soprattutto parlava di un fenomeno volutamente tenuto di basso profilo, le conversioni al cattolicesimo di fedeli provenienti da altri Paesi e da altre religioni. Sono molti di più degli italiani che compiono il percorso opposto - diceva il sostanza il porporato - «ma volutamente a questi episodi non viene data pubblicità». A Collevalenza si erano regi¬ strati accenti di tipo diverso, fra i vescovi, e in particolare il presule di Como, Sandro Maggiolini, ha negato l'esistenza di un «diritto all'invasione», che fra l'altro non è affiancato nemmeno da strutture e opere necessarie a fornire un minimo dignitoso ai nuovi arrivati. Il presidente della Cei ha ribadito la «linea», approvata dall'episcopato italiano nel maggio scorso. «Va fatta lievitare una cultura dell'accoglienza - ha dichiarato che, però non contrasti con il rispetto delle leggi dello Stato e con l'attenzione ai criteri di compatibilità». Nel frattempo c'è stata l'occupazione da parte di un gruppo di extracomunitari della basilica di San Petronio, sul quale il vicario dello diocesi, monsignor Vecchi, ha proposto una riflessione: «Mi chiedo che cosa sarebbe successo se dei cristiani avessero fatto quello che hanno fatto loro con una moschea». Marco Tosatti II cardinale parigino «La Chiesa deve difendere il patrimonio di tradizione cristiana e nello stesso tempo proporlo agli altri» Accanto: il Papa mentre accarezza un bambino nella chiesa di San Matteo a Roma

Persone citate: Camillo Rumi, Giovanni Paolo Ii, Jean Marie, Papa Wojtyla, Sandro Maggiolini

Luoghi citati: Citta' Del Vaticano, Collevalenza, Como, Europa, Italia, Parigi, Roma