Campania, il Polo s'appella a Scalfaro
Campania, il Polo s'appella a Scalfaro Napoli, manifestazione anti-ribaltone: in nome della sovranità popolare, non votiamo falce e Mastella Campania, il Polo s'appella a Scalfaro Rastrelli: deve sciogliere il Consiglio regionale NAPOLI. Dice che gli sembra di assistere a un film «con Cossiga nel ruolo di papa Alessandro VI, Mastella in quello di Castruccio Castracani, una piccola figura cui si affidavano mansioni da sicario, e De Mita che indossa gli abiti del protettore dei mestatori». Al presidente della Regione Campania Antonio Rastrelli basta evocare le fosche atmosfere delle congiure dei Borgia per guadagnarsi l'applauso a scena aperta. Siamo nel cinema Santa Lucia, dove un migliaio di fedelissimi si stringe attorno allo stato maggiore del Polo campano mobilitato contro il ribaltone. Ma le parole più dure il «governatore» le riserva al presidente della Repubblica: «Stanerò Scalfaro dai suoi silenzi per farlo intervenire per porre rimedio a una scandalosa violazione dello spirito e della lettera della Costituzione là dove si parla di sovranità popolare». Il presidente chiede che il capo dello Stato sciolga il Consiglio regionale «per consentire nuove elezioni entro i primi di febbraio». Si dice pronto «ad atti politicamente violenti per difendere la moralità della politica», avverte che non ha alcuna intenzione di «rispettare le nonne formali e di tener conto delle deliberazioni di un'assemblea che viola la sovranità popolare». Non basta. Per lui è giunto il momento di sollevare «una grande questione costituzionale». I ribaltoni delle maggioranze nelle Regioni, spiega, «violano l'articolo uno della Costituzione sulla sovranità popolare». Conclusione: «Il Consiglio regionale deve essere sciolto immediatamente». I consiglieri del Polo hanno già firmato le dimissioni, i Ds facciano altrettanto, incalza Rastrelli che a questo punto si rivolge a Berlusconi, Fini e Casini: «Facciano in modo che il caso Campania si ripercuota sia sulla legge elettorale sia sulla finanziaria». Bandiere, striscioni, applausi scroscianti per Rastrelli, fischi e slogan contro Mastella la cui opera di mdebolimento e destabilizzazione, tuona Rastrelli, «favorisce sia pure involontariamente e mdirettamente la camorra». Così ieri il Polo ha vissuto la sua giornata «della libertà, dei valori, della civiltà e dell'orgoglio». Sul palco del cinema-teatro Santa Lucia si sono avvicendati, prima di Rastrelli, i leader regionali di Forza Italia, Antonio Martusciello, di An, Pasquale Viespoli, e del Ccd, Carmine De Santis. «Non votiamo falce e Mastella», avvertiva un manifesto. «Il rinascimento del Mezzogiorno comincia a piazza del Plebiscito ma rischia di finire a Ceppaloni. I ribaltoni sono la sconfìtta di tutti quelli che vogliono una nuova stagione politica nel Sud», ha ripetuto Viespoli. «Siamo i crociati di un nuovo modo di vedere la politica», ha commentato Rastrelli. E un senatore del Ccd, Carmine De Santis, ha detto che anche per Cossiga c'è un conflitto di interessi: «Presenterò una proposta di legge che obbliga un ex capo di Stato, senatore a vita, che voglia guidare una forza politica, a dimettersi da Palazzo Madama». La domenica non è stata giorno di riposo neanche per i Ds, che ieri hanno riunito la direzione regionale del partito per discutere del caso Campania. L'unico punto su cui sembrano convergere il centro-sinistra e il Polo è l'esigenza di arrivare al più presto alle elezioni. Il problema è nella scelta del governo che dovrà portare la Regione alle urne. A una parte dei Ds non piace l'idea delle dimissioni di massa dei consiglieri per lo scioglimento del Consiglio. Le ipotesi formulate dal centro-sinistra, a questo punto, sono tre. Prima: una giunta con l'Udr che ha abbandonato la maggioranza di centro-destra. Seconda: un esecutivo di minoranza formato dai partiti del centro-sinistra con l'appoggio esterno dell'Udr. Terza: un governo altrettanto minoritario composto da Ppi e Udr con il sostegno esterno dei Ds. [f. ma.] Il presidente della Regione Campania Antonio Rastrelli
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