GIOVANNA D'ARCO, UN'EROINA COSI' AMBIGUA, COSI' MODERNA di Giovanni Bogliolo
GIOVANNA D'ARCO, UN'EROINA COSI' AMBIGUA, COSI' MODERNA GIOVANNA D'ARCO, UN'EROINA COSI' AMBIGUA, COSI' MODERNA La Pulzella d'Orléans restituita da Cardini alla verità storica GIOVANNA D'ARCO LA VERGINE GUERRIERA Franco Cardini Mondadori pp. 196 L 28.000 I Giovanna d'Arco si sa tutto, o quasi; comunque molto più di quanto sia dato sapere della maggior parte dei suoi contemporanei. Ma le fonti su cui si basa la nostra conoscenza sono gli atti di due processi - quello di condanna del 1431 e quello di riabilitazione del 1456 - che non possiamo non considerare, se non viziati, almeno condizionati dalle loro opposte intenzioni e una serie di testimonianze coeve che - nell'ammirazione, nell'esecrazione o nella precoce deformazione leggendaria - attestano soltanto l'eccezionalità del personaggio. Era forse inevitabile che su un'avventura umana capace, nella sua folgorante brevità, di sconvolgere assetti politici e dinastici e di suscitare, mescolandole indissolubilmente, passioni religiose e civili, la fantasia popolare e l'invenzione letteraria ricamassero suggestive e fantasiose leggende, la pietà religiosa e il sentimento nazionale costruissero racconti variamente edificanti, la passione ideologica e la fede politica ingaggiassero acccese battaglie. Resta però il fatto che tutto questo lavorio di interpretazioni, mitizzazioni e non sempre disinteressate appropriazioni si è come incorporato al personaggio e fa ormai velo alla decifrazione della sua primitiva verità. Così noi, a distanza di oltre cinque secoli, sappiamo per filo e per segno che cosa la Pulzella ha fatto e, almeno in alcune circostanze cruciali, che cosa ba dettò, ma su come abbia potuto farlo e dirlo siamo ancora a dibatterci tra lo stupore e la venerazione di chi vede in lei un'ispirata da Dio e lo scetticismo di chi la considera lo strumento, chissà quanto consapevole, di una delle fazioni in lotta. In entrambi i casi resta alta la parte di mistero e nelle zone d'ombra della sua vicenda - quelle su cui i documenti sono incerti, contraddittori o lacunosi e quelle che lei stessa ha voluto capar¬ biamente celare - fede e dubbio trovano identici appigli interpretativi. Sta soprattutto qui oggi il suo fascino, ed è questa indecifrabilità a farla sopravvivere alla transitoria eclissi di valori - patria, eroismo, verginità, martirio... - di cui in passato è stata assunta a simbolo e talvolta perfino a stucchevole icona. Lo sa bene chi, per cercare di carpirne il segreto, si è tuffato nel mare magno delle fonti documentarie, delle interpretazioni storiche, agiografiche, mediche, psicanalitiche, delle ricostruzioni biografiche e delle creazioni letterarie, pittoriche e musicali, riemergendone - come confessa Franco Cardini in apertura dell'agile e rigoroso saggio biografico che le ha appena dedicato con la sensazione che la Pulzella d'Orléans continuasse «a custodire gelosamente per sé il suo pulzellaggio». Il merito principale di Cardini sta proprio nell'aver preso atto di questa insondabilità e tra- sformato una sensazione frustrante in un convincimento programmatico, rinunciando a interrogare un mistero che allo stato dei fatti non sopporta che soluzioni fideistiche o congetturali e impegnando; invece tutta là sua Scienza di Valènte foledievista a iUuminare cornice, fatti e circostanze in modo che un poco della loro maggior luce si riverberasse, diradandola per quanto possibile, anche sulle zone d'ombra. Per esempio, anziché addentrarsi nei problemi spinosi delle «voci» sentite da Giovanna e del «segno» inconfutabile da lei offerto a Chinon al disorientato Delfino, ne ha reso meglio intelliggibili i termini illustrando il contesto della religiosità popo¬ lare e delle complesse vicende dinastiche in cui vanno rispettivamente ricondotti. E lo stesso ha fatto - offrendo analogie, suggerendo riferimenti storici, folkloristici, religiosi - con la simbologia delle insegne dell'eroina, con le accuse di stregoneria che le sono state rivolte, con l'imprevedibile alternanza di sottomissione e disubbidienza che ha caratterizzato i sui rapporti con la Chiesa e con il Re e per tutti gli altri dettagli in cui il sussidio di conoscenze speciahstiche - la strategia e la tecnica militare, la storia delle mentalità o quella della spiritualità femminile - potesse risultare illuminante. Basti vedere quanto preziose si rivelino per la comprensione del processo - non solo del suo andamento e del suo esito, ma anche del ruolo che vi ha svolto il forse troppo vituperato vescovo Pierre Cauchon e perfino di certe altrimenti incomprensibili modalità come l'iterazione e la sinonimia dei capi d'accusa - la conoscenza delle procedure dell'Inquisizione e del ruolo che in essa aveva la tortura. Non è, né ragionevolmente poteva essere, una Giovanna nuova questa che Cardini non esita a chiamare «sua» e' che si aggiunge alle tante (alle troppe?) che da più di mezzo millennio continuano ad avvicendarsi e a sovrapporsi, ma una Giovanna restituita alla sua verità storica e alle sue contraddizioni e ambiguità di «bambina e soldato, donna e martire, profetessa e visionaria, devota e ribelle, patriota e santa»: in una parola, alla sua stupefacente modernità. Giovanni Bogliolo Bambina e soldato, donna e martire, profetessa e visionaria, devota e ribelle, patriota e santa: una figura finalmente restituita alle sue contraddizioni, oltre i processi GIOVANNA D'ARCO LA VERGINE GUERRIERA Franco Cardini Mondadori pp. 196 L 28.000
Persone citate: Cardini, Franco Cardini, Giovanna D'arco
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