Arafat: Palestina nel '99 di Foto Ap
Arafat: Palestina nel '99 Netanyahu minaccia: non provateci o annetteremo subito le zone della Cisgiordania abitate dai coloni Arafat: Palestina nel '99 «Armi già pronte per Gerusalemme» TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Arafat toma a brandire, metatoricamente, il fucile. In un acceso discorso di fronte a centinaia di militanti di al-Fatah a Ramallah (Cisgiordania) il Rais ha confermato che lo stato palestinese sarà proclamato nel maggio 1999 allo scadere degli accordi di transizione di Oslo e avrà Gerusalemme per capitale. (lAbbiamo già preparato i fucili e siamo pronti a impugnarli - ha minacciato - se qualcuno volesse impedire; di pregare in al-Quds alSharif», ossia Gerusalemme. «E chi non fosse daccordo - ha concluso fra l'ilarità del pubblico - può trangugiarsi l'acqua del Mar Morto» La reazione del premier Benyamin Netanyahu e del ministro degli esteri Ariel Sharon è stata fulminea. «Dichiarazioni del genere - ha esclamato il primo ministro - rappresentano una seria violazione degli accordi di Oslo (1993) e i quelli di *Vye Plantation». Qualora Israele fosse posto di fronte a un fatto compiuto da una dichiarazione unilaterale di indipendenza palestinese, ha avvertito Sharon, si sentirebbe libero di compiere a sua volta passi unilaterali «fra cui - ha precisato - la aimessione a Israele delle zone di sicurezza e di insediamento ebraico in Cisgiordania». Ma in serata, quando i negoziatori Saeb Erekat (palestinese) e Dany Naveh (israeliano) si sono incontrati con il mediatore statunitense Dennis Ross, gli animi erano meno esasperati. Da parte israeliana, ha assicurato Naveh, la realizzazione degli accordi di Wye Plantation inizierà in settimana: essa prevede un primo modesto ritiro in Cisgiordania, la scarcerazione di centinaia di detenuti politici e la sospirata apertura al traffico dell'aeroporto internazionale «Yasser Arafat» di Dahanye, Gaza. Nel decimo anniversario della Dichiarazione di indipendenza palestinese (ad Algeri), mentre la «Voce della Palestina» trasmetteva marce e inni nazionalistici, Arafat era ieri in uno stato d'animo militante. Quando tuttavia ha pronunciato un discorso alla nazione, ha preferito sottolineare che «la pace dei coraggiosi» con Israele è una scelta strategica. Ha convenuto che gli anni di negoziati con «l'attuale governo israeliano sono stati i più difficili dell'intero conflitto israelo-palestinese» ma ha aggiunto che ciò malgrado è necessario proseguire nella strada indicata a Oslo. Riferendosi indirettamente alla opposizione islamica, Arafat ha lasciato intendere che i suoi continui attentati danneggiano gli interessi del popolo palestinese. «Siamo un unico popolo dedito a un'unica causa - ha sottolineato - sotto una unica leadership e una sola Autorità». Agli israeliani, Arafat ha detto che non hanno ragione di temere uno stato palestinese «perché esso sarà votato al buon vicinato e alla fratellanza e farà da ponte fra Israele e il mondo arabo». Ma la prospettiva che Netanyahu si accinga nelle prossime settimane a consegnare «lembi della Terra d'Israele all'assassino Arafat» ha spinto alcuni rabbini nazionalisti a emettere un ((verdetto religioso» che obbliga ai loro seguaci di impedire tanto scempio. «In casi estremi - ha detto uno dei firmatari, il rabbino Dov Lior - i fedeli ebrei devono anche essere pronti a immolarsi». Nelle sinagoghe nazionaliste si insegna in queste settimane che rintifada (rivolta) palestinese, gli accordi di Oslo e quelli di Wye Plantation sono altrettanti ((banchi di prova» decretati dall'Onnipotente per verificare la devozione dei suoi fedeli. «Dio è come un vasaio che percuota i suoi vasi più forti per evidenziarne a tutti la grande resi¬ stenza» ha teorizzato il rabbino Zalman Melamed. I servizi di sicurezza temono che questo zelo religioso possa sfociare in violenze e atti di terrorismo. Ieri intanto il «braccio politico» dei coloni, il Partito Nazional-Religioso, ha convocato il comitato centrale per esaminare la possibilità di sciogliere la legislatura con due anni di anticipo allo scopo di impedire a Netanyahu di ordinare il ritiro in Cisgiordania. La posizione definitiva del partito - che ha un peso determinante nella coalizione di Netanyahu - sarà resa nota fra alcune settimane. Aldo Baquis Ma Israele torna a impegnarsi sugli accordi di Wye Plantation Gli ultra ebraici «Pronti a immolarci contro il ritiro dai Territori» Seguaci di Arafat esibiscono un ritratto del leader dopo il discorso in cui il Rais ha preannunciato la proclamazione dello Stato palestinese entro il maggio del 1999 [FOTO AP]
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