Cossiga, appello a re Juan Carlos di Giovanni Cerruti
Cossiga, appello a re Juan Carlos Affondo dell'ex Presidente per impedire che lo spagnolo sostituisca Kohl Cossiga, appello a re Juan Carlos «Ilpremier Aznar è un post-franchista» IL FUTURO DEI POPOLARI MADRID DAL NOSTRO INVIATO L'ultimo e perfido pensierino, prima di volar via dalla Spagna, è una lettera a Sua Maestà. Francesco Cossiga scrive a Re Juan Carlos, «un caro amico», lo saluta, si scusa per non aver avuto modo e tempo di incontrarlo, e gli ricorda che José Maria Aznar, il suo premier, è un conservatore post-franchista in un'Europa che va da un'altra parte. Missione compiuta, quella di Cossiga in Spagna. Stuzzicare, indebolire, provocare Aznar. Impedire che il premier venuto dalla Castiglia possa sostituire Kohl nel cuore dei popolari europei. Rimetterlo al suo posto, che è la destra conservatrice postfranchista, ben lontano dai liberal con anima democratica e cristiana alla Cossiga. Aznar, per dirla in cossighese, che pur di avere numeri e peso è pronto ad allearsi al parlamento europeo con Berlusconi e Forza Italia. E per questo, anche per questo, deve saltare sui petardi di Cossiga. «Cossiga si scontra con il governo Aznar», titola El Periodico de Catalunya, quotidiano di area socialista. Ma Aznar sembra più interessato ad evitare. Se Cossiga lo invita a dichiararlo persona non gradita, ad impedire il suo viaggio nei Paesi Baschi, ecco il ministro degli interni Jaime Mayor Oreja precisare che «in Spagna da tempo provvedimenti simili non si prendono più». Sfumare. Al contrario, chi accetta lo scontro è un amico di Aznar, Pierferdinando Casini. «L'altra notte, mentre ero in taxi, ho sentito la radio. Parlando di Cossiga diceva cretino, proprio così, cretino! Ma che figure! E' disdicevole! Abbiamo portato qui il pollaio italiano!». E a questo punto, via con una mezz'ora di conferenza stampa sul pollaio: bipolarismo, referendum, ribaltoni («disdicevoli!») nelle regioni e «Dini e il governo devono dissociarsi da Cossiga e da quel che ha detto sulla questione basca!». Se Cossiga strapazza Aznar, lo mette in difficoltà con i suoi rapporti sempre più stretti con i popolari baschi e catalani, è Casini che lo difende. E così, nell'assemblea dell'Internazionale democristiana, vanno in scena pittoreschi duelli tra Casini e Clemente Mastella alla ricerca del giornalista dell'Ansa. «Cosa ti ha detto quello lì?». E subito la replica, da Madrid, sui ribaltoni regionali o con le ire mastelliane contro Berlusconi-Casini-Fini, «il Trio Lescano della politica italiana». Sali Berisha, che s'aggira da due giorni sulle scale mobili, li guarda stranito: «Ma erano venuti a trovarmi a Tirana, erano dello stesso partito, sono qui nell'Internazionale. Che succede?». Niente, è il pollaio. Casini dice che alle europee non sarà nella lista del partito popolare? «Bene, conferma di essere sempre più schiacciato su posizioni di destra conservatrice», è il commento al volo. Cossiga no, non frequenta il cortile. Omaggiato e riverito dai popolari baschi, catalani, irlan¬ desi, belgi, lussemburghesi e olandesi («le mie truppe!», deve aver in mente dell'altro. Il suo attacco ad Aznar non è soltanto una mossa per isolare il nemico Berlusconi. Così come il viaggio nei Paesi Baschi non è solo un dispetto al premier spagnolo. E' che dopo la caduta di Kohl i Popolari Europei non hanno leadership. E Cossiga, con il suo attivismo, si potrebbe inserire in questo vuoto. Un segnale l'ha mandato astenendosi dal votare Javier Ruperez, presidente dell'Organizzazione per la sicurezza e lo Sviluppo in Europa, già sequestrato dall'Età, candidato di Aznar alla presidenza dell'internazionale democristiana. «Se Aznar chiedesse di votare per Francisco Franco, Casini lo voterebbe di sicuro - dice Cossiga . Ma sinceramente tra Ruperez e Franco anch'io voterei Franco...». Ovvio, perché Ruperez è più a destra. Tra Cossiga e il pollaio finisce che le novità dell'internazionale democristiana rischiano il silenzio stampa. Ad esempio, e non è da poco, sta per scomparire la parola «cristiana». Come spiega Rocco Buttiglione «in Uganda, dove il fondatore del partito democratico e membro dell'Internazionale è stato dato in pasto ai coccodrilli da Amin Dada, sono musulmani e animisti. Se vogliamo espanderci anche là non possiamo presentarci come partito cristiano, ma come partito che rispecchia i valori religiosi». Ugahdesi sì, Berlusconi mai. Sarà Internazionale Popolare o Democratico Popolare. Ma sarà, è sicuro Cossiga, senza Berlusconi. «Piaccia o non piaccia ad Aznar». Forse sarà anche senza Casini, e per lui sarebbe veramente «disdicevole». Un'Internazionale ancora alla ricerca di una leadership. «In questi giorni si è avvertita l'assenza della grande funzione equilibratrice di Helmut Kohl», lamenta Buttiglione. Cossiga ci sta pensando. Giovanni Cerruti Casini: abbiamo portato anche qui il pollaio italiano Buttiglione: il ppe senza Berlusconi Il fondatore dell'Udr Francesco Cossiga A sinistra il re di Spagna Juan Carlos con il primo ministro José Maria Aznar
Luoghi citati: Europa, Madrid, Paesi Baschi, Spagna, Tirana
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