Ciampi: dispiace perdere un uomo così di Bruno Gianotti
Ciampi: dispiace perdere un uomo così Ciampi: dispiace perdere un uomo così In3perla successione: Ferrari, Mincato oMoroni «Dispiace perderlo, un manager come Bernabò». Il rammarico è di Carlo Azeglio Ciampi, ministro del Tesoro, grande azionista con il 35 per cento dell'Eni che è sul punto di perdere l'amministratore delegato e altrettanto grande azionista di Telecom che è pronta ad accoglierlo. Rammarico che nasce dall'apprezzamento per quanto Bernabò ha fatto nell'ente energetico nazionale: «Mi fa piacere - commenta Ciampi - che un manager che ha lavorato tanti anni all'Eni sia considerato una persona particolarmente valida e venga a lui affidato dai privati che oggi hanno la responsabilità di Telecom il governo dell'azienda privatizzata». Nessuna incertezza: Ciampi non ha dubbi sul passaggio a Telecom. Anche perchè, nella sua triplice veste di ministro e di azionista delle due società è direttamente coinvolto, se non altro dalle informazioni. La sua è una conferma, sia pure diplomatica, della nomina che arriverà in settimana, dal consiglio di amministrazione riunito giovedì a Torino, mentre l'insediamento vero è atteso per metà dicembre, dopo l'assemblea che deciderà sull'acquisto di titoli propri e sull'attribuzione di azioni ai manager. Nessuna ingerenza però. Il Tesoro assicura di non aver interferito: «La decisione comunque - sottolinea Ciampi - è dei privati. Ne prendiamo atto. Come accadde per Rossignolo, noi non siamo intervenuti assolutamente nella scelta». Ora, però, dovranno scegliere in tanti, perché lo spostamento di una tessera, nel mosaico nazionale delle poltrone, innesca una lunga reazione a catena. E si riparte proprio dall'Eni, che deve pensare al successore di Bernabò. Due le strade possibili (manager esterno o scelta interna), per Ciampi e il governo D'Alema. La prima porta oggi al collaudatissimo Vito Gamberale, vedi caso big manager di Tele com, ex direttore generale e «inventore» del telefonino Tim, uscito sbattendo la porta dopo i contrasti con Rossignolo. La seconda, più praticabile, porta a tre-quattro nomi, i principali, del Care a sei zampe. Un toto-amministratore complicato dalle variabili e dalle compatibilità. Il pronostico, al momento, è favorevole al capo di Enichem Vittorio Mincato ed al capo di Agip Petroli Alfredo Moroni. In seconda fila, sempre per il momento, il «numero uno» di Snam Angelo Ferrari e il direttore generale di tutta l'Eni Luciano Sgubini. Si tratterebbe, in sostanza, di continuare a scegliere «vertici Eni targati Eni», com'è avvenuto negli ultimi sei anni, con Bernabò al timone. Mentre l'ingresso di Gamberale costituirebbe una svolta molto più incerta. Sicuri, invece, i tempi per il cambio ''jlla guardia. Solvo grossi i' ..re. isti, i' nuovo amministratore delegato sarà annunciato entro 20 giorni, prima dell'assemblea del gruppo, convocata per il 4 dicembre. Con una complicazione: il vertice è autorizzato a rimanere in carica per 6-7 mesi, fino a giugno, quando scadrà il mandato in contemporanea con l'Enel, altro colosso in via di privatizzazione. Allora partirà una nuova smazzata di nomine. Reazioni e commenti? Ciampi a parte, ieri gli azionisti dei due gruppi non sono stati loquaci. Soltànto'Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo, socio stabile di Telecom con lo 0,5%, è intervenuto per esprimere il suo rammarico, molto più risentito, rispetto al ministro, sulla designazione di Bernabò: «Se hanno ritenuto di fare questa scelta ci auguriamo che sia positiva» è stato l'esordio. «Aspettiamo gli eventi augurandoci che siano positivi per la società» ha aggiunto. A chi gli faceva notare la freddezza dell'accoglienza, è toccata una risposta secca: «Non è né fredda né calda, siamo uno dei tanti azionisti che dopo un periodo travagliato della società si aspetta che ci sia una gestione positiva, soprattutto che produca valore per noi. Noi non siamo né caldi né freddi, dobbiamo solo assistere perché non siamo nell'amministrazione». Bruno Gianotti !l ministro per l'Economia Carlo Azeglio Ciampi
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